Palestina del ’48 – Appello al boicottaggio delle elezioni: i palestinesi vogliono la liberazione, non qualche seggio alla Knesset sionista

Il compagno Mohammed Kana’aneh (nella foto), uno dei leader del movimento Abna’a el-Balad della Palestina del ’48, lo scorso febbraio ha fatto appello per un boicottaggio delle elezioni della Knesset, affermando l’impegno del movimento Abn’a el-Balad di costruire e intensificare il boicottaggio delle elezioni tra i palestinesi del ’48.

“Il regime sionista è impegnato nella sistematica distruzione ed evacuazione forzata del nostro popolo”, ha detto. “Stiamo attuando il boicottaggio non per andare contro i partiti arabi ma per intensificare la nostra lotta contro l’occupazione”. Kana’aneh ha commentato inoltre la proposta di una lista araba unita che partecipi alle elezioni, come “sogno” degli arabi palestinesi residenti nei territori del ’48, facendo notare che questo è solo un sogno per quegli individui e quei partiti politici che hanno cercato di unirsi per riuscire ad entrare nella Knesset. “Questo non è il sogno delle masse arabe e del popolo palestinese – il cui desiderio sono la liberazione reale e il ritorno, l’indipendenza palestinese e la fine dell’occupazione dell’intera terra di Palestina.”

“Riconosciamo i nuovi sviluppi [nella creazione della Lista Araba Unita], ma non troviamo alcun motivo per ritirare il nostro appello al boicottaggio delle elezioni. Al contrario, dobbiamo intensificare la nostra lotta politica attorno a questa posizione rispetto alla questione della Knesset e del suo ruolo nella struttura dell’occupazione sionista”, ha aggiunto Kana’aneh, osservando inoltre che l’obiettivo primario della campagna di boicottaggio non sono i partiti arabi o la loro lista, ma l’occupazione e le sue forme concretizzate nel più alto corpo dello stato. “La Knesset è il centro di una legislazione razzista che non ha portato altro che omicidi, evacuazione forzata, distruzione ed espulsione al popolo palestinese. La Knesset non è un parlamento, si tratta di un consiglio legislativo costruito sulle rovine del nostro popolo, del nostro diritto all’autodeterminazione e della costruzione del nostro stato. Chiunque partecipi a questa elezione dovrà riconoscere Israele come ‘Stato ebraico e democratico’,” ha osservato Kana’aneh, aggiungendo che “questo è il motivo per cui lo Stato sionista vuole abbellire la propria immagine facendo partecipare i partiti arabi alle elezioni, senza che abbiano alcuna possibilità di ottenere un reale potere politico”.

“Dopo il 17 marzo saremo nella stessa trincea di tutti i partiti arabi, con tutti gli elettori e tutti coloro che hanno boicottato, per affrontare insieme la politica sionista razzista che subiamo. Ma vogliamo sottolineare che la partecipazione alle elezioni è un compromesso inaccettabile verso le questioni fondamentali per il nostro popolo. Noi siamo palestinesi, siamo un solo popolo, ma partecipare alle elezioni per la Knesset significa normalizzare le relazioni con l’occupazione”.

“Nel 1948, l’anno della Nakba, le bande sioniste con il sostegno degli Stati Uniti e l’imperialismo europeo occuparono la Palestina; noi non consideriamo l’occupazione sionista come qualcosa che ha avuto inizio nel 1967, ma nel 1948, creando la Knesset sionista sulle rovine del nostro popolo”, ha commentato il leader, sottolineando che anche se quest’anno vi è una più alta percentuale di votanti tra i palestinesi del ’48, Abna’a el-Balad e la campagna di boicottaggio non cambieranno le loro posizioni di principio, che non possono essere oggetto di contrattazione.

“I risultati delle masse arabe palestinesi all’interno ’48 sono arrivati per mezzo della lotta popolare, delle manifestazioni e dell’unità. In oltre 67 anni i parlamentari arabi nella Knesset non hanno ottenuto nessun risultato su nessuna delle questione nazionali del popolo palestinese: hanno confessato che non sono in grado di esercitare alcuna influenza nella Knesset”.

“Al contrario, la voce araba nella Knesset è richiesta dallo Stato sionista come una foglia di fico che copra la nudità dell’occupazione, tributando una adesione di facciata ‘all’unica democrazia in Medio Oriente’ “.

Durante una seduta della Knesset, sia Benjamin Netanyahu sia Stephen Harper, il Primo Ministro del Canada, hanno elogiato “la democrazia israeliana”, sottolineando le parole di Netanyahu: guardate i parlamentari arabi nella Knesset che possono urlare, gridare e interrompere il discorso del Primo Ministro, a differenza della Siria o di altri paesi arabi.

Dunque, la presenza dei palestinesi nella Knesset è stata utilizzata per presentare una falsa immagine democratica dello stato razzista. Il compagno Kana’aneh ha infine fatto notare che “le organizzazioni sioniste negli Stati Uniti e in altre parti del mondo utilizzano la partecipazione degli arabi palestinesi alla Knesset e al voto in immagini e annunci pubblicitari per mostrare al mondo la cosiddetta ‘Israele democratica’.”

da Palestina Rossa