Netanyahu aveva già messo le carte in tavola, escludendo esplicitamente la soluzione “due popoli, due stati”. Adesso, di fronte alla richiesta di Obama di fermare l’espansione delle colonie in Cisgiordania, il ministro dei trasporti del governo israeliano Israel Katz chiarisce: “Voglio dire in modo molto chiaro che il governo israeliano non accetterà in nessun modo che la colonizzazione legale sia congelata in Giudea e Samaria”. (Corriere della Sera del 1 giugno 2009).

Katz insiste sul fatto che, ad eccezione degli “avamposti illegali”, cioè gli insediamenti non previsti o autorizzati dal governo sionista, le colonie nei Territori Occupati sono legittime, nonostante siano esplicitamente vietate dalle norme internazionali e le ripetute pronunce dell’ONU in questo senso.
Da notare poi che la Cisgiordania è indicata, secondo la tradizione biblica, con i nomi Giudea e Samaria, quasi ad affermare la sua appartenenza ad Israele.

 

Il Governo israeliano nel suo complesso poi si lamenta dell’amministrazione Obama, che insiste sulla formula dei due stati, preme per il congelamento delle colonie e, soprattutto, ha deciso – visto anche l’andamento della guerra in Afghanistan e ormai pure nel Pakistan – di tenere aperto il dialogo con Teheran almeno per tutto il 2009, mentre Israele ritiene necessario un attacco ai siti cruciali per lo sviluppo delle tecnologie nucleari in Iran.

Il nocciolo della questione per Israele è l’Iran, che oltre ad aver legittimamente deciso di dotarsi di tecnologia nucleare supporta la Resistenza palestinese e in Libano, dove sono imminenti le elezioni politiche, il partito Hezbollah (con annesse strutture militari), più che la questione palestinese.
Infatti, per contenere la Resistenza di Gaza, Israele gode della fattiva collaborazione dell’Egitto, che gioca un ruolo cruciale per il mantenimento dell’assedio. In Cisgiordania poi è il governo di Abu Mazen (illegittimo, giova ricordare, perché insediatosi con un vero e proprio golpe e non supportato neppure dopo dal prescritto voto di fiducia del Consiglio Legislativo Palestinese) che provvede a mantenere l’ordine secondo gli interessi dell’occupante sionista. Proprio in questi giorni a Kalkilya l’illegittima e screditata Autorità Palestinese ha proceduto ad arresti di importanti dirigenti della Resistenza, quasi tutti membri di Hamas, da tempo ricercati da Israele in quanto “terroristi”. I quali dirigenti, giustamente, hanno cercato di resistere armi in pugno e per questo alcuni di loro sono stati ammazzati.

Israele chiarisce, Abu Mazen collabora.