Dopo la guerra nel Caucaso

IN STATO DI ALLERTA

PER UNA CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO L’ALLARGAMENTO E PER LO SCIOGLIMENTO DELLA NATO

La fulminea vittoria militare dell’esercito russo in Georgia ha una salutare rilevanza strategica perché in un colpo solo ha ottenuto quattro fondamentali risultati: (1) ha azzoppato il burattino Saakashvili, che dal 2003 aveva fatto della Georgia la punta di lancia dell’alleanza euroatlantica nel Caucaso; (2) ha polverizzato il mito delle “rivoluzioni colorate” e quindi posto fine alla pretesa imperialistica occidentale di portare al potere propri fantocci grazie alla mobilitazione “democratica” delle masse; (3) ha posto fine alla pretesa euroamericana di mutilare la forza geopolitica della Russia espandendo la NATO verso Est  (Europa, Caucaso e Asia centrale); (4) ha incrinato quindi in maniera fatale il disegno unipolare e imperiale nordamericano.

Ma i nuovi equilibri sorti dalla vittoria russa sono fragili, ed esposti alla sicura controffensiva nordamericana. Colti di sopresa dal micidiale colpo di maglio russo gli Stati Uniti stanno già tuonando fuoco e fiamme. Entrambi i candidati alla presidenza (Obama per bocca di Brzezinsky e MacCain per bocca della Palin) non hanno infatti esitato a definire la Russia il principale nemico strategico degli USA, ribadendo entrambi con forza l’unipolarismo, quindi la volontà di allargare la NATO, non solo alla Georgia, ma pure all’Ucraina e a chiunque ne voglia fare parte. Infine, mentre la minaccia di aggressione all’Iran resta in agenda, gli USA hanno scelto la via dello scontro frontale con i governi bolivariani in America Latina.

La NATO non è solo un braccio armato tattico, una mera protesi del Pentagono per combattere ogni Resistenza popolare antimperialista e rovesciare regimi ostili (come già sperimentato nella guerra contro la Iugoslavia e in quelle attuali in Iraq e in Afganistan).  La NATO è piuttosto considerato dagli USA il cardine della propria geopolitica imperiale, un modo d’essere strutturale,. Questa formidabile armata imperiale è concepita per tutelare la supremazia mondiale nordamericana, e può svolgere questo suo ruolo incorporando gli alleati come vassalli, trattando ogni paese indipendente come forza ostile e ogni Resistenza popolare come «terrrorista» (vedi l’Iraq).

Vanno decisamente respinti sia l’unipolarismo nordamericano che il complementare disegno di allargare e rafforzare  la NATO. Questi due elementi portanti della politica imperialistica sono i fattori che tengono il mondo in uno stato di guerra permanente e che rischiano di portarlo sull’orlo di una conflagrazione catastrofica.

Una vasta e unitaria mobilitazione per lo scioglimento della NATO, contro l’installazione delle nuove basi strategiche in Polonia e Cecoslovacchia, per lo smantellamento immediato delle sue basi nel mondo, a partire da quella di Vicenza, e contro ogni suo allargamento, è una priorità categorica di chiunque abbia a cuore non solo la pace, ma il diritto dei popoli a resistere e ad autodeterminarsi.

L’anno prossimo cade il 60º anniversario della nascita della NATO. Ci associamo, e invitiamo tutti a fare altrettanto, a quei movimenti che hanno proposto una grande mobilitazione europea.

Nel frattempo ci impegniamo a costruire una prima tappa di mobilitazione in vista del summit dei Ministri della Difesa dei 26 paesi che fanno parte dell’Unione Europea in programma per dicembre. Questo Summit, dopo lo stallo di quello NATO di Bucarest dell’aprile scorso, deve infatti decidere dell’adesione di Ucraina e Georgia al Membership Action Plan, il primo atto dell’ingresso nella NATO.

Questa adesione, fortemente perorata dagli Stati Uniti e dai suoi più servili alleati, non costituirebbe solo un gesto sfrontatamente ostile verso la Russia ma verso tutti quei paesi e popoli resistenti che non vogliono sottomettersi all’arroganza imperiale euroatlantica. Essa rappresenterebbe una pazzesca accelerazione nella prospettiva di un conflitto dalla portata distruttiva incalcolabile.

La mobilitazione contro la NATO e in difesa della pace è la priorità!

Campo Antimperialista

11 settembre 2008