Una folla, a Gaza, celebra il 24° anniversario di Hamas

Gaza – Speciale InfoPal.
Ieri, centinaia di migliaia di gazawi si sono radunati in piazza al-Katiba, nel centro della città di Gaza, per celebrare il 24° anniversario della nascita del movimento di resistenza islamica, Hamas.

“Gerusalemme, stiamo arrivando”, è lo slogan lanciato durante la manifestazione, riportato su una sorta di timone di un palco a forma di nave, dentro la quale era ospitato un modellino gigante della moschea di al-Aqsa, da tempo ormai sotto continuo attacco israeliano.
Al festival, aperto con canti, inni, e balli di bambini, erano presenti le diverse fazioni politiche palestinesi e il governo di Gaza.

“Hamas è più forte di prima”.
Uno dei leader del movimento dei prigionieri palestinesi liberati, Yahya as-Sinwar, intervenuto tra i relatori, ha affermato che tutti gli attacchi e complotti a cui Hamas è stato esposto non lo hanno indebolito, bensì rafforzato. E ha rivolto un appello alle “rivoluzioni arabe” affinché “i governi decidano di marciare in difesa di Gerusalemme per liberarla dalle mani dell’occupazione israeliana che profana i luoghi santi islamici e cristiani”.
Sinwar ha chiesto alle fazioni palestinesi di lavorare alla liberazione di tutti i prigionieri palestinesi.

Il premier di Gaza: “Resistenza come unica strada per la liberazione”. Nel suo discorso alla folla, il premier del governo di Gaza, Ismail Haniyah, ha promesso che la resistenza contro l’occupazione israeliana e l’apartheid imposto ai palestinesi non si fermerà “fino alla liberazione della Palestina”.

Haniyah ha detto che la resistenza “è l’unica scelta strategica” per la liberazione della terra palestinese.
Il primo ministro ha poi ricordato il fondatore di Hamas, Sheikh Ahmed Yasin, assassinato da Israele nel marzo del 2004, e Hasan el-Banna, “padre” dei Fratelli Musulmani, il movimento egiziano che in questi mesi sta riscuotendo successi elettorali in diversi Paesi arabi, Egitto compreso, e di cui Hamas, nato in Palestina nel 1987, è una filiazione.

“Hamas non può essere sconfitto, emarginato e messo a lato”, ha sottolineato Haniyah, che ha ricordato come il movimento abbia sperimentato anni di aggressioni, guerre, assedio e complotti orchestrati sia da “fratelli” sia da nemici esterni, rimanendo, tuttavia, “il guardiano onesto dei diritti e dei principi palestinesi”.

Haniyah ha aggiunto che Hamas “non accetta il principio dello scambio di terra” e “i compromessi sui rifugiati”, e che, nonostante le colossali sfide e gli attacchi, “non ha svenduto i diritti del popolo palestinese”.
Ha poi puntualizzato che il movimento, “nonostante l’enorma disparità di forze, rispetto a Israele, è stato in grado di liberare i nostri coraggiosi prigionieri” (scambio di prigionieri contro la liberazione del caporale Gilad Shalit, 18 ottobre 2011, ndr).
“La grande partecipazione a queste celebrazioni – ha sottolineato – è la prova che il popolo palestinese sostiene la resistenza e rifiuta le concessioni gratuite offerte dal negoziatore palestinese all’intransigenza israeliana, durante cicli di negoziati che non hanno portato nulla al popolo”.

Unità nazionale e Gerusalemme.
Haniyah ha parlato anche della costruzione dell’unità inter-palestinese e degli incontri con il partito rivale, Fatah: “L’unità nazionale è un grande compito. Io dico ai nostri fratelli a Ramallah: dovete liberare la volontà palestinese dalle pressioni esterne che impediscono la riconciliazione”. Riconciliazione che, secondo il premier di Gaza, deve essere basata su un programma comune che “protegga e preservi i nostri principi”.
Haniyah ha poi affermato che Hamas “non riconoscerà mai la legittimità di Israele” e ha chiesto la creazione di “un esercito di Gerusalemme in ogni capitale araba e islamica”.

Rivoluzioni arabe e Palestina.
Ha lodato le rivoluzioni arabe, aggiungendo che il movimento di resistenza islamica, con la propria determinazione, ha ispirato le masse arabe a insorgere contro tiranni e despoti, e che le rivolte dovrebbero spostare l’attenzione dai temi nazionali a quello “centrale”: la questione palestinese.

Popolarità di Hamas e rivolte arabe: un’analisi.
In un editoriale pubblicato ieri da Pal.info, il giornalista palestinese Khalid Amayreh, noto analista politico, ha affermato che la “moltitudine che ha preso parte alla celebrazione dell’anniversario di Hamas, mostra che la popolarità del movimento è ben lontana dall’essere in declino, come invece attestano sondaggi popolari gestiti da organizzazioni pro-Fatah in Cisgiordania.

“La Primavera Araba, che pare abbia portato i partiti islamici alla ribalta in Paesi come la Tunisia, la Libia e l’Egitto, ha tirato su il morale degli islamisti e li ha resi più speranzosi che mai sul futuro”.
“Molti islamisti palestinesi sperano che, con i loro fratelli alla guida, se non al potere, Israele si troverà di fronte un nuovo mondo arabo più solidale con i palestinesi”.
“Alcuni leader palestinesi, islamici e non, sperano che un governo egiziano guidato da movimenti islamici (Fratelli Musulmani, ndr), subordini il rispetto degli accordi di pace tra Egitto e Israele alle modalità in cui Israele tratta i palestinesi”.

 

da InfoPal