Sayyed Nasrallah: i colloqui di pace in Medio Oriente sono “nati morti”

Proprio mentre alla corte di Obama, Abu Mazen e Nethaniau, a loro dire rilanciavano i cosiddetti “colloqui di pace, e mentre da Gaza tredici organizzazioni della resistenza palestinese chiamavano al boicottaggio di questi negoziati-truffa, il leader di Hezbollah, Seyyed Hassan Nasrallah si rivolgeva alla nazione con un discorso (annunciato da tempo in quanto in commemorazione di al-Quds) attraverso un grande schermo nel quartiere as-Shouhadaa, a Beirut sud.

Un discorso importantissimo, per cinque precise ragioni: (1) per il rifiuto categorico di riconoscere ogni legittimità al Tribunale Internazionale che “indaga” sull’attentato al defunto Rafiq al-Hariri (il cui figlio Saad è oggi primo ministro) e che pare vorrebbe mettere sotto accusa Hezbollah (con l’intenzione, apertamente auspicata dai sionisti, di terremotare il fragile quadro politico libanese); (2)  per l’aperta condanna dei negoziati israelo-palestinesi, considerati “nati morti”; (3) per l’aperto appoggio all’alleanza delle tredici organizzazioni della Resistenza palestinese (vedi: Tredici a uno!); (4) per il giudizio complessivo che viene dato della situazione in Medio oriente, che grazie alle Resistenze, quella irachena inclusa, sarebbe sfavorevole all’imperialismo; (5) per l’aperto appoggio alle rivendicazioni dei profughi palestinesi in Libano.

Gerusalemme non può essere la capitale del cosiddetto “Israele”

Il Segretario Generale di Hizbullah ha iniziato il suo discorso nel “giorno migliore del migliore dei mesi” rendendo omaggio alla causa palestinese come ad una causa nobile che dev’essere sempre ricordata.
“Temiamo che alcune cause possano andare via (essere dimenticate, ndr) con il tempo” ha dichiarato Seyyed Nasrallah, pur sottolineando che “la nazione non poteva ignorare o dimenticare la causa palestinese come una parte della nostra religione, civiltà, etica, valori, storia presenti e futuri”.
Secondo Nasrallah, il giorno di Al-Quds è il giorno per confermare valori e principi, non il giorno per dichiararli. “I nostri principi sono già dichiarati e conosciuti. Di conseguenza, il giorno di Al-Quds è il giorno in cui rinnoviamo la nostra fede, la confermiamo ed annunciamo l’impegno per i nostri obiettivi”.
“Oggi diciamo al mondo intero che le sfide non sono cambiate di una singola lettera nei nostri principi fondamentali, anche se alcune sono cadute in mezzo alla strada” ha detto Nasrallah, ricordando i principi che dicono che tutta la Palestina sia del popolo palestinese e che nessuno ha il diritto di abbandonare qualsiasi parte della Palestina.
“Diciamo ancora una volta al mondo intero che Gerusalemme non potrà essere eternamente la capitale del cosiddetto Stato di Israele, ma la capitale della Palestina, la capitale del cielo e della terra” ha sottolineato Seyyed Nasrallah. Nasrallah ha anche ribadito che “Israele” è uno stato illegittimo, inumano e che è stato costruito sulla logica di massacri ed uccisioni. “Israele” non può ottenere la legittimità in materie che non conosce. Questa è la logica del giorno di Al-Quds, la logica di dire le cose giuste, senza arrendersi.

I colloqui di pace sono nati morti

Seyyed Nasrallah ha detto che i negoziati di pace lanciati a Washington tra il nemico “israeliano” ed i Palestinesi sono “nati morti”. Pur rifiutando le trattative come “stupide”, Nasrallah ha sottolineato il vero obiettivo dei colloqui. “L’obiettivo politico per le elezioni del Congresso degli Stati Uniti è chiaro, l’obiettivo israeliano è chiaro, ed è chiaro anche l’obiettivo di alcuni Stati arabi. Questi negoziati sono nati morti”.
Tuttavia, Seyyed Nasrallah ha osservato che la maggior parte delle fazioni palestinesi hanno rifiutato i colloqui. “Alcune fazioni rigettano il principio di parlare con il nemico. Tuttavia, anche le fazioni che non mettono in discussione il principio, hanno rifiutato i colloqui. Tutti i sondaggi hanno inoltre dimostrato che la maggior parte del popolo palestinese rifiuta i colloqui. Di conseguenza, i colloqui sono inutili”.
Nasrallah ha sottolineato che i tentativi di quelli che hanno partecipato ai negoziati nel passato hanno portato a grande frustrazione. “Sfortunatamente, i negoziati con il nemico israeliano, questo nemico arrogante sostenuto da Stati Uniti ed Occidente, non ottengono alcun risultato tranne quello di legittimare quest’entità illegittima”.

Ritiro americano dall’Iraq segno di fallimento

Per quanto riguarda il ritiro americano dall’Iraq, Seyyed Nasrallah vi legge un altro segno di fallimento e sconfitta. “Neanche un funzionario del governo degli Stati Uniti potrebbe parlare di vittoria. Tutti i loro discorsi erano più vicini ad un discorso di sconfitta. Anche quelli che hanno parlato di risultati l’hanno fatto con modestia. Cercavano di giustificare il loro ritiro”.
Distinguendo tra la Resistenza Irachena che colpiva le forze di occupazione americane nel paese e le altre fazioni terroristiche che promuovevano il conflitto tra gli iracheni, Seyyed Nasrallah ha notato che la resistenza irachena è stata uno dei principali fattori che ha contribuito all’umiliante ritiro americano.
“Eppure, c’è un altro fattore molto importante che ha reso il ritiro l’unica opzione possibile per gli americani. E’ la costanza della nazione irachena. Da molti anni c’è un conflitto per spingere la nazione irachena alla guerra civile ed ai conflitti settari. Ecco perché dobbiamo salutare (ringraziare, ndt) la nazione irachena che ha resistito a tutti gli schemi. Chi avrebbe potuto sopportare un tale livello di esplosioni quotidiane senza spingersi nella guerra civile? Eppure, la nazione irachena è stata più forte del complotto”.
Seyyed Nasrallah ha inoltre sottolineato il potenziale ruolo “israeliano” in Iraq. “Se il livello delle attività spionistiche israeliane in Libano è così alto, cosa possiamo dire dello spionaggio israeliano in Iraq, occupato militarmente dagli americani?” si è chiesto Nasrallah. “Tutti noi sappiamo che un Iraq forte ed unitario rappresenta una linea rossa per Israele. Ecco perché Israele cerca di promuovere giorno e notte conflitti tra gli iracheni. Grazie a Dio e nonostante tutti i massacri; Israele ha fallito e gli iracheni hanno superato questa fase. Quando la scelta della sedizione cade, non rimane altra scelta che quella del ritiro”.

L’asse della Resistenza verso la vittoria

Il Segretario Generale di Hizbullah ha detto anche che l’asse della resistenza è stato in grado di raggiungere nell’ultimo decennio un risultato eccezionale e storico in tutta la regione, un risultato che ha avuto ripercussioni su tutto il mondo.
Nasrallah ha ricordato la teoria del “Nuovo Medioriente” avanzata dagli americani per la regione con l’obiettivo di imporre un compromesso umiliante per gli arabi. “Dopo gli attacchi dell’11 settembre i neoconservatori al potere in America avevano un piano per la regione chiamato “Grande Medioriente”. L’essenza del piano è il rafforzamento dello status di Israele attraverso un accordo vergognoso che sarebbe stato inflitto ai palestinesi con la complicità del mondo arabo. Sono venuti con l’obiettivo di distruggere tutti i tipi di resistenza – militare, politica e culturale”.
“Volevano cancellare la Resistenza dal Libano, dalla Palestina e dall’Iraq; non soltanto la resistenza militare, ma anche quella politica e popolare. Volevano imporre un compromesso umiliante senza essere pronti ad affrontare qualunque tipo di resistenza. Volevano far cadere la resistenza in Siria e dominare completamente l’Iraq. Volevano isolare l’Iran ed il suo regime islamico”.
“Posso dire che questo schema è forte. Tuttavia, l’asse della resistenza potrebbe ottenere la vittoria, nonostante le sue differenze in quanto a competenze e capacità. Lo schema (imperialista, Ndr) è stato sconfitto. Ma questo non significa che il conflitto sia finito. Siamo arrivati ad un’altra forma del conflitto. Le Nazioni Unite non stanno lanciando guerre nella regione non perché abbiamo modificato le loro norme e la loro etica, ma semplicemente perché non sono in grado di avviare nuove guerre dopo la sconfitta”.
“Perchè ci riusciamo? E’ soprattutto grazie alla fermezza della Resistenza in Palestina ed in Libano, la fermezza della volontà politica in Libano, la costanza delle persone in Siria ed in Iraq. Oggi, siamo invitati a proseguire questo percorso. Sento che siamo più vicini che mai alla vittoria. Ormai “Israele” è andato. Israele oggi si trova ad affrontare molte sfide. Noi dobbiamo rafforzare la nostra unità e coerenza. Siamo preoccupati più che mai a sostenere la Resistenza Palestinese. E’ l’unico modo per liberare Al-Quds e la Palestina”.

Imam Sadr vive, detenuto in Libia

Per quanto riguarda il Libano, Seyyed Nasrallah ha rinnovato l’impegno per l’equazione di “esercito, nazione e Resistenza”.
Nasrallah ha ricordato anche l’anniversario della scomparsa dell’Imam Mussa Sadr e dei suoi due compagni. “L’Imam Sadr è l’Imam della Resistenza. E’ il nostro leader e padre. E’ stato uno che ci ha insegnato come amare Al-Quds e come combattere l’occupazione. Sappiamo che era in Libia quando è scomparso. Il portavoce (del parlamento libanese ndt) Nabih Berri ha parlato martedì di questa questione. Non mi ripeto ma confermo ogni parola che ha detto su questa questione a tutti i livelli”.
Secondo Seyyed Nasrallah la giustizia deve assumersi le sue responsabilità. “La questione della scomparsa dell’Imam Mussa Sadr non è mai stata presa in mano dal Tribunale Internazionale. Lo diciamo ad alta voce: L’Imam Mussa Sadr ed i suoi due compagni sono detenuti in Libia e dovrebbero essere liberati”.

Hizbullah non risponderà alle richieste di Bellemare

Seyyed Nasrallah ha detto che non risponderà alle richieste del Procuratore del Tribunale Speciale per il Libano Daniel Bellemare perché il gruppo di resistenza( Hezbullah ndt) non è interessato al Tribunale per il Libano. “Non siamo interessati al Tribunale Internazionale e, di conseguenza, non potremo rispondere alle richieste di Bellemare” ha detto Seyyed Nasrallah.
“Nel caso che la magistratura libanese avesse domande e richieste, siamo pronti. Ma nel caso in cui il ruolo della magistratura libanese sia quello di mediare tra Hezbullah e Bellemare, allora non siamo pronti, perché non siamo interessati al Procuratore Internazionale. Se la magistratura libanese è interessata ad interrogare spie e falsi testimoni, siamo pronti per qualunque collaborazione. Ma è l’ultima delle nostre preoccupazione se Bellemare è interessato o meno”.

Gli arabi devono aiutare il Libano. rifornendo l’esercito con le armi

Il Segretario Generale di Hizbullah è andato alla seconda parte della sua equazione: l’esercito.
Nasrallah ha rinnovato l’invito di rifornire l’esercito nazionale con armi avanzate. “Abbiamo già presentato una proposta da chiedere agli Stati arabi per un aiuto. Rinnoviamo la nostra proposta. E’ un loro dovere aiutare il Libano. Il Libano è la ragione per rendere gli arabi orgogliosi della loro identità araba. Li invitiamo a fornirci le loro armi inutilizzate. Abbiamo anche detto che siamo pronti a collaborare per chiedere l’aiuto iraniano. Gli iraniani hanno detto che sono pronti”.

Hizbullah ha avuto tre martiri in Burj Abi Haidar

Andando all’incidente di Burj Abi Haidar, Seyyed Nasrallah ha detto chel’incidente è stato davvero tragico. “Ho detto ai nostri fratelli che non abbiamo perso due martiri in questo incidente. Ma ne abbiamo persi tre. Si tratta di un tragico incidente individuale che non ha connotazioni politiche. Per noi è una perdita completa; a tutti i livelli: umanamente, moralmente e politicamente”.
Seyyed Nasrallah ha sottolineato che l’incidente è stato frutto di una questione individuale che si è sviluppata in modo molto triste. “Ma posso assicurarvi che l’incidente non ha alcun retroscena politico. Tutto quelloche avete sentito di analisi politiche non è vero. Posso rassicurare tutte le persone che hanno detto che l’incidente sarebbe frutto di un conflitto siro-iraniano: i rapporti siro-iraniani sono più forti che mai”.

Non è così che gli statisti dovrebbero lavorare

Seyyed Nasrallah ha detto inoltre che i media hanno amplificato e sopravvalutato l’accaduto. “C’è anche la speculazione. Siamo restati in silenzio per più di tre giorni perché ci sono stati feriti. Ma cosa abbiamo fatto? Nonostante vogliamo cercare di evitare la sedizione come abbiamo fatto con Ahbash, hanno fatto esattamente il contrario. Si tratta di speculazioni molto pericolose che minacciano la sicurezza e la stabilità. Questo non è il modo di affrontare questioni molto pericolose e sensibili. Questo non è il modo in cui dovrebbero lavorare statisti e leaders di partito”.
Nel frattempo, Seyyed Nasrallah ha criticato il fatto che alcuni politici fanno uso dell’incidente per aprire questioni enormi come quella delle armi in Libano. “Questo richiede un serio approccio. E’ impossibile risolvere una questione simile in due o tre giorni. Ci sono armi in ogni casa in Libano.
E’ una questione molto complicata e, quindi, ha bisogno di tempo e di saggezza. Ecco perché io invito al consenso nello stabilire una metodologia per amministrare le questioni del paese, evitando le reazioni a caldo”.

I rifugiati palestinesi: quello che è avvenuto è positivo, ma non basta

Per concludere, Seyyed Nasrallah ha sollevato la questione dei diritti dei rifugiati palestinesi in Libano. “Quello che è avvenuto al Parlamento ha bisogno di essere discusso. Ciò che è avvenuto è positivo, ma non basta. I rifugiati non sono soddisfatti, ma allo stesso tempo ci sono questioni legali aperte. Ci dovrebbe essere un serio dibattito per pensare ad un modo per unire le preoccupazioni ai diritti ed ai bisogni”.
In conclusione, Seyyed Nasrallah ha detto che la Resistenza oggi si sente più vicina ad Al-Quds (Gerusalemme ndt): “Il problema con il regime sionista è solo una questione di tempo” ha detto Nasrallah, ribadendo che il regime sionista è votato a “sparire” prima o poi.

Traduzione di Mohammed-Roma: mohammedroma@hotmail.it
Fonte: http://www.almanar.com.lb 04-09-2010

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