Tre settimane dopo che Corea del nord e Corea del sud si sono scambiate colpi d’artiglieria per diverse ore, la calma non è ancora tornata. Sembra che gli Stati uniti vogliano a tutti i costi prolungare questa situazione di conflitto con l’intenzione di isolare la Cina e ottenere il congelamento dei rapporti tra questa e alcuni paesi dell’Asia orientale. La ricostruzione dei fatti ci dice che l’incidente del 23 novembre tra i due Stati coreani è stato provocato e che da allora gli Stati uniti mantengono intenzionalmente alta la tensione.

La ricostruzione dei fatti (1):
1.
Durante la settimana del 23 novembre, Corea del sud e Stati uniti erano impegnati in esercitazioni militari congiunte denominate “Hoguk”, che significa “Difesa dello Stato”, e che coinvolgevano 70.000 uomini, 600 carri armati, 500 aerei da combattimento, 900 elicotteri e 50 navi da guerra (2).

2. I giorni precedenti e il 23 novembre, la Corea del nord chiedeva ripetutamente e con forza che tali esercitazioni militari non venissero effettuate.
3. Il 23 novembre, le unità di artiglieria dell’esercito sud-coreano posizionate sulle isole del Mar Giallo occidentale, a 7 miglia nautiche (13 km) di distanza dalla costa nord-coreana, aprono il fuoco per quattro ore. Secondo il ministero della Difesa sud-coreano, queste unità hanno sparato 3.657 volte ad una velocità di poco superiore ai 900 colpi l’ora. Hanno tirato nella zona marittima rivendicata sia dalla Corea del nord che dalla Corea del sud. Questo spazio marittimo si trova in prossimità della linea di demarcazione settentrionale, istituita nel 1953 dalla marina militare statunitense e non riconosciuta a livello internazionale, né dalla Corea del nord. I nord-coreani considerano i tiri d’artiglieria come un bombardamento del loro territorio.
4. Le unità di artiglieria nord-coreane rispondono al fuoco bombardando a loro volta l’isola di Yeonpyeong. Da questa, l’artiglieria sud-coreana prende di mira le basi militari nord-coreane. Sull’isola di Yeonpyeong si trovano basi militari sud-coreane e vi è anche una comunità di pescatori di circa 1300 anime. A seguito dei colpi dell’artiglieria nord-coreana, due soldati sud-coreani restano uccisi insieme a due civili sud-coreani impiegati dall’esercito della Corea del sud. Anche da parte nord-coreana si deplorano due morti.

 
Mantenere la tensione
Lo stesso giorno dell’incidente, Stati uniti, Unione europea e Giappone condannano la Corea del nord – senza che sia stato avviata alcuna indagine sui fatti. Il 24 novembre, il presidente Obama invia le portaerei George Washington. La nave dispone di armi nucleari a bordo, trasporta anche 75 aerei da combattimento e 6.000 uomini. La Corea del sud e gli Stati uniti decidono di continuare le esercitazioni militari e di aumentare il numero di navi da guerra. Ma queste manovre non proseguono nelle aree originariamente previste. La Corea del sud voleva inizialmente continuare le sue esercitazioni d’artiglieria sulla succitata isola di Yeonpyeong, ma le revoca. Le esercitazioni congiunte Corea del sud-Stati uniti ora hanno luogo nel Mar Giallo, approssimativamente a 125 miglia nautiche (circa 230 km) dalla linea di demarcazione.
 
Due giorni dopo la fine di queste manovre, Giappone e Stati uniti danno inizio insieme a nuove esercitazioni militari. Vi partecipano 44.000 soldati, 40 navi da guerra giapponesi e 20 americane, oltre a centinaia di aerei da combattimento. Le esercitazioni si svolgono nella zona intorno alle isole meridionali del Giappone.
Nel frattempo, il primo ministro cinese Wen Jiabao e il presidente cinese Hu Jintao si rivolgono a più riprese a Corea del nord, Corea del sud, Giappone e Stati uniti per iniziare dei colloqui e abbassare la tensione. Gli ultimi tre paesi citati rifiutano queste trattative di pace. Al contrario, la ministra statunitense degli Esteri, Hillary Clinton, convoca a Washington i suoi omologhi di Corea del sud e Giappone, Kim Sung-hwan e Seiji Maehara, per consultazioni, al termine delle quali un comunicato stampa congiunto annuncia quanto segue: “Il nostro incontro riflette la necessità di una maggiore cooperazione trilaterale al fine di far fronte alle incessanti e nuove sfide. Le nostre tre nazioni confermano le loro reciproche responsabilità bilaterali per come sono definite nei trattati di sicurezza firmati tra Stati uniti e Corea del sud e tra Stati uniti e Giappone. Questi trattati sono alla base di entrambe le alleanze (3)”. Nel 2003, la Concertazione a sei tra Corea del nord, Corea del sud, Stati uniti, Giappone, Cina e Russia fu lanciata per consolidare la pace nella penisola coreana. La Cina era ospite della riunione. Ora l’appello cinese a proseguire questo dialogo è di fronte ad un netto rifiuto di Washington. Gli Stati uniti, dal canto loro, preferiscono rafforzare le relazioni politiche e militari con Giappone e Corea del sud.

 
La Cina messa in un angolo
Stati uniti, Giappone e Corea del sud hanno preso di mira la Corea del nord presentandola come una minaccia alla loro sicurezza. Mentre le provocazioni proseguono, Hillary Clinton dichiarava: “La Corea del nord rappresenta una minaccia immediata per la regione e per la Corea del sud e il Giappone in particolare (4)”.
Va aggiunto che questa minaccia è possibile solo perché la Corea del nord può contare sul sostegno della Cina. La Cina fornirebbe anche le bombe atomiche alla Corea del nord.
Eppure, la politica della Cina è orientata alla pace e alla conciliazione. Non solo a beneficio della stessa penisola coreana, ma anche perché la Corea del nord è un cuscinetto tra la Cina e le truppe statunitensi in Corea del sud. La massima priorità data allo sviluppo economico e sociale della Cina sarebbe in pericolo in caso di guerra ai suoi confini. “Noi optiamo per la pace, la sicurezza e la cooperazione nella penisola coreana e la nostra valutazione degli eventi si basa esclusivamente sui fatti”, ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi (5).
 
Ma, per ora, la diplomazia cinese ha poco peso contro la propaganda americana, sud-coreana e giapponese. Agli occhi di molti paesi in Asia orientale, la Cina è in parte responsabile della tensione nella penisola coreana. Questo è precisamente ciò che vogliono gli Stati uniti. La Cina è diventata il principale partner commerciale di Corea del sud e Giappone, così come di gran parte dei paesi in Asia orientale. Questo crea rapporti che indeboliscono l’influenza degli Stati uniti nell’Oceano pacifico. Per invertire questo processo, scrive il comitato di esperti del Center for a New American Security [Centro per una nuova sicurezza americana], “i nostri legami bilaterali, nella parte asiatica dell’Oceano pacifico devono rimanere la base della futura politica americana verso la Cina. Questi rapporti sono essenziali per superare le conseguenze e le implicazioni della crescita della Cina. Le nostre relazioni bilaterali con Giappone, Corea del sud, Australia, Thailandia e Filippine – così come le numerose partnership nell’area – giocano un ruolo vitale nel garantire l’accesso degli Stati uniti nella regione e nello sconsigliare una potenziale aggressione cinese (6)”.
Gli scontri procurati tra Corea del nord e Corea del sud sono un’applicazione di questa politica. I fatti suggeriscono che nei prossimi anni, il centro del confronto tra Stati uniti e Cina sarà nella zona di mare che va dal sud della Cina, attraverso lo Stretto di Taiwan, per giungere alla penisola coreana. E’ in questo specchio d’acqua che si trovano le zone di conflitto che non attendono altro che un dito americano prema il pulsante e le inneschi.
 
Nel sud della Cina si estende il Mar cinese meridionale. E’ costellato di isole rivendicate tanto dalla Cina come da Brunei, Malaysia, Filippine, Taiwan e Vietnam (7). Più a nord si trova lo Stretto di Taiwan, che lo separa dalla Cina. Due anni fa, l’alleanza militare tra Giappone e Stati uniti, ha descritto lo Stretto come “essenziale per la nostra difesa”. Più a nord sono le Isole Diaoyu (Senkaku in giapponese) che sono oggetto di una disputa tra Cina e Giappone.
Per gli Stati Uniti queste sono tutte possibilità per provocare conflitti tra una serie di paesi e la Cina, rafforzando in tal modo le alleanze e la loro presenza politica e militare. Questa politica è una componente della guerra fredda, avviata dagli Stati uniti contro la Cina, data la necessità di evitare per il momento una vera e propria guerra, perché gli Stati uniti non se lo possono permettere: ciò trascinerebbe la loro economia in un profondo baratro.

 
Note
1.
La ricostruzione è stata effettuata dal prof. Kim Nan, Università del Wisconsin, e John McGlynn, giornalista per la l’Asia-Pacific Journal. Vedi Japan Focus, 6 dicembre 2010.
2. “ASCK Steering Committee Statement on the Current Crisis in Korea” (Dichiarazione del Comitato direttivo ASCK sulla crisi in corso in Corea), ” Alliance of Scholars Concerned about Korea (Alleanza degli accademici preoccupati per la Corea ), 27 novembre 2010.
3. Ministero statunitense degli Esteri, Comunicato stampa, 6 dicembre 2010.
4. “US-Japan naval drills start as N Korea tensions rise” (Le esercitazioni navali nippo-americane iniziano nel momento di amplificazione delle tensioni con la Corea del nord), BBC, 3 dicembre 2010.
5. Zhang Liangui, “China neutral on Korean issue” (Cina è neutrale nella questione coreana), China Daily, 7 dicembre 2010.
6. Abraham Denmark er Nirav Patel (éd.), China’s Arrival: A Strategic Framework for a Global Relationship (L’arrivo della Cina: un quadro strategico per le relazioni mondiali), Center for a New American Security CNAS, settembre 2009 p. 173.
7. Ronald O’Rourke, China Naval Modernization: Implications for U.S. Navy Capabilities — Background and Issues for Congress (La modernizzazione della marina cinese: implicazioni per la capacità della US Navy – Contesti e problemi per il Congresso), Congressional Research Service CRS, ottobre 2010, p. 8.

da www.infochina.be/fr/content/le-conflit-entre-la-cor%C3%A9e-du-nord-et-la-cor%C3%A9e-du-sud-la-chine-dans-le-collimateur
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare