I compagni del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina nelle carceri sioniste, guidati dal loro Segretario e leader Ahmad Sa’adat (foto), hanno deciso di proclamare uno sciopero della fame come forma di lotta per la tutela dei loro diritti e di protesta ai feroci attacchi delle guardie contro i prigionieri politici.

In un comunicato stampa il FPLP ha dichiarato lo stato di massima allerta in tutte le carceri israeliane per un’efficace riuscita della protesta, in modo che la determinazione dell’azione porti a proseguire lo sciopero fino all’accoglimento delle loro richieste, tra cui l’abolizione del divieto di ricevere visite, la garanzia dell’assistenza di cui necessitano i malati, l’interruzione dell’uso della detenzione amministrativa, miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri e l’immediata cessazione degli assalti alle galere da parte delle unità speciali dell’esercito sionista “Almatsada”.

Il Fronte ha sottolineato che tale iniziativa, inquadrata in un contesto di lotta nazionale, è finalizzata alla difesa dei diritti del prigioniero popolo palestinese e ad innescare un processo promosso dai detenuti che sfidi le politiche dell’Occupazione e le leggi sulla detenzione, in particolare quella inerente all’alimentazione forzata, infrazione che riguarda alcuni dei prigionieri, oltre che ad opporsi alle dichiarazioni di alcuni leader sionisti. Il Fronte chiama le masse ad un ampio sostegno della campagna promossa dai detenuti, considerando lo sciopero come la prosecuzione della lotta frontale contro l’occupazione.

Inizialmente lo sciopero era stato indetto ad oltranza a partire da domenica 9 agosto, data che poi è stata rinviata a mercoledì 12 agosto dopo un lungo colloquio e confronto avvenuto con l’amministrazione del carcere di Nafha, al quale erano presenti diversi rappresentati delle parti ed occasione in cui l’IPS (Israeli Prison Service) ha deciso di accogliere le richieste dei prigionieri.

Il Fronte ha comunicato che l’amministrazione carceraria ha promesso di consentire al Segretario Generale Ahmad Sa’adat di poter ricevere visite dalla famiglia e di fermare i continui trasferimenti dei prigionieri politici, anche quelli di al-Fatah, migliorando le condizioni nelle prigioni e interrompendo le ispezioni e gli assalti notturni, oltre ad altre varie richieste.

Il Fronte ha spiegato che ciò che è emerso dall’incontro con l’IPS resta un risultato parziale da valutare con realismo, dato che l’esperienza maturata conferma che l’amministrazione carceraria ha già rinnegato in altre occasioni le promesse fatte in passato. Il rinvio a mercoledì dello sciopero è funzionale all’ottenimento delle richieste che, se sconfessate o procrastinate, porteranno all’immediata proclamazione ed inizio dello sciopero.

Il Fronte sottolinea come la decisione di utilizzare forme di lotta quale lo sciopero della fame resta una scelta strategica ma complessa, ultima risorsa spendibile dalla resistenza dei prigionieri politici una volta esaurite le altre opzioni: per queste ragioni si è reso necessario un approfondito dialogo con l’IPS al fine di scongiurarla. Ma in assenza di risposte ed a fronte di ulteriori rinvii i detenuti combatteranno attraverso quest’arma sino all’accoglimento da parte dell’IPS delle loro giuste e legittime richieste.

Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina

da Palestina Rossa