I Cinque Stelle e il Quirinale: note su un movimento allo sbando
Per favore, qualcuno gli spieghi almeno chi è Romano Prodi…

Non ci siamo occupati finora della cosiddetta “corsa al Quirinale”. Non perché l’esito non sia importante, ma solo perché il toto-Quirinale è un hobby che lasciamo volentieri ad altri. I quali, benché apparentemente più informati, di solito non azzeccano mai una previsione.

Vedremo se alla fine la spunterà un uomo del “Nazareno”, od un personaggio appena un po’ più indipendente. Nel primo caso sarebbe una vittoria di Renzi e Berlusconi. Nel secondo canterebbe vittoria anche al minoranza del Pd, con l’ex cavaliere che dovrebbe decidere se salire anch’egli sul carro oppure no.

Di certo, sia nella prima che nella seconda ipotesi, Renzi vorrà un presidenticchio che non gli faccia ombra. Un po’ come i ministricchi e le ministricche che compongono il suo governo.

Qui però vogliamo occuparci di un’altra questione. Perché mentre il nuovo presidente della repubblica uscirà fuori dalle alchimie segrete dei conciliaboli di palazzo – protagonisti massimi il pregiudicato di Arcore e lo spregiudicato di Pontassieve – il principale partito di opposizione non riesce a smettere di giocare con la tastiera.

Per scegliere il suo candidato, il M5S si affida di nuovo alla votazione online, un metodo che se poteva essere forse comprensibile 2 anni fa, oggi fa semplicemente pena. Un procedimento che ha già fatto troppi danni, ad esempio selezionando candidati totalmente sconosciuti agli stessi attivisti del movimento. Un’assurdità che verrà pagata di certo in termini elettorali alle prossime regionali di maggio.

Errare è umano, perseverare è diabolico: ma per ora non c’è segno di ravvedimento alcuno. Tuttavia non di solo metodo si tratta. Perché qui c’è qualcosa di più. E quel di più si chiama Romano Prodi.

Leggiamo dal blog di Grillo:
«Oggi si vota online per il candidato alla Presidenza della Repubblica del Movimento 5 Stelle dalle 9.00 alle 14.00 (per finire prima dell’inizio della votazione in Parlamento). Dall’assemblea del gruppo parlamentare è uscita una rosa di nomi che è in votazione oggi. A questa rosa è stato aggiunto Romano Prodi perché riteniamo di dover onorare l’impegno preso con i parlamentari del PD attraverso l’email inviatagli. Dopo che Lorenza Carlassare ha declinato la candidatura la rosa completa di nove nomi è la seguente: Pierluigi Bersani, Raffaele Cantone, Nino Di Matteo, Ferdinando Imposimato, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Romano Prodi, Salvatore Settis, Giustavo Zagrebelsky».

Sorvoliamo sugli altri nomi, ma Pierluigi Bersani che c’azzecca? Per noi è stato l’uomo della liberalizzazioni e tanto basta, ma per i pentastellati non è più la stessa persona della penosa scena di autismo politico mandato in onda via streaming due anni orsono?

Ma lasciamo perdere e concentriamoci su un altro nome, questo assolutamente scandaloso, anche perché inserito nella rosa su espressa decisione del gruppo parlamentare. Stiamo ovviamente parlando di Romano Prodi da Scandiano. Il cui nome accenderebbe gli entusiasmi pure di Sel e della minoranza Pd… Siamo messi davvero bene!

C’è ancora bisogno di dire chi è veramente Romano Prodi? Evidentemente sì, almeno per quanto riguarda gli amici di M5S.

Romano Prodi è stato il re dei privatizzatori, negli anni d’oro (per lorsignori, si intende) della svendita del patrimonio pubblico italiano. Per tutti gli anni ’90 ha operato in questo senso, prima come presidente dell’IRI, poi come presidente del consiglio. Ed in quel periodo l’Italia ha stabilito il record mondiale delle privatizzazioni! Bene, adesso premiamolo mandandolo al Quirinale, che qualcosa da privatizzare ancora resta!

Ma Prodi è stato anche il protagonista della svolta più decisa verso la precarizzazione del lavoro. Il “pacchetto Treu” del 1997 è ancora lì che grida vendetta. E ancora lì, pronti a dargli il voto, sono certi suoi sostenitori di sinistra (brr…) che anche allora, guidati dal Pavone Bertinotti, gli consentirono la porcheria chiamata “lavoro interinale”.

Ancora: Prodi è stato uno dei padri dell’euro (a proposito, ma il M5S non è anti-euro?), nonché presidente della Commissione Europea dal 1999 al 2004. Quella che ha contribuito non poco a determinare le politiche europee di cui il popolo italiano è vittima.

Dobbiamo continuare?
Ad ognuno le sue responsabilità. Chi guida una forza di opposizione, che ha mietuto consensi anche in virtù di una forte spinta al cambiamento sociale, dovrebbe vergognarsi solo per aver inserito il nome di Prodi nella lista dei papabili.

Vabbè, dirà qualcuno, è solo una buffonata. Può essere, ma sarebbe appunto il momento di essere seri. Almeno per una volta.