Oggi, 2 novembre, i cattolici celebrano i morti. Che noi ci si debba occupare di nuovo di Alberto Bagnai è un fatto del tutto accidentale. O forse no.

Se non di morti, di diversi zombi era affollato il convegno svoltosi l’altro ieri a Roma ed al quale il Nostro ha deciso di partecipare senza aver “capito esattamente perché sono stato invitato” (testuale). Pare che ad un certo punto abbia sclerato e, con plateale coupe de théâtre, abbia abbandonato la sala quando uno dei sinistrati gli ha rinfacciato che nemmeno lui poteva stabilire con certezza scientifica quale sarebbe stato l’impatto di una svalutazione della nuova lira su prezzi e salari.

Non l’avesse mai fatto!
Il Nostro s’è incazzato come una iena: “Somaro, come ti permetti? Leggi quel che ho scritto in proposito prima di aprire bocca!”.

Al netto di questa sceneggiata, non proprio nello stile di un autorevole scienziato, l’intervento del Nostro è stato un acrimonioso j’accuse alla sinistra dei sinistrati, la sinistra di regime che ha avuto poltrone ministeriali nel primo governo Prodi che ci ha portato nell’euro, e quindi (perseverare è diabolico!) nel secondo, che applicava politiche neoliberiste e austeritarie sempre in nome dei vincoli euristi. Sinistrati che, pur con colpevole ritardo, stanno giungendo anche loro alla conclusione che l’euro non è solo una moneta sbagliata, ma la chiave di volta di un regime politico e istituzionale antidemocratico, costruito proprio per fare la pelle al popolo lavoratore.

Uno che si considera (a torto) il primo e solo araldo della critica della moneta unica, se avesse avuto sale in zucca, se davvero avesse avuto a cuore l’esigenza di costruire un fronte ampio per battere il potente blocco dei dominanti avrebbe dovuto dire: “Meglio tardi che mai. Ora vediamo come unire le forze per tirar fuori il nostro Paese dalla gabbia eurista”. E avrebbe potuto farlo senza fare concessioni né salamelecchi.

Invece no, ha preferito, vittima del suo gargantuesco narcisismo e con la sua proverbiale cacasennia, sputare addosso a tutto ed a tutti.

Sorge la domanda: ma Bagnai c’è o ci fa? Davvero non capisce un cazzo di politica o ciurla nel manico? Gli (psico)analisti su questo sono divisi, tra chi sostiene che il Nostro politicamente è una mezza tacca e quelli che dicono che c’è invece intelligenza destrorsa in quel che fa, non per caso ha firmato manifesti con i liberisti vonhayekiani e invitato a votare per la Lega nord di Salvini —scusate, per il suo amico Borghi Aquilini.

Non ci occuperemmo di questa vicenda se il Nostro, nella sua appassionata requisitoria, non avesse sparato a zero contro quella che ha chiamato “la mistica dell’uscita da sinistra”. Bagnai ha anzi testualmente detto e scritto che “L’uscismo da sinistra non è un cancro solo italiano”.

Bagnai dice ai sinistrati ed ai no-euro a scoppio ritardato, che dovrebbero chiedere scusa e fare autocritica. Questa richiesta sarebbe giusta e credibile se venisse da uno che abbia dimostrato di essere meno arrogante dei sui censori, e di possedere quell’onestà intellettuale che totalmente gli manca. Da troppo tempo il Nostro gioca sporco, continuando a mettere nello stesso sacco della “sinistra”, chi è stato pro-euro e chi non lo è mai stato, tra la nostra sinistra “eretica” di contro ai cascami che ci avrebbero messo al rogo.  Così non ha solo contribuito all’erezione del cordone sanitario attorno alla sinistra sovranista, non ha solo danneggiato la costruzione di un movimento che unisse tutte le componenti progressiste e patriottiche, ha legittimato l’idea che solo a destra ci siano forze no-euro — il tutto nascosto dietro al diabolico argomento, spudoratamente elitario, che “… tanto dall’euro ci faranno uscire loro” — dove il loro si intendono le frazioni più reazionarie delle classi dominanti — e che “…dal basso, tanto, non può venire un cazzo”.

Falla finita, Alberto, di ciurlare nel manico! Falla finita con l’alibi logoro che non ci sarebbe più alcun divide tra sinistra e destra! Sai benissimo che ci sono una destra (ti dicono nulla Polonia, Ungheria, la crescita dei movimenti reazionari e xenofobi in tutta Europa?) e una sinistra! E sai altrettanto bene cos’è un’uscita da  sinistra dall’euro, che c’è in campo un’ipotesi più coerente di quelle di Lafontaine o Varoufakis.

Lo abbiamo indicato sin dal 2011 con precisione in sette punti. Son cose elementari, che solo chi non vuole capire non capisce (e se ne annoverano molti tra i tuoi fan). Ci ripetiamo indicando quello che dovrebbe essere il programma di quello che abbiamo chiamato governo popolare d’emergenza:

1) Uscita unilaterale non solo dall’eurozona ma dall’Unione.
2) Nazionalizzazione della Banca d’Italia e del sistema bancario.
3) Emissione della nuova valuta sovrana.
4) Piano economico volto al raggiungimento della piena occupazione.
5) Controllo sui movimenti di capitale e di merci.
6) Moratoria sul debito pubblico.
7) Difesa dei redditi e dei diritti dei lavoratori indicizzando salari e pensioni.

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Invece di menare il can per l’aia rispondi nel merito.*
Avevi un’occasione d’oro, proprio nell’incontro dell’altro ieri, di compiere un gesto di verità. Invece, vittima della tua spocchia rancorosa, hai continuato a fare di tutt’erba un fascio, continuando nella tua opera confusionaria e divisiva.

Alberto, siamo noi quindi a compiere un j’accuse: sei colpevole, non solo di avere pomiciato con le destre e certi suoi spregevoli personaggi, colpevole di esserti messo di traverso, con cieco accanimento, in due anni decisivi, alla formazione di un movimento politico democratico e sovranista unitario — quindi porte spalancate al M5S.

Tu sei dunque uno di quelli che dovrebbero chiedere scusa e fare ammenda.
Sappiamo che questo non è nelle tue corde e non ci facciamo illusioni. Ma noi, pur a fatica (come hai capito bene, dal “basso”, non è facile) andiamo avanti, e non disperiamo in una tua resipiscenza, di tirarti fuori dalla tua sociopatica solitudine.
Pensaci. A poco ti giova credere di essere il migliore e illuderti di avercelo più lungo di tutti.

* Siamo ancora in attesa, di una risposta degna di questo nome alle critiche teoriche che ti rivolgemmo, sommessamente, nel maggio 2013. Do you remember?
Allora ti limitasti ad irridere la nostra difesa della chiave di lettura marxista bollandoci come “Marxisti dell’Illinois“.

Ci hanno tuttavia fatto notare un suo commento recente (vedi sotto) che ci fa ben sperare.
Ancora un piccolo sforzo e ci siamo.
Noi sappiano perdonare.

da sollevAzione