«Cessate il fuoco di tre mesi e dialogo tra governo e oppositori siriani non-violenti»

Mentre in Siria la guerra civile divampa più forte, con l’arretramento dei ribelli ad Aleppo e nuovi violenti scontri nella capitale, va segnalata l’iniziativa diplomatica intrapresa dall’Iran, culminata nella conferenza che si è tenuta a Teheran giovedì scorso.

Fermare la guerra civile, intanto con un “cessate il fuoco”, aprendo la strada ad una trattativa tra il governo ed i settori del movimento popolare che si battono contro Assad, ma al tempo stesso si oppongono con forza alle ingerenze e ad un intervento straniero: è questo il senso dell’iniziativa iraniana.

Come abbiamo scritto, presentando ai nostri lettori Haytham Manna – uno dei protagonisti del prossimo Campo antimperialista di Assisi – esistono in Siria forze come il “Comitato nazionale di coordinamento per cambiamento democratico”, che prendono parte alla ribellione con lo slogan dei “tre no”: no all’intervento straniero, no alla militarizzazione e alla guerra civile, no al settarismo religioso.

Questa posizione può sembrare ora travolta dagli eventi, ma il sostanziale stallo militare potrebbe invece aprire la strada a soluzioni oggi apparentemente improbabili.

Quel che è certo è che lo scenario di una Siria dilaniata per anni dalla guerra civile, un po’ come avvenne al Libano tra il 1975 e il 1990, è quello preferito dall’imperialismo e dal sionismo, che potrebbero così raggiungere i loro scopi giocando sulla pelle del popolo siriano senza neppur bisogno di un intervento militare diretto.

L’iniziativa di pace iraniana va dunque vista in questo contesto. Fermare la guerra civile, ed arrestare la spirale di una guerra confessionale – che si riverberebbe inevitabilmente su tutta la regione – è un obiettivo pienamente condiviso dagli antimperialisti.

A seguire il commento sulla conferenza di Teheran diffuso da Irib.

Siria: conferenza Teheran, ‘cessate il fuoco di tre mesi e dialogo tra governo ed oppositori siriani non-violenti’

TEHERAN – L’Iran, che ieri ha riunito nella sua capitale le autorità di 30 nazioni, propone due misure pratiche per risolvere il problema siriano, tre mesi di cessate il fuoco ed un dialogo serio tra il governo siriano ed i gruppi di opposizione siriana, quelli veri e che non siano coinvolti in azioni terroristiche.
Secondo l’IRIB, lo ha spiegato ieri sera, al termine della conferenza consultiva di un giorno di Teheran, il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi che ha reso noto pure il fatto che attraverso alcune nazioni neutrali, l’Iran starebbe prendendo contatti anche con quella parte onesta dell’opposizione siriana che sarebbe pronta ad un dialogo con il governo nell’interesse della nazione siriana.
“Indubbiamente gli sviluppi della regione sono molto sensibili e complicati e ciò rende doveroso il nostro sforzo di dialogare con tutte le parti che auspicano un’azione pacifica per la soluzione politica dell’attuale crisi siriana. È necessario usare tutte le capacità esistenti per salvaguardare la sicurezza e la stabilità regionale ed opporsi ai nemici della regione del Medioriente”, ha detto Salehì.

Alla conferenza di ieri a Teheran hanno partecipato i rappresentanti di Bielorussia, Mauritania, Indonesia, Kirkizistan, Georgia, Turkmenistan, Benin, Sri Lanka, Ecuador, Afghanistan, Pakistan, Algeria, Iraq, Oman, Venezuela, Tajikistan, India, Russia, Cina, Kazakistan, Armenia, Nicaragua, Cuba, Sudan, Tunisia e Palestina.