Sabato 10 settembre, ore 10:00, Piazza SS. Apostoli, Roma
Manifestazione nazionale
Dopo settimane di incontri e defatiganti riunioni, le comunità siriane in Italia (in parallelo a quanto stavano facendo quelle negli altri paesi europei) hanno raggiunto un accordo politico per serrare le fila. Qui sotto, in anteprima, il testo con cui si è costituita la «Unione dei Coordinamenti per il sostegno alla rivoluzione Siriana» [1]. Perché è stato faticoso raggiungere un accordo, malgrado fosse chiara a tutti la necessità di difendere la sollevazione popolare? Intanto il timore di molti, per possibili ritorsioni da parte delle autorità del Baath siriano. Ha pesato poi la diffidenza reciproca, instillata da quaranta anni di regime monocratico e poliziesco. Ma l’ostacolo più grande all’unità sono state le divergenze politiche tra credenti e non, tra le componenti marxiste e quelle liberali, tra quelle antimperialiste e quelle che pensano che solo un intervento straniero potrà abbattere la micidiale macchina da guerra di Bashar al-Assad.
L’appello che segue è quindi frutto di un compromesso tra queste diverse anime, espressione di un difficilissimo punto di equilibrio unitario. Evidenti sono ai nostri occhi i limiti politici del documento, una certa fumosità, nonché un punto incondivisibile, quando il documento chiama non solo movimenti, forze politiche e cittadini, ma pure il governo italiano, ad appoggiare la sollevazione in corso e a protestare contro la repressione del governo siriano. L’Italia è parte integrante della NATO, di una coalizione imperialista. Dalla Jugoslavia all’Iraq, dall’Afghanistan alla Libia, l’Italia è stata in prima linea nelle aggressioni neocoloniali. Un popolo che combatte con eroismo contro l’oppressore che ha dentro casa, non deve chiedere aiuto ai campioni mondiali della tirannia, ai nemici della libertà dei popoli e della sovranità delle nazioni. E’ come offrire la corda per essere impiccati. Il dramma della Libia è sotto gli occhi di tutti.
Tuttavia, in perfetta sintonia con i sentimenti maggioritari del popolo siriano in lotta, l’appello delle comunità siriane in Italia, non solo ha ragione da vendere nel rivendicare democrazia, diritti, dignità e giustizia sociale, afferma anche, in maniera inequivocabile, un principio: no a nessun intervento straniero e imperialista, comunque camuffato.
Per questo il Campo Antimperialista aderisce convintamente alla manifestazione e invita tutti gli antimperialisti a parteciparvi. Non lasciamo solo il popolo e i proletari siriani.
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Appello dell’Unione dei Coordinamenti per il sostegno alla Rivoluzione Siriana in Italia
Sabato 10 settembre, ore 10:00, Piazza SS. Apostoli, Roma
Manifestazione nazionale
Dopo la pacifica rivolta del popolo siriano per la libertà, la dignità e la costituzione di uno stato indipendente, civile e democratico, in accordo coi principi espressi dai coordinamenti costituti all’interno della Siria per guidare la rivoluzione, i liberi cittadini siriani all’estero si sono organizzati per sostenere la rivoluzione creando l’Unione dei coordinamenti in Italia per il sostegno alla rivoluzione Siriana
L’Atto fondativo dell’Unione dei coordinamenti in Italia per il sostegno alla rivoluzione Siriana ribadisce i seguenti principi fondamentali e irrinunciabili :
1. Affermare il carattere pacifico della rivoluzione popolare e il categorico rifiuto dell’uso della violenza e della ritorsione. Affermare, inoltre, il rigetto per le pratiche di persecuzione, umiliazione, tortura e omicidio utilizzate dagli apparati di sicurezza del regime per reprimere la rivoluzione.
2. Affermare la creazione di uno stato siriano moderno sulla base di una nuova costituzione, che garantisca i diritti civili e politici per tutti i siriani, senza discriminazioni di carattere ideologico, religioso, etnico, o sessuale. Ribadire, altresì, i principi del pacifico passaggio del potere sulla base di un suffragio universale, libero e trasparente e la netta separazione tra i poteri : legislativo, giudiziario ed esecutivo. Sottolineare l’esigenza di una distribuzione più equa delle risorse con l’abolizione del monopolio di queste, da parte di una sola categoria sociale, come quella che governa la Siria da più di quattro decenni, e perseguire lo sradicamento della corruzione, dei corrotti e corruttori e della soffocante burocrazia.
3. Sostenere la creazione di uno Stato Civile e Democratico, che garantisca i diritti politici e civili del cittadino siriano all’interno del paese e all’estero, senza discriminazioni. Affermare la necessità di eliminare l’attuale sistema di sicurezza tirannico e repressivo.
4. Rifiutare e respingere totalmente l’interferenza esterna nella rivoluzione e la sua strumentalizzazione politica da parte di qualsiasi forza regionale e/o internazionale, nella profonda convinzione che il popolo siriano sia in grado di gestire i suoi rapporti e designare il proprio futuro autonomamente, nella piena sovranità e integrità territoriale.
5. Confermare che questa rivoluzione è l’espressione di giuste rivendicazioni del popolo siriano, per le quali i suoi cittadini si sacrificano quotidianamente, e non consentire ad alcuno di ottenere mandato su di essa.
Le forze interne che sostengono la rivoluzione sono in grado di realizzare, da sole, le aspirazioni di questo popolo oppresso, ed è nostro dovere sostenerle ed impegnarci per il conseguimento delle sue rivendicazioni: la libertà, la dignità e la giustizia sociale.
6. Affermare l’unità del popolo siriano in tutte le sue componenti etniche e sociali che sono parti integranti del mondo arabo. Ribadire, quindi, i suoi principi fondamentali e le sue ragioni patriottiche e nazionalistiche, che si impegna a difendere.
7. Contattare tutte le forze sociali, le organizzazioni per i diritti civili ed il governo italiano affinché svolgano pressione politica sull’attuale regime siriano, per impedirgli di esercitare sulla popolazione sistematica umiliazione, prigionia, tortura, terrore, espulsione e organizzato omicidio di massa e per sostenere le fondamentali rivendicazioni del popolo.
8. Dichiarare che l’unione dei coordinamenti per il sostegno della rivoluzione siriana in Italia avrà un consiglio generale e unico a cui parteciperanno coordinamenti locali di tutta l’Italia. Il consiglio comprenderà anche alcune personalità patriottiche presenti in Italia non macchiate da crimini o compromesse con il regime.
9. Mantenere i contatti fra l’unione dei coordinamenti per il sostegno alla rivoluzione siriana in Italia e i coordinamenti della rivoluzione all’interno della Siria nonché le forze patriottiche e oneste dell’opposizione rifugiate all’estero. L’obiettivo principale è di ottenere una posizione unitaria nel rispetto delle caratteristiche specifiche di ogni individuo, gruppo e organizzazione, attraverso il lavoro, la collaborazione e la coordinazione di tutti gli sforzi. Nessuno ha il diritto di ignorare o escludere l’altro.
10. Invitare tutti i diplomatici siriani ad aderire alla rivoluzione popolare democratica e pacifica, affinché si separino definitivamente dall’attuale regime poliziesco e si astengano altresì dal rappresentarlo all’estero. Agire e combattere inoltre per l’espulsione di tutti i diplomatici fedeli a questo regime autoritario e tirannico da tutte le ambasciate gestite dai servizi segreti e da tutte le istituzioni dello stato siriano.
E MAIL: tansikiat@gmail.com Telefono: 331 4641306