Il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina ha annunciato in una conferenza stampa del 25 settembre di sospendere la propria partecipazione al Comitato Esecutivo dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina, n.d.t.) in risposta al ritorno di Abu Mazen ai negoziati e all’illegittima “approvazione” da parte del Comitato Esecutivo di questa pericolosa azione.

In una conferenza stampa tenuta a Ramallah guidata dal Vice Segretario Generale compagno Abdel–Rahim Mallouh e dai membri dell’Ufficio Politico compagni Khalida Jarrar e Omar Shehadeh, il Fronte ha messo in guardia sulle gravi conseguenze e ripercussioni della politica di concessioni e pacificazione verso gli Stati Uniti e Israele.

Nella conferenza stampa il Comitato Centrale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina ha emesso una dichiarazione:

Alle masse del nostro popolo palestinese che lotta in Palestina e nella Diaspora…
Alle masse della nostra gloriosa Nazione Araba…

Emettiamo oggi questa dichiarazione alla luce della nostra piena responsabilità storica e nazionale e ad un alto livello di consapevolezza dei grandi rischi per il nostro popolo a causa degli attuali sviluppi politici a livello sia arabo che palestinese. Alla luce dell’azione del vertice dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina di tornare a negoziati diretti con l’entità sionista sotto l’egida dell’imperialismo USA, il Comitato Centrale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina ha convocato una riunione straordinaria per discutere di tutti questi sviluppi, che ha deciso quanto segue:

Primo: Il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina si è fermamente attenuto fin dal 1993 ad un categorico rifiuto di Oslo, e ha avvertito fin dall’inizio del suo approccio pericoloso e delle sue conseguenze disastrose per la causa palestinese, per la carta e il programma dell’OLP e per la lotta nazionale palestinese. La decisione di tornare a trattative dirette ha già fallito per quasi due decenni. E’ un affronto al sangue del nostro popolo sparso nell’Intifada di Al–Aqsa del 2000 e  rappresenta la persistenza del vertice dell’OLP nel continuare il cammino devastante di Oslo, nonostante le sue catastrofiche conseguenze sul nostro popolo. Questo sviluppo mette la causa palestinese nella mani dell’imperialismo statunitense e del sionismo, rendendola responsabile delle loro imposizioni, che mirano alla liquidazione dei diritti inalienabili storici e nazionali del nostro popolo, in particolare il diritto al ritorno dei rifugiati, il diritto all’autodeterminazione e il diritto di cittadinanza e presenza sulla terra dei palestinesi nei territori della Palestina occupati nel 1948. Inoltre i negoziati diretti contribuiscono a rompere il crescente isolamento internazionale dell’entità sionista, a proteggere i suoi leader dalle responsabilità e dalle conseguenze dei loro crimini e della loro macelleria, e a eludere la crescente solidarietà internazionale verso il nostro popolo e i suoi diritti. Essi danno copertura alle pratiche dell’occupazione e alle politiche di costruzione degli insediamenti, di confisca delle terre, di deportazione, di assedio, di arresti e imprigionamenti e di omicidio; erodono ulteriormente la nostra posizione nazionale palestinese e le nostre costanti nazionali; contribuiscono ad approfondire la disastrosa divisione interna fra palestinesi.

Di conseguenza il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, che ha mantenuto e rispettato l’OLP, è stato parte di ogni punto di svolta politica nell’organizzazione e custodisce la sua storia e le sue potenzialità come grande movimento nazionale battezzato dal sangue dei martiri, rifiuta di accettare che l’OLP sia una copertura per politiche che distruggono e minano la nostra causa nazionale. Inoltre rifiuta di accettare che le istituzioni dell’OLP siano trasformate in entità prive di indipendenza, di militanza, di democrazia, di trasparenza e legalità.
Pertanto:

Il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina sospenderà la propria partecipazione alle riunioni del Comitato Esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Noi picchiamo sui muri del carro armato di fronte alle masse del nostro popolo e della nostra nazione, mettendo in guardia sulle serie conseguenze e ripercussioni della politica di concessioni e del ritorno alla trattativa diretta sotto le condizioni degli Stati Uniti e di Israele, tra cui l’assenza dell’ONU e dei suoi riferimenti e l’imposizione del tavolo del negoziato sponsorizzato dagli americani come un sostituto. Con il sostegno statunitense, lo stato sionista cerca di imporre la condizione del riconoscimento di “Israele” come “stato del popolo ebraico” sull’agenda dei negoziati come parte delle trattative. Consideriamo questo passo alla luce della continua costruzione degli insediamenti, del blocco e dell’assedio; alla luce delle persistenti pratiche egoistiche e di esclusione e delle politiche che non tengono in considerazione l’azione collettiva e il processo decisionale palestinese, e alla luce dello schiacciante rifiuto popolare dell’illegittima decisione di ritornare ai negoziati, assunta con solo un terzo dei membri del Comitato esecutivo.

Secondo: La decisione di tornare ai negoziati diretti indebolisce gravemente la decisione del Consiglio Centrale. E’ un abuso dell’OLP, della sua rappresentanza dell’identità nazionale militante palestinese e del suo posto come sede di lavoro comune palestinese.

Invece di assumere una risoluzione nazionale da inviare al mondo, specialmente al fine di rafforzare la posizione ufficiale araba allo scopo di servire la lotta nazionale e i sui obiettivi, il Comitato Esecutivo ha reso una decisione che è stata presa prima ancora di essere presentata. Tale decisione ha avuto luogo in una riunione del Comitato Esecutivo – organo di vertice dell’OLP – con formale mancanza del quorum e con il rifiuto delle forze principali.

Terzo: La decisione del Fronte Popolare di sospendere la propria partecipazione alle riunioni del Comitato Esecutivo non significa che ci stiamo impegnando in qualche contesto parallelo o alternativo all’OLP come quadro di riferimento nazionale per ricomprendere tutto il popolo palestinese  in patria e nella diaspora. Il Fronte non è solo contro l’uso dell’OLP e delle sue istituzioni come strutture di un guscio vuoto per giustificare concessioni, ma respinge anche ogni negazione del fatto che l’OLP è un grande risultato nazionale del nostro popolo e delle componenti della coeva rivoluzione palestinese e il frutto di tanti sacrifici dolorosi. Proprio come in passato, il Fronte Popolare non cesserà nel presente e nel futuro la lotta per riformare e ricostruire l’OLP su basi nazionali e democratiche, comprese elezioni basate sulla rappresentanza proporzionale in Palestina e, ove possibile, nella diaspora. Ribadiamo l’impegno della dichiarazione del Cairo del marzo 2005 e del documento dell’Accordo Nazionale del giugno 2006 (Documento dei Prigionieri) per porre fine alla disastrosa situazione di divisione, ricostruire l’unità nazionale e rafforzare la fermezza del nostro popolo nell’affrontare l’occupazione e le sue pratiche sul terreno. Questi sono i compiti centrali di tutti i palestinesi nell’attuale fase nazionale.

Quarto: Il Fronte Popolare, mentre conferma che l’OLP è il solo legittimo rappresentante del nostro popolo ovunque sia presente, fa appello alle masse del nostro popolo, alle diverse parti e forze politiche, ai leader della comunità e alle personalità indipendenti a formare e sostenere il più ampio movimento popolare per fermare i negoziati e porre fine al disastroso percorso degli accordi di Oslo. Chiediamo la convocazione di una conferenza internazionale con pieni poteri sotto l’egida delle Nazioni Unite e con le risoluzioni e la legittimità internazionali come suo riferimento, al fine di rendere effettivi i diritti dei palestinesi e costringere l’Entità Sionista ad attuare le risoluzioni delle Nazioni Unite, in particolare la risoluzione n. 194, assicurando il ritorno dei rifugiati alle loro case da cui furono cacciati via, come pure lo smantellamento degli insediamenti e lo spostamento dei coloni. Chiediamo un duro lavoro per ricostruire l’unità nazionale e sviluppare una strategia per un’azione politica a sostegno dei nostri principi nazionali e metter fine alla dipendenza da negoziati che una dolorosa esperienza ha già dimostrato essere inutili nella migliore delle ipotesi, devastanti e pericolosi nella peggiore.

Unità, fermezza e resistenza fino alla vittoria!
Gloria ai martiri, salute ai feriti, libertà per i prigionieri e vittoria per il nostro popolo!

Fronte Popolare di Liberazione della Palestina
Il Comitato Generale Centrale
Settembre 2010

Documento originale: http://www.pflp.ps/english/?q=pflp-suspends-its-participation-plo-executive-comm

Traduzione di Maria Grazia Ardizzone