Primarie popolari solo tra la borghesia

Dunque Giuliano Pisapia ha battuto Stefano Boeri alle primarie milanesi del centrosinistra. E’ un risultato sorprendente solo per chi non ha ancora capito quanto sia profonda la crisi del Pd.
Ma c’è un dato ben più importante dei miseri 3500 voti che hanno separato l’avvocato ora in quota a Sel, dall’architetto appoggiato dal Pd: smentendo ogni previsione, la partecipazione alle primarie è calata vistosamente (67mila elettori ieri contro gli 82mila di 5 anni fa). Non solo, stando almeno a quanto riferisce il Corriere online, la partecipazione è stata alta al centro (la zona 1), bassa in periferia.

Si tratta di un flop clamoroso. Leggiamo cosa scriveva ieri il foglio ufficiale dei fans delle primarie, per chi non l’avesse capito il Manifesto: «L’unico dato certo è che la partecipazione sarà più alta che mai. Nel 2006 votarono poco più di 70mila cittadini (in realtà, come detto, 82mila, ndr), adesso si punta a superare quota 100mila. Un obiettivo realistico perché le primarie questa volta non sono state affatto un rito. Gli sfidanti hanno animato incontri, dibattiti, iniziative di ogni tipo e la città ha risposto. La campagna elettorale non è mai stata così partecipata. Tutta giocata su temi concreti che non sono stati turbati neppure dalle crisi e dai traccheggiamenti che agitano il governo nazionale. E’ un segnale che va ben oltre Milano e parla a tutto il paese. Significa che quando si fanno primarie vere tutta la sinistra è costretta a uscire dalle stanze di partito e a riprendere contatto con la realtà e con le persone. E’ un bagno di folla indispensabile per poi poter pensare di vincere contro le destre».

Ma che previsione azzeccata! «Dati certi», «partecipazione mai vista», «bagno di folla»: rifletteranno i neofiti delle primarie sui dati veri usciti dai seggi milanesi? Vedremo, ma ne dubitiamo fortemente. Sempre sulle pagine del Manifesto di ieri si potevano leggere i ritratti dei candidati, così presentati: «Il Buono a sinistra» (Giuliano Pisapia, segno zodiacale Toro), «Il Bello del Piddi» (Stefano Boeri, segno zodiacale Sagittario), «Il Cattivo giusto» (Valerio Onida, segno zodiacale Ariete), «Il Verde outsider» (Michele Sacerdoti, segno zodiacale Ariete).
Per carità di patria risparmiamo ai nostri lettori le demenzialità delle schede dedicate ai 4 eroi. Titoli e segni zodiacali ci paiono infatti più che sufficienti per capire come l’americanizzazione della politica sia abbondantemente passata a sinistra.

Ma mentre gli strati popolari della metropoli lombarda non si sono quasi accorti dell’evento, si sono regolarmente presentati ai seggi l’imprenditore Guido Artom, l’ex Ad di Unicredit Alessandro Profumo, Massimo Moratti e l’ex presidente della Consob Guido Rossi, più tanti altri nomi illustri della borghesia meneghina.
Non è questa una novità, ma almeno si eviti di parlare di «bagno di folla». Il popolo – quello vero, che lavora, che fatica, che stringe la cinghia, che si arrabatta in mille modi per non essere travolto dalla crisi e dalla precarietà – non si è per niente entusiasmato di questa ennesima americanata. Almeno questo ci dicono i numeri, che in questi casi però sono qualcosa di più di una semplice opinione.