Notizie e riflessioni da Vicenza

di Gianluigi Maddalena

Dopo gli scontri di martedì il movimento “No Dal Molin”  ha deciso di coinvolgere ancora una volta la cittadinanza per allargare la lotta contro la nascita di “Ederle due”, indicendo una manifestazione nel centro storico per sabato pomeriggio.

Il tentativo di bloccare i lavori in corso all’aeroporto è fallito per il forte impiego di polizia usato contro i manifestanti. Oltre 400 agenti provenienti anche da altre province hanno impedito con la forza che venisse bloccato l’accesso al Dal Molin, fermando e portando in questura molti militanti e procedendo a una sventagliata di denunce. L’uso sproporzionato della polizia è stato criticato anche dal segretario della UIL Polizia di Stato Antonio Alletto, che ha affermato “Non poteva essere la Questura a fare fronte ad una situazione così rilevante che di giorno in giorno è cresciuta fino a diventare emergenza costante. Il nostro ruolo di poliziotti deve essere tra la gente e per la gente. Invece ci siamo trovati messi lì, a difendere una posizione del Governo. Ma riteniamo che il Dal Molin non può essere un problema risolto in termini di polizia, bensì doveva essere affrontato e risolto in termini politici».

Da parte sua la giunta comunale di centro sinistra ha approvato una mozione che richiede la salvaguardia della vecchia pista di atterraggio al fine di un suo riutilizzo civile. Anche in questo caso è difficile stabilire quanto vi sia di interesse particolare locale e quanto di opposizione alla base americana. Il mantenimento della pista (che è in corso di demolizione) ridurrebbe della metà la superficie a disposizione della base militare rendendone forse problematica la realizzazione. Può essere un tentativo come un altro di ostacolare, se non impedire, la creazione della base.
In ogni caso nella votazione si sono distinti tre consiglieri del PD che hanno definito una “carnevalata contro la legge” ogni tentativo di fermare i lavori.

Il movimento invece, anche rivolgendosi al sindaco, dichiara che “Vicenza è stata espropriata del governo della città per essere trasformata in zona militare a libertà limitata» e che l’opposizione alla base non può essere definita una associazione a delinquere.
Da ciò la saggia decisione di rinunciare allo scontro suicida con la polizia, e di chiamare ancora una volta la città a manifestare. Il movimento studentesco ha già risposto aderendo alla manifestazione e criticando l’atteggiamento della polizia come “spropositato e arrogante”.

Sappiamo tutti che la base si farà, considerato il consenso di tutte le parti politiche, di “destra” e di “sinistra”, ma è estremamente importante che contro questa decisione ci sia una vera lotta popolare. Una lotta che vede coinvolti soggetti quasi esclusivamente “fuori dal recinto”. Persone che hanno abbandonato i partiti di provenienza dopo che questi si erano dichiarati favorevoli alla nuova base militare straniera. Un altro esempio che anche fuori e contro i partiti politici si può agire e raccogliere consensi non disprezzabili.

La lotta andava e va fatta, pur sapendo che l’esito è scontato. D’altra parte non era forse il vecchio Vladimir a sostenere la necessità di affrontare anche battaglie dall’esito incerto poiché anche le sconfitte, se la battaglia era giusta e ben fatta, sono utili e di grande insegnamento.