Il caso greco, senza dimenticarci quello italiano

L’articolo che segue, ripreso da Marx 21, si occupa dell’enorme speculazione realizzata da Goldman Sachs sul debito pubblico greco. Ma le speculazioni bancarie non hanno riguardato solo la Grecia. Anzi, come abbiamo documentato nell’aprile scorso, il caso italiano è ancora più grave, con un aggravio atteso sul bilancio dello Stato di oltre 42 miliardi di euro.


Come Goldman Sachs ha guadagnato sul debito greco

di Robert B. Reich

Nota introduttiva di Marx XXI
Robert Reich è stato Ministro del Lavoro nell’amministrazione Clinton ed ora è un professore all’Università di Berkeley. I suoi libri sono diventati famosi per le critiche alle politiche che hanno portato all’attuale crisi e per le risposte che sono state date. Sebbene non condividiamo l’approccio di Reich né molte delle sue analisi, riteniamo utile proporre questo suo articolo, uscito nel luglio di quest’anno, durante la crisi greca. Le responsabilità del debito e sulla sua formazione, come si vede, non sono solo dei greci, e mentre il popolo greco lotta contro la povertà una delle banche più grandi del mondo macina profitti.

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Le banche di investimento hanno fatto milioni aiutando a nascondere la vera dimensione del debito, e nel mentre lo hanno quasi raddoppiato.

La crisi greca del debito ci offre un’altra chiara immagine del potere di persuasione e di saccheggio di Wall Street, sebbene la famosa strada della finanza non compaia nelle cronache.

La crisi fu peggiorata anni fa da un accordo fatto con Goldman Sachs, progettato dall’attuale Amministratore Delegato di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein. Blankfein e la sua squadra di Goldman Sachs aiutarono la Grecia a nascondere la vera dimensione del suo debito, e nel mentre lo hanno quasi raddoppiato. E proprio come nella crisi dei subprime statunitensi, attuale piaga di molte città americane, il prestito predatorio di Wall Street ha giocato un ruolo importante quanto scarsamente riconosciuto.

Nel 2001 la Grecia cercava modi per celare i propri crescenti problemi finanziari. Il Trattato di Maastricht richiedeva che tutti i membri della zona Euro mostrassero miglioramenti nelle loro finanze pubbliche, solo che la Grecia si muoveva nella direzione sbagliata. Goldman Sachs arrivò in soccorso, concedendo un prestito segreto di 2,8 miliardi di euro alla Grecia, mascherato come un “cross currency swap” fuori bilancio – una complicata transazione nella quale il debito greco denominato in moneta straniera fu convertito in obbligazioni in moneta nazionale usando un tasso di cambio di mercato fittizio.

Come risultato, circa il 2% del debito greco scomparì magicamente dai bilanci nazionali. Christoforos Sardelis, l’allora capo dell’Agenzia greca per la gestione del debito pubblico, ha più tardi descritto l’accordo a Bloomberg Business come “una storia molto sexy tra due peccatori”. Per il suo servizio, Goldman Sachs ricevette 600 milioni di euro, secondo Spyros Papanicolaou, che sostituì Sardelis nel 2005. Questo rappresentò circa il 12% del fatturato della sua gigante unità di trading – che quell’anno pubblicò risultati record. Quell’unità era guidata da Blankfein.

Poi l’accordo divenne amaro. Dopo l’11 settembre, i tassi delle obbligazione pubbliche sprofondarono, causando grosse perdite per la Grecia a causa delle formula usata da Goldman per calcolare i pagamenti secondo lo swap. Entro il 2005 la Grecia doveva quasi il doppio di quanto era stato inizialmente concordato, spingendo il proprio debito fuori bilancio dai 2,8 miliardi iniziali a 5,1 miliardi di Euro. Nel 2005 l’accordo fu ristrutturato e i 5,1 miliardi furono bloccati. Non a caso, Mario Draghi, ora a capo della Banca Centrale Europea e uno degli attori principali nel dramma greco, era direttore della divisione internazionale della Goldman Sachs.

La Grecia non era la sola peccatrice. Fino al 2008, le regole dell’Unione Europea consentivano agli stati membri di gestire il proprio debito con i cosiddetti off-market rates swaps (ndt un contratto per scambiare un tasso fisso con uno variabile o viceversa), offerti da Goldman Sachs e da altre banche di Wall Street. Nel 1990, la Jp Morgan permise all’Italia di nascondere il proprio debito tramite uno swap tra valute a un tasso di cambio favorevole, ma obbligando l’Italia a pagamenti futuri che non apparivano nelle statistiche nazionali come passività future.

Ma la Grecia era nella posizione peggiore, e Goldman era il fattore principale. Senza dubbio, la Grecia soffre da molti anni di corruzione ed evasione fiscale da parte dei più ricchi. Ma Goldman non è certo un osservatore innocente: ha imbottito i suoi profitti indebitando la Grecia fino al collo –  insieme al resto dell’economia mondiale. Le altre banche di Wall Street hanno fatto lo stesso. Quando la bolla scoppiò, tutto quel debito ha messo l’economia mondiale in ginocchio.

Anche con l’economia globale barcollante a causa degli eccessi di Wall Street, Goldman ha offerto alla Grecia un altro espediente. Nel Novembre 2009, 3 mesi prima che la crisi del debito nazionale diventasse una notizia mondiale, il team di Goldman ha proposto uno strumento finanziario che avrebbe spostato il debito del sistema sanitario lontano nel tempo. Ma questa volta, la Grecia non ha abboccato.

Come sappiamo, Wall Street è stata salvata dai contribuenti americani. E negli anni seguenti, le banche sono tornate redditizie e hanno ripagato i debiti contratti per il loro salvataggio. Le azioni delle banche sono volate fino al cielo. La Goldman era scambiata a 53$ ad azione nel Novembre 2008; ora vale 200$. Gli amministrato di Goldman e delle altre banche di Wall Street hanno goduto di grandi pacchetti retributivi e di promozioni. Blankfein, ora amministratore di Goldman, ha ottenuto lui solo 24 milioni di dollari nel 2014.

Nel mentre, il popolo greco lotta per comprare cibo e medicine.

Ci sono analogie qui in America, a cominciare dai debiti predatori fatti da Goldman e da altre grandi banche, e le imprese finanziarie con cui erano alleate negli anni precedenti allo scoppio della bolla. Oggi, mentre i banchieri si riposano negli Hamptons, milioni di americani continuano a lottare con le conseguenze della crisi finanziaria in termini di perdita di posti di lavoro, di risparmi, e di case.

Nel mentre, città e stati in tutti gli Usa, sono stati obbligati a tagliare i servizi essenziali perché erano intrappolati in accordi simili, venduti loro dalle banche di Wall Street. Molti di questi accordi prevedevano swaps analoghi a quelli che la Goldman ha venduto al governo greco. E nello stesso modo in cui hanno assicurato il governo greco, così la Goldman e altre banche hanno assicurato i comuni che lo swap avrebbe permesso loro di prendere a prestito a tassi più bassi di quello che avrebbero fatto con le tradizionali obbligazioni a tasso fisso, minimizzando il rischio che correvano. Goldman e altre banche hanno rifiutato di permettere ai comuni di rifinanziarsi prima di aver pagato forti commissioni per chiudere anticipatamente l’accordo.

Tre anni fa, il Dipartimento per l’Acqua di Detroit ha pagato a Goldman e ad altre banche penali per un totale di 547 milioni di dollari per chiudere un dispendioso Swaps sui tassi di interesse. Il 40% delle bollette dell’acqua di Detroit servono tutt’ora per pagare quelle penali. I cittadini di Detroit la cui acqua è stata chiusa a causa del fatto che non potevano pagare non hanno idea che la Goldman e le altre banche ne sono responsabili. Nello stesso modo, il Sistema scolastico di Chicago – il cui bilancio è già tagliato all’osso – deve pagare più di 200 milioni in penali di chiusura su un accordo tipo “Wall Street” che vede le scuole di Chicago pagare 36 milioni di dollari ogni anno in swaps sugli interessi.

Un accordo che comprendeva degli swaps sugli interesse che Goldman ha sottoscritto con Oakland (California) più di dieci anni fa sono finiti per costare alla città più di 4 milioni di dollari all’anno, ma Goldman ha rifiutato di permettere alla città di rompere il contratto finché non avesse pagato 16 milioni di penali di chiusura – spingendo il consiglio comunale ad approvare una risoluzione per il boicottaggio della Goldman. Interrogato su questo a un’assemblea degli azionisti, Blankfein ha spiegato che era contro gli interessi degli azionisti ritirarsi da un contratto valido.

Goldman Sachs e le altre banche giganti di Wall Street sono dei maestri nel vendere accordi complessi esagerandone i benefici e minimizzandone i costi e i rischi. E’ così che guadagnano commissioni enormi. Quando un cliente finisce nei guai – sia che sia un capofamiglia americano, una città degli Stati Uniti o la Grecia – la Goldman si nasconde dietro formalità legali e dietro gli interessi degli azionisti.

I debitori che finiscono nei guai ovviamente sono raramente senza colpa: hanno speso troppo e sono stati abbastanza stupidi o creduloni da comprare i prodotti della Goldman. La Grecia si è creata da sola i suoi problemi, come hanno fatto molti proprietari di case americani o le città.

Ma in tutti i casi, la Goldman sapeva molto bene quello che stava facendo. Sapeva del vero rischio e dei costi del contratto più di quelli che lo stavano accettando. “É un problema di moralità” ha detto l’azionista all’incontro della Goldman dove il problema di Oakland saltò fuori.

da Marx21
Fonte thenation.com
Traduzione di Lorenzo Battisti