Si erano già commentati i risultati delle elezioni politiche israeliane, evidenziando due possibilità per la formazione di un governo: unità nazionale; coalizione fra Likud ed estrema destra.
I media di oggi indicano che si sta profilando un’alleanza inedita e anomala, per cui è probabile una coalizione di governo fra Likud, il partito razzista laico Ysrael Beitanu, i sionisti religiosi delo Sahas e il partito Laburista (che sul punto della partecipazione al governo è spaccato).

Attenzione: l’anomalia di tale alleanza è solo apparente, in quanto un governo simile avvalorerebbe in sostanza la previsione formulata da Hamas in base ai risultati elettorali: “…Ciò che muta sono le facce israeliane, ma questo non significa che si stanno prospettando cambiamenti nella politica sionista.”

Il partito Laburista, spacciato per il partito della pace basata sulla formula vuota e stantia “due popoli, due stati”, ha governato a lungo e, in nome appunto della pace, ha firmato accordi che mai andavano oltre il riconoscimento di bantustan palestinesi in ordine sparso e accuratamente accerchiati dagli insediamenti coloniali, dal Muro o da postazioni militari; ha sponsorizzato soluzioni improbabili tipo “Camp David 2000” che neppure la conciliante ANP ha potuto accettare; si è distinto per la crescita esponenziale delle colonie nei Territori Occupati. Infine, attraverso il ministro della Difesa Barak, i laburisti hanno svolto un ruolo cruciale nella pianificazione e nella direzione della recentissima carneficina di Gaza.

Mi pare quindi improponibile leggere la costituenda coalizione in chiave di anomala alleanza fra falchi e colombe, con i laburisti nel ruolo appunto di colombe mentre i falchi sarebbero rappresentati dai partiti di destra.
Tanto è vero che il falco Netanyahu, leader del Likud e candidato primo ministro che ha sempre ostentato il rifiuto alla nascita di uno stato palestinese, ha subito garantito alla colomba Barak che il governo rispetterà tutti gli impegni assunti precedentemente in vista, appunto, della pace fondata su “due popoli, due stati”.

In realtà l’alleanza è tra falchi, perché tutti sanno bene che “due popoli, due stati” è una gran paraculata che consente di perpetuare un’occupazione che dura da più di 60 anni e che potrà anche essere utile a legittimare l’espulsione da Israele dei cittadini arabi con passaporto israeliano, caldamente auspicata dai razzisti di Ysrael Beitanu, che andrebbero a raggiungere i loro fratelli nello stato dei bantustan.