Pubblichiamo queste interessanti riflessioni di Tariq Ramadan che, nel soffermarsi sulla drammatica situazione in cui versa la popolazione palestinese, in particolar modo quella residente nella Striscia di Gaza, sottolinea giustamente come l’azzeramento dei diritti umani sia in realtà la conseguenza della precisa scelta politica di non voler individuare ed affrontare il responsabile, cioè Israele, di quanto è accaduto e sta accadendo da ben 60 anni in Terra di Palestina.

Ramadan, coerentemente, conclude che la questione palestinese richiede una soluzione politica e che tale soluzione sarà effettivamente e non solo formalmente giusta se consisterà nella fondazione di un unico Stato che garantisca a tutti il diritto e i diritti di cittadinanza. Anche noi sosteniamo, insieme alle correnti antimperialiste più coerenti che ricomprendono anche alcune importanti organizzazioni del movimento israeliano contro l’occupazione, la proposta dell’unico Stato per tutti in Terra di Palestina.
Per chi volesse approfondire le conseguenze della scelta politica condivisa da tutto l’Occidente imperialista e avallata sia pur tacitamente dalla maggior parte delle ONG presenti in quella Terra, consigliamo la lettura del Rapporto recentemente pubblicato dal Centro Palestinese per i Diritti Umani – PCHR, di cui la Redazione di Infopal ha tradotto in italiano significativi stralci.
La Redazione

I diritti umani negati ai palestinesi

di Tariq Ramadan
Non è questione d’inginocchiarsi per confortare il mendicante dai suoi bisogni e dalle sue lacrime, ma di alzarsi e affrontare politicamente l’oppressore, le sue bugie e le sue armi”.
Il relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani, Richard Falk, non ha avuto bisogno di drammatizzare nella sua relazione pubblicata questa settimana. Riflettendo ciò che sta accadendo oggi a Gaza e in Cisgiordania, conclude che il governo israeliano viola le Convenzioni di Ginevra e impone a Gaza uno stato di assedio totale e terribile. I checkpoints e gli interventi di “sicurezza” si stanno moltiplicando in Cisgiordania mentre il numero di permessi concessi per la costruzione degli insediamenti è triplicato dopo gli “accordi”, di Annapolis che avevano stabilito che quell’espansione doveva cessare.
Più di 800 morti a Gaza di cui un centinaio di bambini, omicidi mirati e un blocco che affama un intera popolazione … dopo le autorità israeliane avevano “promesso” a revocare l’assedio, per definitiva? Nulla, sempre la stessa menzogna, sempre la stessa ipocrisia , sempre la stessa strategia: prendere tempo, ingannare le istituzioni internazionali, l’opinione pubblica e opprimere un popolo per soffocarlo, costringerlo alla rinuncia e, infine, alla resa.
Facendo tutto ciò la strategia israeliana è riuscita parzialmente a raggiungere un obbiettivo: trasformare la questione palestinese in un fatto umanitario. Bisognerà quindi “aiutare”il popolo affamato (la cui condizione è causata dai suoi dirigenti “estremisti e terroristi”), offrir loro il pane, mantenere in uno stato di pura sopravvivenza. Le alluvioni di ieri hanno rafforzato l’idea che ai palestinesi, un popolo che subisce una “catastrofe umanitaria” multiforme, dev’essere offerta la “compassione internazionale “.
Che menzogna, che ipocrisia … che, tra l’altro, vuole far credere che sul piano politico, ci si troverebbe di fronte a due contendenti ugualmente responsabili, ugualmente colpevoli. La legittima preoccupazione “umanitaria” fornisce un illegittimo alibi alla neutralità politica, particolarmente vile da parte della comunità internazionale. Perché poi l’oppressione continua, come la morte di persone innocenti, la negazione dei diritti, le esecuzioni, le umiliazioni … l’occupazione o nella West Bank e il feroce e disumano assedio di Gaza.
E tuttavia la strategia globale è destinata a fallire. Il popolo palestinese non si piega, non sparisce e la presa di coscienza si diffonde in tutto il mondo. Il 73% degli europei sosteneva Israele nei primi anni settanta … ora il 67% sostiene i palestinesi. Un’inversione totale. Non è possibile mentire in eterno. La storia parla e parlerà. Sul terreno, politica israeliana sta per porre fine ad una possibile soluzione dei due Stati. Ben presto si dovrà affrontare la realtà, quella per cui molti tra noi si battono da tanti anni: uno Stato, lo Stato di diritto, con parità di cittadinanza per tutti, ebrei, cristiani, musulmani e altri e una vera trasparenza demografica e democratica …

Per ora, le voci nella Storia devono ricordare il senso della Storia e della dignità delle donne, degli uomini e dei bambini. La difesa dei diritti della Palestina e dei palestinesi è un imperativo morale, una categoria della coscienza, una condizione di dignità. Il nostro impegno e il nostro sostegno nei nostri cuori e nelle nostre menti, non dovrebbe essere tradotto in azioni caritatevoli ma nella rivendicazione della giustizia. Non è questione d’inginocchiarsi per confortare il mendicante dai suoi bisogni e dalle sue lacrime, ma di alzarsi e affrontare politicamente l’oppressore, le sue bugie e le sue armi.
(Traduzione del Collettivo di islam-online.it)