Come non condividere le parole urlate da alcuni studenti iraniani ritrovatisi a protestare sotto l’ambasciata italiana?
Talmente enormi sono state le dichiarazioni del primo ministro nel suo pellegrinaggio in Israele. Nulla sono, al confronto, le sue battute demenziali, le sue note dichiarazioni islamofobe, davanti alla difesa d’ufficio che ha fatto del massacro nazi-sionista compiuto contro i palestinesi di Gaza, alla sua sfrontata difesa di Israele “come stato ebraico”, al suo patetico appello all’ingresso di Israele nell’Unione europea, ed infine alla sua apologia del regime sionista e del suo diritto a colpire la “minaccia iraniana”.

Berlusconi ci ha abituato alle pagliacciate ma, per quanto il suo zelo verso il sionismo sia apparso patetico, non è questo l’aspetto principale del suo recente viaggio. Quale replicante ubbidiente il cosiddetto Ministro degli esteri Frattini ha rincarato la dose, annunciando che l’Italia sarà in prima fila nella guerra di sanzioni e ritorsioni dichiarata all’Iran, una guerra che con tutta evidenza precede quella vera, in preparazione.

Il minimo che questi servi dovevano aspettarsi era una risposta altrettanto dura da parte di Tehran. Che non si è fatta attendere. Una risposta che ha fatto perdere le staffe al replicante Ministro degli esteri, che non ha trovato di meglio che copririsi di ridicolo, accusando niente meno che la milizia dei Basiji del lancio di uova, mentre è a tutti chiaro che si trattava di semplici studenti e cittadini. Un’accusa gravissima, rivolta dunque direttamente al governo. Un’accusa demenziale che però risponde al disegno di inscrivere i Basiji e i Pasdaran nella lista nera delle cosiddette organizzazioni terroristiche.

«A MORTE BERLUSCONI! A MORTE L’ITALIA»

Come sentirsi patrioti nel momento in cui il nostro paese si pone sulla prima linea del fronte anti-palestinese e anti-iraniano e diventa l’idolo del nazi-sionismo, il simbolo del più vergognoso servilsimo verso gli USA e Israele? Il tutto col pieno assenso di un’opposizione parlamentare oramai del tutto sionistizzata.
Abbiamo sempre gridato, ogni volta che venivano colpiti Hebron o Jenin, Gaza o Nablus: “Siamo tutti palestinesi!”.
Il solo patriottismo di cui andare fieri è infatti quello di sentirsi fratelli dei popoli che combattono per la loro libertà, e che per questa loro Resistenza antimperialista vengono colpiti e umiliati.
Nel momento in cui USA e Israele stanno preparando l’attacco armato a Tehran, allo scopo di rovesciare “con la cattive” un governo che non riescono a defenestrare “con le buone;  noi diciamo di sentirci tutti iraniani. Un solo grammo della Resistenza e dell’orgoglio nazionale del popolo iraniano vale più delle tonnellate di servilismo di cui da prova questo governo fetente, deforme specchio di un popolo che finché lo tiene al suo posto, evidentemente lo merita.

Qui sotto la risposta della radio Iraniana in lingua italiana alle gravi dichiarazioni di Frattini

Iran/ Italia: “Alla cortese attenzione del Ministro Frattini”

da Radio Italia – Irib

C’era una volta in un mondo pieno di guerre, un paese che di queste non ne voleva sapere e si chiamava Italia; “gente tranquilla che lavorava ed aveva il cuore d’oro” e per questo in Iran, un paese che nella sua storia era stato afflitto dall’ingiusto colonialismo di Stati Uniti e Inghilterra, l’Italia, pur essendo un paese occidentale, non appariva un nemico.
Ed i rapporti economici che andavano a gonfie vele, e l’Ansaldo, l’Eni, la Technimont e la Benetton a Teheran, e l’Italia che diventava il principale partner europeo dell’Iran rubando il primato alla Germania.
Un giorno però in Italia, molto probabilmente per via delle pressioni asfissianti di Stati Uniti e Israele, si è costretti ad assumere politiche anti-iraniane in occasione dei disordini post-elettorali verificatisi in Iran.
Il presidente del Consiglio, molto probabilmente, è costretto poi ad usare una retorica molto dura nei confronti dell’Iran durante la sua visita in Israele.
Alla fine gli studenti di Teheran, è successo ieri, che un tempo amavano la parola Roma e non sentivano ostilità nei confronti di quella bandiera tricolore che aveva gli stessi colori della bandiera iraniana, vanno a manifestare per dimostrare di non essere tonti.
Il Ministro Frattini, che in questi ultimi giorni ha detto tante cose “decisamente discutibili”, dice che a manifestare davanti all’ambasciata d’Italia erano “Basiji travestiti da civili”. Come se i Basiji avessero paura di dichiarare quello che fanno: caro Ministro Frattini, gli studenti iraniani presero l’ambasciata americana e mantennero prigionieri per 444 giorni i diplomatici americani; perché si dovrebbero travestire, hanno paura di voi? Siete più forti degli americani?
Altro concetto da chiarire; la polizia iraniana ha impedito danni alla vostra ambasciata ed ha solo acconsentito che gli studenti intonassero i loro slogan come è giusto che avvenga in una democrazia; vuole che impediamo le manifestazioni? Dottor Frattini, com’è che quando quattro delinquenti distruggono le banche a Teheran e vengono arrestati, lei definisce “repressione del regime” l’azione della nostra polizia, ma quando si rispetta la volontà degli studenti di manifestare, lei si dice “preoccupato”?
Lei e i media italiani fate inutilmente tanto chiasso per lo slogan “Morte a Berlusconi”. Vogliamo scommettere che lo direbbero anche più della metà degli stessi italiani. “Morte all’Italia”, in più, non significa morte alla popolazione italiana ma morte a chi governa l’Italia e rovina i rapporti di questo paese con i suoi partner tradizionali.
E sulle parole dette dal vostro ambasciatore; Alberto Bradanini, (chissà se fosse stato per lui le avrebbe dette lo stesso), ha dovuto dire che le affermazioni di Berlusconi in Israele erano “di pace”; qual’era la parte di pace che evidentemente ci siamo persi? Quella in cui diceva che “la guerra a Gaza era giusta” o quella in cui invitava la comunità internazionale a “un’azione contro Teheran” o quella in cui ha detto di “non aver visto il muro”. Poi voi dite che la sicurezza di Israele “non è negoziabile” e Berlusconi ha anche detto “che la guerra a Gaza era giusta”; allora ne deduciamo che secondo i vostri “valori”, è però negoziabile “la vita” dei palestinesi.
Onorevole Frattini, non parteciperete alle celebrazioni della rivoluzione islamica perché siete nostalgici della dittatura dello Sha, servo dei vostri amici americani?
Caro onorevole Frattini, lei sostiene che è l’intera comunità internazionale ad avere problemi complessi con Teheran. A noi invece risulta che abbiamo ottimi scambi, soprattutto economici, persino con Germania, Francia, Spagna ed ecc… e che poi il mondo non è solo Europa e Stati Uniti.
Ci sono anche Russia, Cina, India, Sudafrica, Brasile, tutte potenze emergenti che guarda caso hanno ottimi rapporti sia politici che economici con l’Iran. Onorevole Frattini non è che le serve un ripasso di politica internazionale?
E a proposito di ripassi, onorevole Frattini, la volevamo informare che in Iran la radiotelevisione (IRIB) è un ente indipendente dal governo e che è diretta da un presidente scelto dalla guida suprema e che quindi non sottostà al potere del governo. Lei aveva definito le nostre critiche alle affermazioni di Berlusconi in Israele una dimostrazione della debolezza del governo iraniano, ma solo per informarla meglio su un paese che evidentemente non conosce, noi non sottostiamo al potere del governo. In altre parole, il Corriere della Sera in Italia non è portavoce ufficiale del governo e noi non lo siamo per il nostro.
Dov’è finita l’Italia di un tempo? Noi non la riconosciamo più!