Twitter counter-revolution

         

Fino a che punto arriva la manipolazione imperialista 

Che la C.S.I.D.  (centrale strategica imperialista di disinformazione) non avesse scrupoli lo sapevamo, e nulla più ci stupisce.
Il fatto nuovo è, rispetto al cormorano inzuppato di petrolio della prima guerra del golfo, l’uso attivo di internet e della blog-sfera per montare le campagne di falsificazione e intossicazione della pubblica opinione.

Guardate bene queste due foto. La prima ritrae una donna davanti alla vettura con Ahmadinejad. Su Youtube la foto è stata palesemente e malamente ritoccata: poche mosse con photoshop (difficili da dimostrare solo a causa della bassa risoluzione delle immagini per il web: perché non ci date la foto ad alta risoluzione?) ed ecco che la mano della donna sfodera il dito medio in modo ostile.
Il trucco è talmente evidente che perfino alcuni mezzi di informazione ammettono tra le righe che si tratta di un fotomontaggio. Ma siccome tutto fa brodo, anziché riconoscere la truffa pasticciata, la loro conclusione è che (vedi il sito di Repubblica) la fotografia è in ogni caso un simbolo della protesta contro il regime.

Che un fotomontaggio venga usato come simbolo già la dice lunga.
E se non fosse un fotomontaggio? Se noi fossimo dei prevenuti? In quel caso i demo-blogger dovrebbero chiedersi: che razza di dittatura c’è in Iran se una “provocatrice” puo’ così impudentemente avvicinarsi al “dittatore”? Dove stava la sua sicurezza? Dove erano i famigerati picchiatori basiji? E se la donna avesse avuto una pistola o una bomba?

Il trucco che segnaliamo è tuttavia poca cosa rispetto alla montagna di falsificazioni sfornate dalla centrale di cui sopra, prima fra tutte che le manifestazioni di protesta erano oceaniche, e non era vero.
Che sfilavano per il centro della capitale, e non era vero (in quanto la gran parte si svolgevano al nord ricco e borghese della metropoli).
Hanno infine urlato a destra e a manca di stragi e di decine di morti ammazzati, ed era completamente falso! A pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca: anche riguardo all’assassinio della giovane Neda le cose sono tutt’altro che chiare. Di sicuro quest’assassinio è servito come cacio sui maccheroni alla propaganda imperialista e anti-iraniana.
Sta di fatto che le autorità islamiche hanno recisamente negato che le forze di polizia o i basiji abbiano sparato sui dimostranti. Dove sta la verità? Di certo ne verrà fuori di più dall’apposita inchiesta ordinata da Ahmadinejad che dalla centrale di disinformazione occidentale.