Perché le misure della Bce non funzioneranno

Le decisioni prese ieri dalla Bce hanno suscitato un forte entusiasmo sia negli ambienti politici che in quelli economico-finanziari. Un entusiasmo che durerà poco, essendo per sua natura volatile come certi boom borsistici. La verità è che non si esce da una crisi di questa portata agendo soltanto sul lato monetario. Tanto più se quell’azione è ben al di sotto di quel che servirebbe.

La Bce continua  a prendere mezze misure. Ma di mezza misura in mezza misura tutte le armi a disposizione, in base al suo mandato, stanno per esaurirsi. Siamo forse alla penultima mossa. La prossima potrebbe essere quella di un vero e proprio Quantitative easing. Ma a quel punto il problema diventerà politico. Pare che ieri 5 governatori (Germania, Olanda, Slovacchia, Estonia, Austria) abbiano votato contro le pur deboli misure proposte da Draghi. Una spaccatura destinata di certo ad acutizzarsi nel prossimo futuro.

Di seguito l’articolo scritto a caldo da Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph.

Gli analisti mettono in guardia sul piano radicale della Banca centrale per svalutare l’euro: non farà differenza
di Ambrose Evans Pritchard

In un tentativo radicale di svalutare l’euro, la Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di interesse di gran lunga sotto lo zero,  e ha promesso un blitz di acquisti di obbligazioni private per portare l’eurozona fuori dalla crisi, ma per evitare il conflitto con Germania non è arrivata a un vero e proprio quantitative easing.

I mercati azionari sono saliti in tutta l’Europa meridionale, con l’indice MIB Italiano salito del 2.8pc e l’IBEX spagnolo del 2pc. I rendimenti dei titoli spagnoli a 10 anni sono scesi ai minimi storici del 2.15pc, con gli euforici investitori che si sono buttati a comprare il debito della periferia UEM.

La BCE ha tagliato il tasso sui depositi a -0.2pc in un tentativo appena dissimulato di forzare un deprezzamento dell’euro, con la moneta crollata ai minimi da 14 mesi a questa parte, a $ 1,30 nei confronti del dollaro. Nomura ha detto che questo mese è probabile una rottura dell’euro sotto 1,27 dollari.

Mario Draghi, il presidente della BCE, ha detto che la banca centrale avrebbe acquistato per la prima volta un “ampio portafoglio” di titoli garantiti da asset (ABS), comprese le obbligazioni ipotecarie, ma ha rifiutato di fornire dettagli sulla scala dell’intervento. Il piano comprende anche le obbligazioni garantite.

Le “modalità” saranno chiarite nel mese di ottobre. Il capo della Bundesbank Jens Weidmann ha votato contro le misure.

Draghi ha detto che le azioni combinate dovrebbero aumentare il bilancio della BCE di 1 trilione di €, portandolo di nuovo ai livelli di crisi del 2012. Citigroup ha descritto la mossa come un “QE turbo”, anche se non è chiaro se ci sarà in realtà un vero nuovo stimolo. La maggior parte dell’aumento sarà sotto forma di prestiti della BCE in cambio di garanzie collaterali, uno strumento di gran lunga più debole del QE. Tra gli 800 miliardi e i 1.000 miliardi di € di finanziamenti che erano stati già annunciati nel mese di giugno, i nuovi acquisti di asset possono risultare assai modesti.

“La giornata è iniziata col botto, ma si è conclusa con un flop, perché in realtà c’è poco di nuovo. Stanno sparando il messaggio da giugno”, ha detto Marchel Alexandrovich, di Jefferies. “Draghi ha detto che acquisteranno solo asset di ‘alta qualità’, ma se la BCE sta solo scremando il meglio, questo non vuol dire aiutare le banche a liberare capitale”.

Nordea ha detto che gli acquisti di asset saranno probabilmente sui 100-200 miliardi di € nei prossimi 12 mesi. Gli acquisti non possono iniziare sul serio fino all’inizio del prossimo anno, poiché il mercato ABS non è pronto.

Questa sarebbe una forma di “QE light”, banale rispetto alle grandi operazioni della Banca del Giappone e della Federal Reserve americana, entrambe, al loro picco,  del valore di € 120 miliardi al mese. Il mercato europeo ABS è molto piccolo, la BCE ha poco da comprare. Appena 60 miliardi di € di titoli di piccole imprese rientrano nella categoria investimenti. Secondo il think tank Bruegel le obbligazioni ipotecarie potrebbero aggiungere 500 miliardi di € di asset “acquistabili”.

“Tutta questa poca roba di cui stanno parlando non farà la differenza”, ha detto Ashoka Mody, ex strategist dei salvataggi della zona euro per il Fondo Monetario Internazionale, aggiungendo: “Queste azioni sono estremamente tardive e abbassare il tasso di interesse marginale non è il punto centrale. Io non vedo come qualcosa di diverso da un grande stimolo fiscale possa essere utile, ormai” ha detto.

Il principale beneficio può arrivare dalla svalutazione. L’euro è calato del 4pc in termini commerciali ponderati dall’inizio di maggio in quanto è diventata una valuta di finanziamento a basso costo per il “carry trade” mondiale, un ruolo una volta svolto dallo yen. Questo contrasta la deflazione ed è una boccata di ossigeno estremamente necessaria per le imprese francesi e italiane.

Il tasso di interesse principale è stato tagliato di 10 punti, a 0.05pc, o “zero-bound”, secondo le parole scelte con cura da Draghi. Il messaggio per le banche è che non ha senso attendere tassi ancora più bassi prima di ricorrere ai prestiti quadriennali nell’ambito del nuovo regime dei prestiti della BCE TLTRO. Secondo Alexandrovich l’obiettivo è quello di garantire una grande offerta alla prima asta TLTRO di questo mese. “Ha evitato una situazione imbarazzante di offerte troppo scarse e dovrebbe garantire un numero significativo” ha detto.

Le nuove misure non sono riuscite a far crescere le aspettative di inflazione misurate dall’indice “five-year/five-year forward break-even rate”. “Questo ci dice che il mercato non sta ancora dando alla BCE il beneficio del dubbio. Deve essere una delusione per Draghi, perché questo è quello che ha sottolineato a Jackson Hole “, ha detto Lars Christensen, di Danske Bank.

La BCE ha tagliato le sue previsioni di inflazione allo 0.6pc per quest’anno, ormai ben al di sotto del livello dell’1pc utilizzato per valutare gli shock più estremi negli stress test per le banche.

La metà della zona euro è stata in deflazione nel corso dei quattro mesi da marzo a luglio, con l’Italia a -1.6pc, il Belgio -1.5pc, la Spagna -1pc e la Francia -0.4, livelli che rendono difficile agli indici di indebitamento di non crescere.

Christensen ha aggiunto: “Queste misure non riusciranno a rilanciare la domanda nell’economia reale. La BCE dovrà stabilire obiettivi molto più chiari e agire sulla stessa scala della Fed, se vuole essere credibile.”

da Voci dall’estero