Brigata di lavoro nel campo profughi di Ein el-Hilweh

Dal 17 agosto al 4 settembre Brigata di lavoro nel campo profughi di Ein el-Hilweh

Si annunciano tempi foschi, la fine dei miti di libertà e tolleranza su cui l’Occidente ha preteso fondare la sua superiorità. La Resistenza non spetta più quindi soltanto ai popoli depredati, aggrediti e dilaniati dalle guerre missionarie dell’imperialismo. Ora che il primo mondo va in pezzi, dobbiamo imparare la lezione di chi da sempre è stato condannato a resistere con ogni mezzo alla miseria tenendo viva la fiaccola della propria dignità.

Non è per fuggire dall’Occidente quindi che abbiamo fondato Sumud, ma per meglio lottare per un futuro di fratellanza e solidarietà. Di contro alla politica triste delle parole vogliamo sperimentare quella dei fatti positivi e degli esempi contagiosi. Prima di tutto vogliamo cambiare noi stessi, ché non si può cambiare il mondo se non si cambiando anche gli uomini che lo abitano.

Non andiamo quindi nei campi profughi palestinesi come “missionari”. Non abbiamo da insegnare loro nulla, né tantomeno convincerli dei valori ipocriti in nome dei quali l’Occidente, Israele e i loro regimi-fantoccio arabi li hanno martirizzati e rinchiusi nei ghetti. Andiamo da loro perché ci hanno chiesto di aiutarli e resistere, e per restituire all’Occidente una parte di quella rabbia, di quella speranza di liberazione, di quella umanità che lì, nella Resistenza, è riuscita a sopravvivere.

Portare i propri corpi nell’inferno dove i dannati della terra sono stati gettati, condividerne la sete di giustizia, respirare assieme a loro l’aria di libertà che li ha tenuti vivi, questo è per noi il volontariato antimperialista. Questo è Sumud, l’ appartenenza alla comunità internazionale degli ultimi, poiché solo quando essi saranno affrancati dalle loro catene l’umanità intera potrà dirsi libera.

Il progetto concreto e ambizioso che proponiamo a tutti i ragazzi e le ragazze che condividano il nostro spirito, è quello di far parte della prima Brigata di Lavoro nel campo profughi palestinese di Ein el-Hilweh, nel Libano meridionale, un vero e proprio ghetto che tra tutti quelli in cui sono dispersi i palestinesi della diaspora, è quello che conosce le condizioni più disumane. Ein el-Hilweh è infatti un vero e proprio carcere a cielo aperto in cui quasi 100mila palestinesi vivono, da generazioni, in condizioni tremende.

Uno degli scopi principali della Brigata è molto concreto: adoperarsi con pala, piccone e cemento, lavorare sodo insieme ai compagni dell’associazione giovanile locale Nashet affinché il vecchio stabile che ospitava la sede del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, semidistrutto dagli attacchi israeliani, sia restaurato e consegnato come spazio politico-culturale aperto alla gioventù di tutto il campo profughi. Inoltre si terranno varie attività di carattere sociale, culturale e ricreativo.

Il viaggio della Brigata di Lavoro di Sumud alla volta del campo profughi di Ein el-Hilweh avverrà secondo le seguenti modalità:

· Partenza da Roma Fiumicino il 17 agosto alle 21.00, arrivo a Beirut il 18 agosto alle 3.15, con scalo a Budapest (volo Malev)
· Ritorno a Roma Fiumicino il 4 settembre alle 7.15, con partenza da Beirut alle 4.00 e scalo a Budapest (volo Malev)
· Costo del biglietto: 480 euro a persona

Se siete interessati a parteciparvi, contattateci il prima possibile ( soci@sumud.org ), perché i posti disponibili sono quasi esauriti.