Più sotto le misure più significative del Terzo Memorandum

Come temevamo: accordo raggiunto, nessuna ristrutturazione del debito, scandalosa cessione di sovranità, capitolazione greca totale.

Eloquenti le parole pronunciate dalla Merkel questa notte a Bruxelles: «Non c’è bisogno di un piano B perché è stata trovata l’intesa sul piano A», dove il piano B era appunto l’espulsione della Grecia dall’eurozona nel caso Tsipras si fosse rifiutato di calare le mutande.

Ma in cosa consiste il “piano A”?
E’ presto detto: in cambio di un sostegno finanziario di circa 80 miliardi — per salvare le banche greche beninteso —, Atene dovrà varare un pacchetto di misure draconiane ispirate al più severo monetarismo liberista; nuovi tagli alle pensioni, aumento delle tasse — tra cui la più ingiusta: l’Iva — liberalizzazione ulteriore del mercato del lavoro, riforma del sistema giudiziario per procedere speditamente ai pignoramenti (anche della prima casa). Il tutto per ottenere a breve non solo il pareggio di bilancio, ma un avanzo primario di 2/3 punti di Pil — il che, nelle condizioni dell’economia greca, equivale ad una deflazione suicidiaria.

In breve: un terapia shock ancora più crudele ed antipopolare di quelle contemplate nei precedenti memoranda targati troika.

Come se non bastasse, i creditori, a garanzia degli “aiuti” hanno chiesto l’istituzione di un “fondo” da 50 miliardi in cui confluiranno gli asset ed i beni pubblici che saranno privatizzati. Grecia in svendita, ed a prezzi di saldo.

Ciliegina sulla torta
, l’ultimatum in stile hitleriano: il parlamento greco ha tempo tre giorni per approvare queste misure, altrimenti niente “salvataggio”.

Paul Krugman

Infine la clausola più ignobile: il Parlamento greco non potrà approvare nessun provvedimento rilevante senza prima l’assenso della troika. Col che si dissolve, stracciando quanto detto dai greci col referendum, l’ultimo brandello di sovranità nazionale. La Grecia è ufficialmente una colonia.

«L’accordo è il migliore possibile» ha detto Tsipras. Ci vuole proprio una faccia tosta fuori dal comune!

Tsipras torna in Grecia avendo firmato una resa senza condizioni. Venendo meno alle promesse elettorali, tradendo il mandato ricevuto nel referendum, dovrà ora recarsi in Parlamento a difendere un accordo mostruoso.

I tedeschi, avendo l’altro ieri proposto la cacciata della Grecia dall’eurozona, avevano invece offerto a Tsipras un assist formidabile. Poteva scaricare sui falchi la responsabilità della rottura e decidere di tornare alla dracma. Privo di spina dorsale, colpevolmente privo (al contrario dei suoi nemici) di un proprio “piano B”, ha scelto di restare nella gabbia dell’euro piuttosto che imboccare il sentiero, certo rischioso, dell’indipendenza e della libertà. Per quanto sia triste dirlo, Tsipras, da presunto patriota e liberatore ha accettato di diventare il “terzo Quisling”.

Se egli vuole restare Primo ministro dovrà ora accettare la spaccatura con la sua stessa sinistra interna (forse anche degli alleati di Anel) e prendere i voti di quei partiti che egli aveva condannato come servi della troika, Pasok, Nuova democrazia, Potami. Non è detto che ciò sia sufficiente ad evitare le elezioni anticipate.

Se conservasse un minimo di onestà dovrebbe andare in Parlamento e rassegnare le dimissioni dicendo: “Signori ho fallito. Non sono riuscito a portare a casa nemmeno delle briciole. Perdonatemi, ma non me la sono sentita di rompere con l’Unione europea!”

Staremo a vedere.

Una cosa è certa. Il ciclo di SYRIZA è già al tramonto. La Grecia non esce né dal marasma economico né dall’instabilità sociale e politica. Eventi drammatici sono alle porte.

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Cosa contiene il Terzo Memorandum

Il giornale greco TOVIMA ha pubblicato il testo integrale del cosiddetto “accordo” siglato da Tsipras.

Qui di seguito un elenco delle misure più significative del nuovo accordo firmato tra il governo greco e l’Eurogruppo.

E ‘di gran lunga peggiore, come previsto, del “pacchetto Juncker” che è stato respinto dal 62% del popolo greco e sorpassa in crudeltà sociale ciò che è stato applicato finora al paese. Si noti che questo è solo un programma di transizione, vincolato a “ripristinare la fiducia”, ovvero diventa operativo in modo preventivo, prima del nuovo “Memorandum of Understanding” vero e proprio che accompagnerà il nuovo prestito da 80-86 miliardi.

— Il FMI resta “per sempre” (testuale: “La Grecia chiederà la prosecuzione del sostegno del FMI (monitoraggio e finanziamento) a partire dal marzo 2016”)

— Aumento dell’IVA, aliquota al 23% (un +10% di media)

— Il Consiglio Fiscale ad hoc sarà operativo prima di finalizzare il memorandum il quale implica l’adozione di tagli di spesa automatici in caso di deviazioni dall’obbiettivo di surplus primario.

— Drastici tagli alle pensioni in applicazione della clausola deficit zero (questo termine “tecnico” significa semplicemente che non sarà consentito usare il bilancio dello Stato per coprire qualsivoglia deficit di qualsiasi fondo pensione, come è ora il caso per quasi tutti).

— La privatizzazione dell’azienda nazionale di energia elettrica (ADMIE).

— Sul diritto del lavoro: “modernizzazione della contrattazione collettiva; azione sindacale e, in linea con la direttiva UE”. In altre parole viene cancellato assieme al salario minimo, il ripristino della legislazione sul lavoro e della contrattazione collettiva reintrodotti dal governo SYRIZA.

— “Procedere con un programma di privatizzazioni più incisivo con una migliore governance; i beni greci di valore saranno trasferiti a un fondo indipendente che monetizzare il patrimonio attraverso privatizzazioni e altri mezzi”. Benvenuti alle pratiche neocoloniali basate sul modello Treuhand precedentemente applicato alla Germania dell’Est.

— Taglio lineare delle spese dell’amministrazione pubblica.

— La ciliegia (ma molto grande e altamente simbolica) sulla torta è la seguente: “Con l’eccezione del disegno di legge sulla crisi umanitaria, il governo greco riesaminerà, per modificarla, la legislazione sui diritti acquisiti, recentemente introdotta dal governo greco e che era in contrasto con l’accordo del 20 febbraio scorso.

Visto tutto questo, ora provate a leggere il discorso con cui Tsipras si è rivolto ai greci.

da sollevAzione