George Galloway nella “lista nera”
Il Cairo – InfoPal. Il ministero degli Esteri egiziano ha fatto sapere che non permetterà il passaggio via terra del Convoglio di aiuti per Gaza Lifeline 5, poiché il transito è autorizzato solo dal porto di el-‘Arish.
Con quest’affermazione, il ministero ribadisce la necessità che il cargo venga scaricato al porto di el-‘Arish, perché poi la Mezzaluna Rossa egiziana ne organizzi l’invio via terra nella Striscia di Gaza assediata.
L’Egitto acconsentirà inoltre a non più di cento attivisti di attraversare il confine, a condizione che questi forniscano alle autorità le proprie generalità con due settimane di anticipo.
Secondo Il Cairo, queste procedure hanno lo scopo di facilitare l’accesso dei rifornimenti nella regione senza oltrepassare le capacità di gestione del porto di el-‘Arish.
Il portavoce del ministero degli Esteri egiziano ha tuttavia ribadito che il parlamentare britannico George Galloway (foto) è ancora considerato “persona non gradita” in territorio egiziano, quindi non gli è consentito entrarvi.
Il Convoglio, partito sabato da Londra, si compone di varie parti, alle quali partecipano attivisti da vari Paesi – Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia, Canada, Irlanda, Malaysia, ecc.
Una di queste è partita dall’Europa, e attraverserà la Turchia e la Siria, mentre altri due sono gli spezzoni “arabi”: uno proveniente dal Golfo e dalla Giordania, l’altro dal Maghreb. Tutti dovranno fare rotta verso il porto di el-‘Arish, per poi dirigersi verso Rafah (confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto).
Il ministero degli Esteri egiziano afferma che “sta seguendo da vicino l’evolversi degli eventi e che le ambasciate egiziane dei Paesi da cui passano le parti della Carovana hanno informato sulle regole che riguardano l’ingresso degli aiuti e il loro scarico nel porto di el-‘Arish, con la Mezzaluna Rossa egiziana che sarà responsabile del loro ingresso dal valico di Rafah”.
“Le norme egiziane non permettono il passaggio dei Convogli via terra e pongono un chiaro limite al numero degli accompagnatori, che devono fornire i propri dati alle autorità almeno due settimane prima di salpare”, ha confermato il portavoce.
“Il coordinatore di Lifeline 5, il britannico George Galloway, rientra tra coloro che non possono entrare in Egitto, pertanto a nessuna condizione gli permetteremo di mettere piede sul nostro territorio”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri egiziano.
I partecipanti a Lifeline 5, partita sabato 18 settembre dalla Gran Bretagna, prevedono di arrivare a destinazione (Gaza) il 10 di ottobre.
Zaher Birawi, portavoce della Carovana, ha spiegato che il viaggio fino alla destinazione prenderà una ventina di giorni, col passaggio dal territorio europeo, poi quello turco e infine quello siriano. L’ultima parte della tratta sarà attraverso l’Egitto, dove si riuniranno tutti gli spezzoni del Convoglio internazionale di solidarietà con gli assediati di Gaza.
“Tuttavia – ha aggiunto Birawi – non esiste al momento alcun coordinamento con le autorità egiziane per facilitare il passaggio degli aiuti via terra attraverso il valico di Rafah. Ma Lifeline 5 è un Convoglio umanitario, e il governo egiziano ha già aperto il valico al movimento degli aiuti umanitari dopo i fatti della Flotilla; per questo ci aspettiamo, e speriamo, che non vi sia alcuna opposizione al passaggio della carovana verso Gaza. L’Egitto non è il problema: il problema è l’embargo degli occupanti israeliani”.
Birawi ha poi fatto sapere che gli organizzatori del Convoglio intendono mettersi in contatto con le autorità egiziane appena partiranno dalla Siria, in modo da rendere le cose più chiare quanto al numero dei partecipanti e al contenuto degli aiuti. In caso di risposta positiva, il Convoglio partirà dal porto siriano di Latakia in direzione el-‘Arish, per poi andare verso Rafah via terra.