Dai compagni di Sumud che compongono la Brigata di lavoro riceviamo e pubblichiamo una testimonianza che mostra come il volontariato possa coniugarsi proficuamente con la Resistenza degli oppressi all’imperialismo.

 

22 agosto 2009, ore 1:00

Campo profughi di ‘Ein el-Hilweh

Resoconto della brigata di lavoro di Sumud

La nostra brigata si trova ora in Libano da quattro giorni e nel campo da due.

Al nostro arrivo l’esercito libanese ci ha rifiutato il visto per entrare nel campo: l’iniziale rifiuto e’ stato motivato con l’inusualita’ di un gruppo tanto numeroso che chiedesse d’entrare, ma supponiamo che abbiano avuto un ruolo anche motivi politici.
Mentre eravamo fuori dal campo, con l’aiuto dei nostri amici di Nashet siamo riusciti ad organizzare due incontri con partiti politici libanesi.

Il primo e’ stato con il Partito Democratico Popolare, un partito d’impostazione marxista-leninista con posizioni nettamente antimperialiste che ovviamente considera fondamentale la resistenza palestinese e ha un rapporto di collaborazione con la resistenza nazionale libanese. Gli abbiamo presentato il nostro progetto, ed hanno proposto di mandare una delegazione di loro compagni nel campo profughi per un giorno a partecipare ai lavori di ristrutturazione.

Il secondo incontro e’ stato con Osama Saad, leader del Partito Popolare Nasserista ed ex-parlamentare, con cui anche si e’ parlato dell’importanza della resistenza palestinese e del sostegno internazionale in suo favore. Anche a loro abbiamo esposto il nostro progetto comune con Nashet e la natura di Sumud come associazione basata sulla sola buona volonta’ dei partecipanti e che si distingue percio’ dalle classiche ONG che prendono soldi (e direttive) dalle istituzioni occidentali, riscuotendo la loro approvazione.

Il secondo giorno l’esercito ci ha dato il permesso di entrare nel campo profughi, e abbiamo visitato l’edificio che ristruttureremo: insieme a Nashet abbiamo appurato le condizioni in cui si trovava (alcuni interventi, come la riparazione del tetto e di alcuni muri, erano gia’ stati fatti da loro) e iniziato a preparare ed organizzare il futuro lavoro.

In seguito la brigata ha iniziato il suo lavoro insieme ai volontari di Nashet. Finora (quarto giorno), grazie anche alle competenze di alcuni di noi, abbiamo preparato i muri, le porte e le finestre per ridipingerli e siamo a buon punto nel rinnovamento dell’impianto elettrico. Tutti i volontari (italiani, austriaci, tedeschi, inglesi e palestinesi) hanno collaborato ai lavori in un clima allegro e molto motivato. Nel tempo libero siamo stati insieme, chiacchierando di vari argomenti, raccontandoci le nostre esperienze e provando ad imparare un po’ ognuno la lingua dell’altro.

Inoltre abbiamo partecipato ad alcune attivita’ culturali e politiche: il terzo giorno un rappresentante della Youth Advocacy Process, una ONG che si occupa a livello legale ed informativo dei diritti dei profughi palestinesi in Libano, ha coordinato una tavola rotonda sull’argomento; il quarto giorno abbiamo visitato le tombe dei martiri della resistenza all’interno del campo, e partecipato a un dibattito sulla storia della questione palestinese dalla Nakba ad oggi, coordinato da Zafer al-Khateeb, presidente di Nashet.

Sono in programma il proseguimento dei lavori, concordemente con le possibilita’ anche economiche delle due associazioni di volontari coinvolte, e ulteriori attivita’ culturali e politiche che possano incoraggiare una maggior conoscenza reciproca tra i volontari oltre a una maggior consapevolezza politica (sperabilmente riusciremo a visitare la frontiera sud del Libano per vedere coi nostri occhi gli effetti dell’ultima aggressione israeliana).