Il leader maoista Azad, di cui la polizia dell’Andhra Pradesh ha rivendicato l’uccisione durante uno scontro il 1° luglio, secondo il referto post mortem cui ha avuto accesso Krishnakumar Padamanbhan di Rediff.com.,  è stato colpito da una distanza molto ravvicinata.

Il leader maoista Azad, alias Cherukuri Rajkumar, che la polizia dell’Andhra Pradesh ha sostenuto di aver ucciso in un combattimento nelle foreste del distretto di Adilabad nell’Andhra Pradesh, è stato colpito da una distanza molto ravvicinata, probabilmente da meno di un piede, secondo il rapporto post mortem visionato da Rediff.com. Il referto post mortem contraddice la versione della polizia, secondo la quale Azad è stato ucciso in uno scontro a fuoco fra le 11 e le  11,30 di notte il 1° luglio nel villaggio di Sarkepally, Wankedi, nel distretto di Adilabad.

Dopo che la polizia dell’Andhra Pradesh ha rivendicato che Azad, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista Indiano – Maoista e dell’ufficio politico quale portavoce, era stato ucciso nelle foreste del distretto di Adilabad, i maoisti hanno sostenuto che egli era stato catturato a Nagpur il giorno prima, volato in elicottero ad Adilabad e giustiziato a sangue freddo insieme ad un uomo chiamato Hemchandra Pandey.

A maggio il ministro dell’Interno P. Chidambaram aveva invitato Swami Agnivesh, che nel mese di aprile aveva guidato una marcia della pace a Chhattisgarh, a mediare con i maoisti e ad esplorare la possibilità di un cessate il fuoco che probabilmente sarebbe sfociato in colloqui di pace con il governo centrale.

Con l’autorizzazione di Chidambaram, Agnivesh si incontrò con i maggiori leader maoisti Kobad Gandhy nella prigione Tihar a Delhi, e Narayan Sanai nella prigione Raipur a Chhattisgarh, per avviare il processo di pace. Egli inoltre scrisse ai maoisti, informandoli dell’interesse del governo ad un dialogo, per giungere ad una soluzione pacifica della insurrezione di sinistra, che ha paralizzato la vita in molti distretti del paese. Azad rispose in nome dei maoisti, esprimendo la disponibilità a colloqui con il governo centrale e segnalando che la sua organizzazione poteva valutare un cessate il fuoco. Un punto critico fu l’insistenza di Chidambaram su una data per il cessate il fuoco che, secondo il ministro dell’Interno, avrebbe mostrato le intenzioni dei maoisti.
Chidambaram disse ad Agnivesh che i colloqui sarebbero potuti iniziare una volta che il cessate il fuoco – la cui durata poteva estendersi a tre giorni, o sei mesi o più a lungo – fosse in atto.

A fine giugno Agnivesh scrisse di nuovo ad Azad, suggerendo tre date nel mese di luglio in cui il cessate il fuoco sarebbe potuto entrare in vigore. Azad aveva con sè la lettera di Agnivesh il giorno in cui è morto.

Ci sono altre discrepanze nella ricostruzione della polizia e nel primo rapporto informativo, cui ha avuto accesso anche Rediff.com.

Secondo il referto post-mortem, il primo proiettile che ha ucciso Azad ha lasciato “una ferita di un centimetro di forma ovale con oscuramento dei bordi bruciati presente nel secondo spazio intercostale sinistro” ed è uscito “nel nono e decimo spazio intervertebrale, laterale rispetto alle vertebre spinali sul lato sinistro.”

Questo solleva due aspetti chiave circa il colpo che ha ucciso Azad: primo, secondo medici ed esperti, tale oscuramento dei bordi nell’ingresso della ferita avviene solo a causa di ustioni provocate da un proiettile sparato ad una distanza molto ravvicinata, nella maggior parte dei casi da meno di un piede. Secondo, lo spazio intercostale è la parte fra due costole. Lo spazio intervertebrale è la parte fra due vertebre. Ciò significa che il proiettile ha colpito Azad alto sul petto ed è uscito attraverso il centro della sua schiena.

Perchè ciò accada, il proiettile deve essere stato sparato dall’alto sulla vittima a distanza ravvicinata.
Ma secondo il primo rapporto informativo la polizia sparava ad Azad, che a suo dire stava in cima ad una collina, da lontano e dal basso.

Il rapporto dice che Azad, accompagnato da 20 o 25 maoisti, dalla cima della collina ha aperto il fuoco sulla polizia, dopo di che la polizia ha reagito uccidendo Azad e Hemchandra Pandey.

La polizia dell’Andhra Pradesh, in ogni modo, ha negato la falsità della ricostruzione dello scontro e ha sostenuto che si è trattato di un autentico scontro a fuoco.
Relativamente all’oscuramento dei bordi della ferita, essi hanno affermato che i segni di bruciatura si verificano anche nel caso di spari a distanza.
Un alto funzionario a Rediff.com: “Abbiamo verificato tale aspetto con esperti forensi. Essi sostengono che è possibile che colpi sparati a distanza possano provocare segni di bruciatura”.

Il rapporto della polizia presenta un  sacco di buchi sul punto, e solleva molte questioni.
Il nocciolo del primo rapporto informativo (numero 40/2010), archiviato da Mansoor Ahmed, funzionario di stanza presso la stazione di polizia di Wankedi, distretto di Adilabad, alle 9, 30 del mattino del 2 luglio, consiste in questo:
I reparti di intelligence  informavano la polizia che un gruppo di 20 membri del Partito Comunista Indiano – Maoista era passato nell’Andhra Pradesh da Maharashtra e si stava muovendo nell’area forestale. Alle 9 di sera, personale della stazione di polizia Asifabad e uno speciale reparto di polizia lanciavano un’operazione di ricerca nell’area boschiva e nella zona collinare fra  Sarkepally e Velgi. Alle 11 di notte la squadra di polizia – equipaggiata con dispositivi per la visione notturna – individuava i maoisti in cima ad una collina e chiedeva loro di arrendersi. Siccome i maoisti hanno aperto il fuoco, la polizia ha reagito per difendersi.

Il fuoco è durato per 30 minuti, dopo di che la polizia ha scalato la cima della collina e si è fermata.
Quando, la mattina presto, la polizia ha perlustrato l’area, ha trovato due cadaveri non identificati, un uomo di 50 anni e uno di trenta che calzavano sandali, con un AK-47 e una pistola 9 mm che stavano ai loro rispettivi lati.

1. Se, secondo il primo rapporto informativo, i maoisti si trovavano in cima ad una collina – il che strategicamente significa che essi avevano un vantaggio sul terreno – come è stato che Azad è stato ucciso da un proiettile sparato tanto vicino da provocargli una bruciatura?

2. Il primo rapporto informativo è contro “non identificati terroristi maoisti”. Ma nella loro inchiesta, cui Rediff.com ha avuto accesso, la polizia ha identificato il maoista caduto come Azad il 2 luglio alle 6 del mattino. Infatti giornalisti locali hanno detto di aver ricevuto telefonate alle 6 del mattino da alti funzionari della polizia del distretto di Adilabad, che li informavano che Azad era stato ucciso in uno scontro.
“Il soprintendente di polizia di Adilabad ha telefonato a me e ad altri giornalisti alle 6 del mattino e ci ha detto che Azad era stato ucciso in uno scontro in questa zona. Abbiamo subito raggiunto il posto e perlustrato l’area fino alle una, ma non siamo stati in grado di localizzare i corpi. Poi sono arrivati alcuni poliziotti locali e ci hanno guidato nel percorso. Abbiamo visto i corpi di Azad e di un’altra persona”, ha detto un giornalista del luogo.
Domanda: se la polizia aveva già identificato Azad alle 6 del mattino, come mai non lo ha menzionato nel primo rapporto informativo che è stato archiviato 3 ore e mezzo dopo?

3. Il primo rapporto informativo dice che il reparto di polizia, che aveva ricevuto la soffiata sulla presenza dei maoisti nella foresta, è arrivato là alle 9 di sera circa del 1° luglio e con l’aiuto dei visori notturni ha individuato 20 – 25 maoisti.
Il rapporto in questione dice anche che dopo lo scontro a fuoco terminato la notte alle 11,30, i poliziotti hanno raggiunto la cima della collina e si sono fermati; afferma inoltre che il reparto di polizia ha trovato due cadaveri la mattina alle 6, quando essi hanno iniziato la perlustrazione.
Domanda: se la polizia aveva visori notturni, come ha dichiarato nel primo rapporto, e se aveva raggiunto la cima della collina occupata dai maoisti dopo che lo scontro a fuoco era terminato, perchè non ha usato gli stessi visori per controllare la presenza di maoisti nascosti? Perché ha dovuto attendere la luce del sole per individuare i corpi?
Al di là di queste discrepanze e delle domande derivanti dalla documentazione ufficiale, ci sono alcuni altri interrogativi pertinenti.

4. Nel caso di scontri, si suppone che la polizia avvii un’indagine giudiziaria in materia.
Ma nella vicenda di Azad, addirittura dopo 52 giorni dallo scontro, il funzionario del distretto, che si suppone conduca l’inchiesta, non ha neppure emesso una notifica in cui testimoni provenienti dalla generalità dei presenti, se del caso, siano invitati a presentarsi davanti al magistrato.
Gli abitanti di Sarkepally e Velgi – il luogo dove la polizia ha dichiarato essere avvenuto lo scontro è situato fra questi due villaggi – hanno detto di aver visto veicoli della polizia  andare sul posto la notte del 1° luglio.

“Abbiamo visto alcuni veicoli oltrepassare il nostro villaggio. Poi circa alle 11,30 ho sentito colpi di pistola”, ha dichiarato un abitante che vuole restare anonimo . “Qui abbiamo visto scontri nel 1997 e nel 2005. A quei tempi, la polizia venne durante il giorno e potemmo sentire i colpi di pistola tutta la notte. Questa volta non è stato così. Essi sono venuti di notte e noi abbiamo sentito alcuni colpi e basta.”

Essi hanno pure affermato che non c’è stato alcun movimento maoista nella regione per almeno un anno.
“Dopo il 2005 il loro movimento è un po’dimunuito”, ha detto un anziano del villaggio.“ Negli ultimi due anni, più o meno, non ci sono stati maoisti nella zona.”
Kranti Chaitanaya, segretario generale del Comitato per i Diritti Civili dell’Andhra Pradesh, che ha accusato la polizia di una serie di falsi casi di scontri, ha detto che le dimensioni dei fori di ingresso e di uscita della ferita mostrano chiaramente che Azad è stato colpito a distanza ravvicinata, e che ciò solleva dubbi critici sull’affermazione della polizia secondo cui egli è stato ucciso in uno scontro a fuoco.

Chaitanaya, che di recente ha contribuito a far uscire un libro sui falsi scontri, ha detto: “Anche i cadaveri raccontano un sacco di storie. Nel caso di Azad, i fori di ingresso delle ferite sono tutti di diametro stretto, il che significa che egli è stato colpito a distanza ravvicinata. Se fosse stato coinvolto nel conflitto a fuoco e la polizia lo avesse colpito dalla distanza che dichiara, le ferite avrebbero avuto un diametro maggiore.”

Attivisti del Coordinamento delle Organizzazioni per i Diritti Democratici, che hanno visitato il luogo dello scontro e il posto di polizia di Wankedi in una missione di inchiesta il 21 agosto, hanno detto che lo scontro ha sollevato una serie di più grandi e inquietanti questioni.
“Dalla nostra inchiesta, questo è manifestamente uno scontro falso”, ha dichiarato Prashant Bhushan , consigliere di più elevato grado della Corte Suprema. “Ma più che l’ episodio in sè, questo solleva diversi punti significativi. E’ ben noto che il ministero dell’Interno dell’Unione (Indiana, l’India è uno stato federale – n.d.t.) si era impegnato, con la mediazione di Swami Agnivesh, nella ricerca di una possibilità di dialogo con il Partito Comunista Indiano – Maoista. Agnivesh parlava con i maoisti attraverso Azad.”

Bhushan ha chiesto:”Il presunto scontro in queste circostanze e in un tale momento solleva questioni importanti: come poteva il reparto speciale della polizia dell’Andhra Pradesh, preposto a combattere contro i maoisti, uccidere Azad in questo modo senza che il ministro dell’Interno dell’Unione e il governo statale (dello stato dell’Andhra Pradesh, n.d.t.) ne fossero a conoscenza, in particolare quando si dice che il ministero dell’Interno guida l’offensiva contro i maoisti?”
Egli ha aggiunto che se il governo centrale era sincero nella ricerca del dialogo, sarebbe stato “naturale per il ministro dell’Interno Chidambaram esprimere preoccupazione per l’esecuzione di un attore cruciale della controparte maoista con cui stava cercando il dialogo per la pace.”

“La sua spiegazione a livello parlamentare è consistita nel fatto che l’inchiesta è di competenza statale (dello stato dell’Andhra Pradesh – n.d.t.)”, ha detto Bhushan. “Questo non è accettabile perché il governo dell’Andhra Pradesh è in mano al Partito del Congresso e se il ministro dell’Interno del governo centrale avesse preteso un’inchiesta, essi non avrebbero potuto rifiutare”, ha aggiunto.

La missione di inchiesta del coordinamento di organizzazioni inoltre ha posto alcune altre questioni. “Come ha fatto la polizia ad individuare la posizione dei maoisti in una foresta di diverse centinaia di chilometri quadrati lungo il confine fra Andhra-Maharashtra? Inoltre, nonostante i 30 minuti di fuoco, neppure un solo poliziotto ha subito una ferita, mentre soltanto Azad e Hemachandra Pandey sono stati uccisi e questo mentre le stessa polizia afferma che i maoisti stavano in cima ad una collina ed essi invece stavano in basso”, ha chiesto Gaulam Navalakha dell’Unione del Popolo per i Diritti Democratici.

Gli attivisti hanno energicamente richiesto un’inchiesta giudiziaria sullo scontro.
“In ogni caso, il governo centrale è competente ad avviare un’inchiesta in base alla legge sulle Commissioni di Inchiesta del 1952. Alla luce del significato dell’assassinio, che ha affossato il processo di pace, per il governo è imperativo istituire un’inchiesta indipendente di livello elevato, guidata da un giudice della Corte Suprema, in carica o in pensione, nominato dal Presidente della Corte Suprema dell’India”, ha detto l’attivista Kavita Srivastava, che faceva parte della missione come membro indipendente.

Inoltre è stato chiesto che il primo rapporto informativo sia depositato contro la polizia e che il caso venga valutato in maniera indipendente, secondo le linee guida della Commissione Nazionale per i Diritti Umani.

Traduzione di Maria Grazia Ardizzone

Fonte:  Rediff.com:
Articolo originale pubblicato il 24 agosto 2010:
http://news.rediff.com/special/2010/aug/23/exclusive-post-mortem-indicates-azad-shot-from-close-range.htm