Dopo l’uccisione di Alexis Grigoropoulos

Il 17 novembre è in Grecia una data simbolica di straordinaria importanza. Era il 1973 e quel giorno il regime dei colonnelli entrava nel Politecnico occupato, schiacciando nel sangue la rivolta studentesca. Da allora il 17 novembre è diventata la data della memoria, delle mobilitazioni che vedono scendere unite nella piazza tutta la sinistra antagonista e rivoluzionaria di Grecia. Comunisti d’ogni corrente, anarchici, no – global, come pure migliaia e migliaia di “cani sciolti”, giovani e giovanissimi la più parte, ad indicare che questa data non è solo un ricordare il passato ma un’evocare quella rivolta segnalandone l’attualità delle ragioni. Il 17 novembre è infine qualcos’altro, è l’occasione, per quanto liturgica, dell’unità di tutte le forze antisistemiche.

Quest’anno la giornata cadeva nel mezzo di una crisi grave dal governo di centro-destra di Costas Karamanlis, scosso da scandali economici e finanziari, e mentre questo governo, con la credibilità in picchiata adottava una legge finanziaria molto severa che tra l’altro, mentre taglia le spese sociali, tra cui quelle al sistema di istruzione pubblica, prevede lauti finanziamenti per lanciare quello privato.
E’ in questo contesto che la notte di sabato 6 dicembre, verso le ore 20:00 un poliziotto uccide il giovanissimo Andreas, nello storico quartiere ribelle di Exarchia, proprio a pochi passi dal Politecnico dove nel 1973 i militari fecero la strage.
In risposta a questo assassinio da Atene a Salonicco, da Patrasso ad Eraklion, fino ai piccoli centri del paese, migliaia e migliaia di giovani scendono in strada, affrontando la polizia, attaccando i luoghi simbolo del sistema, tra cui banche, centri commerciali, negozi di lusso. Quella che sembrava essere una fiammata spontanea di breve durata si va consolidando, malgrado l’abile mossa del governo di arrestare il killer in divisa e del Ministro degli Interni di rassegnare le dimissioni (quello che il centro-destra italiano non si sognò di fare quando ammazzarono Carlo Giuliani).
Mentre scriviamo sono in corso ad Atene diversi cortei che speriamo si unificheranno, superando consolidate divisioni. Ci sono segnali positivi in questa direzione, se è vero che anche il forte Partito Comunista della Grecia (K.K.E.), tradizionalmente ostile alla sinistra antagonista e rivoluzionaria, ha deciso di scendere in piazza, pur evitando di unirsi come occorrerebbe a tutti gli altri spezzoni della rivolta.
Cresce la richiesta di un vero sciopero generale politico il quale, se davvero accadesse (ma per questo ci sarebbe bisogno che si svegliasse la decrepita burocrazia sindacale), non solo unirebbe i giovani studenti e i lavoratori, ma darebbe un forte impulso alla lotta per la cacciata del governo di centro-destra.
Salutiamo quindi i giovani greci, che in massa hanno deciso di ribellarsi, e che siano d’esempio a quelli italiani. Occorre sì lottare tutti uniti, ma attaccando il sistema. Se uno sogna da solo verrà tacciato di essere un visionario, ma se sogniamo tutti assieme possiamo cambiare la realtà. Se pochi si lanciano all’assalto saranno bollati come estremisti, se lo faremo in tanti metteremo paura al potere e saremo rispettati come rivoluzionari.

Pubblichiamo qui sotto l’appello appena giuntoci dei compagni del K.O.E., una delle organizzazioni rivoluzionarie greche più attive nel movimento studentesco.

La Redazione

La rivolta deve continuare
VIA IL GOVERNO KARAMANLIS!
APPELLO DELL’ORGANIZZAZIONE COMUNISTA DELLA GRECIA (K.O.E.)

Lunedì 8 dicembre
L’Organizzazione Comunista della Grecia (KOE) salute le migliaia di giovani e di persone che continuano – per il terzo giorno consecutivo – le risolute e combattive manifestazioni contro il governo e i crimini della polizia.
In questo momento (lunedì 8 dicembre) migliaia di studenti delle scuole stanno dimostrando davanti al Quartiere Generale della Polizia ad Atene ma anche nei molti quartieri e città in tutta la Grecia.
Oggi pomeriggio la Coalizione della Sinistra Radicale (SRYZA) ed altre organizzazioni della sinistra hanno chiamato ad una grande mobilitazione popolare nel centro di Atene. Anche il Partito Comunista di Grecia (KKE) che fino ad ora non ha preso parte alle manifestazioni e alle proteste, sotto pressione dei giovani e delle masse popolari ha chiamato ad una manifestazione ad Atene (per ora separata dall’altra manifestazione).
Le manifestazioni in tutta la Grecia esprimono spontaneità e allo stesso tempo una domande politica e popolare: la condanna del governo di Karamanlis. Le proteste e la rabbia delle masse sono pienamente giustificate. I poliziotti che uccidono non vengono puniti. Le scuse del governo mirano invece ad portare l’attenzione sulla distruzione delle proprietà pubbliche e private ma non possono coprire le sue responsabilità. Il governo è colpevole perché arma i poliziotti killer e non li punisce per i loro crimini. Il governo è colpevole perché ha trasformato la città di Atene in una camera a gas nel tentativo di fermare le manifestazioni attaccando la gente con armi chimiche e torturando i dimostranti arrestati.
Il governo porta tutto il peso di una piena responsabilità politica. Esso ha fallito in ogni campo: nell’economia, nell’educazione, nel lavoro e nei diritti democratici. Prima questo governo criminale cadrà meglio sarà per il popolo e la società. Le annunciate dimissioni del Ministro degli Interni e del Vice Ministro dell’Ordine Pubblico, non possono calmare la giusta rabbia della società. Se queste dimissioni non verranno accettate, questa sarà la prova della piena responsabilità del Primo Ministro e dell’intero governo.
La rivolta non deve finire. E’ solo cominciata. Noi chiamiamo ad alzarsi tutti i giovani e il popolo: tutti in piazza nelle manifestazioni di oggi in tutta la Grecia! Va dichiarato lo sciopero in tutte le scuole e vanno occupate le università! Va trasformato lo sciopero generale dei lavoratori di giovedì prossimo in un vero e proprio processo contro il governo criminale, un processo popolare che condanni un governo corrotto e assassino. Chi ha responsabilità deve pagare per impedirgli di continuare con i suoi crimini.
Tutti in piazza! Tutti nelle strade!
Facciamola finita con questo governo che si è venduto la Grecia, che attacca le masse popolari e ammazza i giovani. La lotta popolare vincerà!

Atene, 8 dicembre