Nella sera di lunedì 17 agosto è partita da Fiumicino la Brigata di Lavoro 2009 di Sumud. I soci italiani sono stati raggiunti nello scalo notturno a Budapest ed all’arrivo a Beirut da alcuni altri membri provenienti da Austria, Germania e Regno Unito, e nella giornata di oggi (mercoledì 18) si recheranno tutti insieme a Sidone per entrare poi nel Campo Profughi Palestinese di Ein el-Hilweh.
Quello di Ein El-Hilweh è il più grande campo profughi palestinese in Libano, sia per estensione che per popolazione. È situato vicino alla città di Sidone, 45 km a sud di Beirut. Secondo il Comitato Popolare Palestinese vi abitano circa 75 mila profughi palestinesi, su un’area di non più di 2 kmq. Ein el-Hilweh è dunque un vero e proprio ghetto, che tra tutti quelli in cui sono dispersi i palestinesi della diaspora, è quello che conosce le condizioni di vita più disumane.
Il 60% dei rifugiati vive con meno di 2 $ al giorno, e la maggior parte vedono negati i propri diritti civili ed economici basilari e gli viene impedito di accedere ad oltre 70 diversi impieghi e professioni. Oltre alla povertà estrema, sono costretti a combattere quotidianamente con il sovraffollamento, i rischi sanitari, l’insicurezza e la paura. Il loro futuro dipende in larga misura dalle forze politiche esterne, sulle quali hanno un controllo ed una capacità di influenza e pressione pressoché nulli. Attendono con sempre meno speranza la risoluzione internazionale del problema dei profughi, e non intendono assolutamente rinunciare al proprio diritto al ritorno in patria.
Per di più, il campo di Ein el-Hilweh soffre di un blocco economico, sociale e politico da parte del governo libanese, e di problemi di sicurezza interna ed esterna, oltre che della difficile coesistenza delle diverse componenti politiche e religiose della Resistenza palestinese.
I più colpiti da queste condizioni di vita sono i giovani palestinesi di Ein el-Hilweh, che soffrono di emarginazione a tutti i livelli, soprattutto per l’impossibilità di ricoprire alcun ruolo positivo nel processo di sviluppo e di cambiamento sociale della loro comunità, e ciò priva la società palestinese delle loro potenzialità. Tutto ciò è aggravato dalla preoccupante crescita del fenomeno dell’abbandono scolastico, che va di pari passo alla progressiva riduzione dei finanziamenti dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees) per l’istruzione.
Noi crediamo nella importanza della collaborazione tra giovani palestinesi ed europei per la partecipazione ad un progetto condiviso, indipendentemente dalle convinzioni religiose, politiche ed ideologiche: quel che conta è il desiderio di cambiare la realtà e la convinzione di poterlo fare.
Pertanto, partendo da questa realtà, abbiamo deciso di dar vita ad un progetto che attraverso il lavoro pratico dei volontari portasse alla costruzione di un centro permanente che fungerà da fulcro delle attività congiunte della nostra associazione e di quella libano-palestinese Nashet.
Lo scopo principale di tale centro sarà quello di dare vita a varie iniziative per il recupero scolastico degli adolescenti palestinesi del campo, per migliorare la loro istruzione e le loro competenze professionali, allo scopo di aumentare le loro possibilità di costruirsi un più degno futuro personale, familiare e collettivo.
Il centro prenderà il nome dal forte potenziale simbolico di “Sumud”. Questo nome proviene da un’antichissima radice araba, che ha molti significati: “samda” vuol dire una roccia fermamente impiantata nel terreno, “mismâd” è una cammella che pur nella siccità continua a dare latte. Il senso di fondo è quello di attaccamento alle radici e resistenza; ma chi resiste e non si lascia né sopraffare né sedurre, possiede ricchezza interiore, e quindi Sumud indica anche l’autosufficienza e la libertà.
Attraverso l’esperienza della pratica di volontariato, questo nostro progetto si prefigge anche degli ambiziosi obiettivi di ampio respiro, ed in particolare:
– contribuire a promuovere in Europa il principio della solidarietà con il popolo palestinese, mediante un continuo dialogo scevro di remore culturali e l’interazione reciproca;
– incrementare fra i giovani italiani ed europei la conoscenza della questione palestinese (ed in particolare del problema dei profughi) dal punto di vista storico, geopolitico e dei diritti umani;
– favorire l’instaurarsi di una fattiva collaborazione euro-palestinese nell’ambito di progetti pratici, che comportino occasioni di lavoro comune fra volontari europei e lavoratori locali.
La prima fase del progetto, di cui si occuperà la Brigata di Lavoro 2009 di Sumud appena partita, prevede la ristrutturazione dell’edificio selezionato come sede del progetto: situato in prossimità di uno degli ingressi del campo, questo stabile, che ospitava la sede del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, richiede una ristrutturazione piuttosto sostanziale, poiché (essendo stato vittima dei bombardamenti israeliani) è sostanzialmente privo di tetto ed alcuni dei muri interni sono diroccati.
A ciò farà seguito una seconda fase, che prevede di fornire l’edificio di tutti gli strumenti atti a consentirne l’utilizzo come centro scolastico, culturale e di aggregazione politica e sociale per l’intera comunità del Campo profughi, ma in particolare per i suoi esponenti più giovani.
Per il conseguimento di questo obiettivo è necessario, oltre al fondamentale lavoro dei volontari recatisi in Libano, anche l’altrettanto importante sostegno dei compagni rimasti a casa, sostegno che è necessario che si esprima anche sotto forma di supporto finanziario.
Grazie alle sottoscrizioni raccolte ed all’impegno personale di alcuni soci e simpatizzanti di Sumud siamo già stati in grado di coprire l’intero ammontare delle spese per l’effettuazione della prima parte dei lavori di ristrutturazione, ma è ancora necessario raccogliere i fondi per il suo completamento e per l’ammobiliamento ed equipaggiamento dell’edificio.
Se credete nella bontà del nostro progetto ed intendete darci una mano a portarlo a termine con successo, potete farlo sostenendoci con le modalità descritte sul nostro sito: www.sumud.org.
Sumud – Volontariato e Resistenza