Rafah – lunedì 25 maggio, ore 17
Siamo ancora a Rafah, e la situazione è grave e confusa.
Dopo che l’intera delegazione ha dovuto passare la notte nella sala d’aspetto dell’edificio della frontiera, questo pomeriggio, attorno alle 15, le autorità egiziane ci hanno comunicato il blocco totale del convoglio.
Quaranta automezzi, una quindicina di autoambulanze, tonnellate di farmaci, carrozzelle per invalidi, generi alimentari, software sanitario ed altro materiale utile per i malati e gli invalidi di Gaza: tutto questo, insieme alle cento persone della delegazione europea della Carovana “Hope”, veniva totalmente respinto.

A seguito della grave decisione egiziana il responsabile della Carovana, Arafat, dichiarava che il convoglio sarebbe ripartito al completo per essere reimbarcato per l’Europa.

A questo punto si è però riaperta una trattativa ed in questo momento (ore 17) pare che l’Egitto sia disponibile a far entrare i mezzi, a condizione che siano guidati da palestinesi di Gaza, e 20 persone della delegazione.

Intanto, già ieri, il governo di Gaza si è detto scioccato dagli ostacoli frapposti dall’Egitto, dichiarando che l’atteggiamento egiziano viola in maniera evidente il diritto internazionale umanitario.
E’ un fatto, come abbiamo già segnalato, che questi ostacoli durano ormai da due settimane.

Mentre va segnalato che al Jazeera segue con attenzione l’evolversi della situazione, va rilevato il silenzio della stampa occidentale sia sulla situazione di Gaza – una sorta di embargo dell’informazione – sia sulla missione umanitaria della Carovana “Hope”, della quale fanno parte anche una decina di italiani, tra i quali il senatore Fernando Rossi.

La situazione qui è davvero incerta. Il mondo visto da Rafah è davvero orribile. Un genocidio continua a consumarsi nell’indifferenza di troppi.
Ci sarebbe molto da riflettere, ma ora non c’è tempo. Ora cercheremo di giocarci al meglio le residue possibilità di portare a termine nella maniera migliore la missione.