«Un fronte popolare per cacciare la casta politico-finanziaria»
Risoluzione della segreteria nazionale del MPL

Nessuno deve dimenticare i duri sacrifici imposti al popolo lavoratore per far entrare l’Italia nell’euro, con la promessa che tutti saremmo stati meglio e avremmo avuto un paese migliore. Poi l’euro è entrato in vigore e ogni lavoratore ha toccato con mano quanto grande sia stato l’inganno.

Non sono peggiorate soltanto le condizioni di vita dei cittadini, ma è peggiorata l’intera economia del nostro paese, a tutto vantaggio del capitalismo tedesco, dei suoi satelliti e della grande speculazione internazionale.

La fragilità di una moneta unica per paesi tanto diversi tra loro, restata latente per alcuni anni, è venuta a galla con il collasso del sistema bancario statunitense del 2007-2008. L’eurozona è diventata ben presto l’epicentro della crisi globale del capitalismo. I poteri centrali europei, invece di cambiare corso, pur di imporre le terapie letali dettate dagli oligarchi, spalleggiati da Napolitano per mezzo di un vero e proprio golpe bianco, hanno finito per commissariare il paese, mettendo in sella Mario Monti quale garante di un marcio sistema di rapina.

Dopo decenni di malapolitica i principali partiti, cessata la lotta furibonda per spartirsi mafiosamente il potere, hanno ubbidito e si sono inginocchiati ai diktat esterni.

In nome dell’euro hanno permesso al governo di applicare misure antipopolari senza precedenti, con la promessa che le politiche di rigore, sono il prezzo necessario per “la ripresa e la crescita”. Mentono sapendo di mentire. Le misure draconiane del Governo Monti, come dimostrano i casi di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, lungi dal risolvere la crisi economica la aggravano.

In effetti non si esce da questa crisi senza una svolta radicale e profonda.

Gli eurocrati, pur di salvare l’euro, e con esso la loro dittatura, dopo che sono fallite tutte le loro misure precedenti, hanno ora in mente di usare l’arma letale a loro disposizione: seppellire le nazioni, espropriare i popoli di ogni voce, per fondare un super-stato imperiale europeo agli ordini dall’aristocrazia finanziaria e parassitaria.

Per noi esiste un’altra strada. Occorre andare alla radice della crisi del sistema, uscire dal marasma, attuando nel nostro paese grandi trasformazioni economiche, sociali e culturali d’emergenza.

(1) Ripudiare di pagare i debiti esteri verso la grande finanza speculativa. E’ inammissibile che il paese sia gettato nella miseria per intere generazioni per ingrassare gli speculatori internazionali. Soltanto preservando le nostre risorse interne eviteremo la deindustrializzazione, la povertà e il saccheggio dei risparmi che milioni di cittadini hanno accantonato con grandi sacrifici.

(2) Uscire in modo programmato dall’euro e dall’Unione europea, per riconquistare la sovranità politica e monetaria, attraverso la reintroduzione della lira. La moneta, infatti, è uno strumento indispensabile, senza il quale un paese non può decidere autonomamente né politica economica, né politica fiscale, né politica sociale, né politica valutaria.

(3) Svalutare in modo equilibrato la lira per investire nell’industria e nell’agricoltura imponendo opportuni dazi su tutti i prodotti di importazione affinché sia riportata in attivo la bilancia dei pagamenti. La svalutazione se ben gestita da un governo popolare, mentre riattiverà le produzioni italiane (e dunque l’occupazione), non determinerà l’inflazione catastrofica che il sistema mediatico delle oligarchie propaganda per seminare il terrore e l’impotenza nelle classi popolari. In ogni caso, il prezzo in termini inflattivi sarà nettamente inferiore a quello causato dalle continue manovre lacrime e sangue.

(4) Trasformare e nazionalizzare il sistema bancario e assicurativo in modo da bloccare le banche d’affari che utilizzano i depositi e i risparmi dei cittadini nel gioco d’azzardo dei mercati finanziari internazionali. Tutte le banche hanno una funzione economica e sociale di primaria importanza e devono essere messe sotto stretto controllo pubblico.

(5) Adottare un piano di nazionalizzazione degli enti che operano nei settori strategici di interesse nazionale: energia, acqua, trasporti, telecomunicazioni.

(6) Stabilire un piano nazionale per il lavoro, mettendo al centro la tutela dell’ambiente, del paesaggio, dei beni artistici, della salute e della scuola. Al tempo stesso andranno approntati piani occupazionali per riconvertire radicalmente, in senso ecologico e sociale, il settore energetico, quello dei trasporti e quello abitativo.

(7) A partire dallo spirito originario della Costituzione italiana, promuovere un’Assemblea Nazionale Costituente al fine di riconquistare un’effettiva sovranità popolare.

I partiti delle classi dominanti e i loro derivati, che hanno gestito il potere provocando il disastro economico-sociale e culturale, non sono certo quelli che possono farci uscire dalla crisi. Occorre una svolta, occorre che il popolo alzi la testa e si sollevi, altrimenti non ci sarà alternativa. Per salvare il paese dalla catastrofe occorre una rivoluzione radicale e democratica che stabilisca un governo popolare d’emergenza.

Ed è per avanzare su questa via che proponiamo un ampio FRONTE POPOLARE che raggruppi tutte quelle forze che condividono la necessità di liberarci da questa classe politica italiana corrotta e asservita al sistema oligarchico europeo e alla finanza speculativa internazionale.

La Segreteria nazionale pro tempore del Mpl

da Sollevazione