“Che roba, contessa!” Un tempo qualcuno cantava, e con accenti vibranti, questa vecchia canzone di Paolo Pietrangeli in faccia al clericofascismo nostrano spaventato e disgustato dalla riscossa degli operai italiani. Oggi, molti di quei “qualcuno” cantano ancora la stessa canzone, ma sono loro, questa volta, ad essere spaventati e disgustati: dal “no” degli operai inglesi […]
Dichiarazione del Consiglio nazionale di P101 1. Un voto storico – Con lo storico voto inglese del 23 giugno si apre in Europa una fase nuova ed interessante. Nuovo, e decisamente più avanzato, il contesto in cui si svolgerà d’ora in poi la lotta per farla finita con le oligarchie euriste. La narrazione dominante di […]
Lo storico risultato del referendum in Gran Bretagna. Un voto di classe saluta l’UE: Leave 52% – Remain 48% Il mostro denominato UE ha perso un pezzo. E che pezzo! I 28 sono diventati 27. I sudditi delle oligarchie euriste sono scesi da 503 a 441 milioni. E si potrebbe continuare. Ma per adesso fermiamoci […]
La parola alla sinistra britannica per l’uscita dall’UE:«I diritti dei lavoratori e l’uguaglianza rappresentano la nostra lotta comune. L’Ue è il nostro comune nemico. La solidarietà è il vero linguaggio dell’internazionalismo».
Due sondaggi, pubblicati ieri dal Guardian, danno in testa l’uscita dall’UE 52 a 48 Lorsignori sembravano sicuri. Dalla loro parte la City, le grandi banche d’affari dei due lati dell’Atlantico, Obama, la confindustria europea, il G7. E, naturalmente, l’oligarchia di Bruxelles al gran completo. Potenze in grado di influenzare fortemente il voto, con i loro […]
Com’è noto uno degli argomenti che certa sinistra europeista — in perfetta sintonia con le destre liberiste — usò nel passaggio all’Unione europea, fu che per poter “competere” e vincere la sfida della globalizzazione dei mercati, occorreva lasciarsi alle spalle l’Italietta e procedere a tappe forzate (tra cui la moneta unica) verso un’entità sovranazionale. Così […]
Brexit: il soccorso di Corbyn ad un Cameron in difficoltà La notizia è vecchia di qualche giorno, ma merita comunque un commento.Dopo la City, le grandi banche d’affari, la confindustria europea ed il G20, è arrivato lui: Jeremy Corbyn. Il suo no alla Brexit non è una novità, i toni usati invece sì.
Gli europeisti sembrano molto contenti del fatto che si sia raggiunto un accordo tra il governo britannico e l’UE e che, sulla base di questo accordo, sembri al momento nei sondaggi che vincerebbe l’opzione della permanenza nell’UE nel referendum sull’ipotesi Brexit.
Il vertice dei primi ministri dell’Unione europea ha discusso ieri, anzitutto, su come sventare l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Si è concluso con un accordo che, per quanto abborracciato, consente in effetti a David Cameron di cantare vittoria.
Con il suo Nein il presidente della Bce strapazza malamente Ignazio Visco e chiarisce una volta di più chi comanda in Eurolandia Non che ci fossero dubbi, ma Mario Draghi l’ha voluto affermare con chiarezza: lui sta con Berlino e con la Bundesbank, non certo con Bankitalia e con il governo di Roma.