Nella foto: una manifestazione islamofoba del giugno scorso a Dresda (Germania) promossa dai neonazisti di PEGIDA: notare l’accoppiata delle bandiere tedesca e israeliana.

Il commento più esilarante
sui fattacci accaduti nella notte di San Silvestro a Colonia e, pare, in altre città tedesche, è quello del nuovo direttore de LA STAMPA, Maurizio Molinari.

Leggere per credere:
«Da dove viene il branco di Colonia? L’assalto di gruppo alle donne di Colonia è un atto tribale che si origina dall’implosione degli Stati arabi in Nordafrica e Medio Oriente. (…) Fra chi arriva vi sono portatori di usi e costumi che si originano dalle lotte ataviche per pozzi d’acqua, donne e bestiame. Le conseguenze sono nelle cronache di questi giorni: dagli abusi di massa a Colonia al grido di «Allah hu-Akbar» per intimorire il prossimo a Brescia e Vignola».

Detto che sui fattacci di Colonia pende un’inchiesta giudiziaria e che le stesse versioni ufficiali si contraddicono palesemente, sostenere che le ataviche tradizioni e pulsioni tribali dei maghrebini sarebbero all’origine “dell’assalto”‘ e “degli abusi di massa”, è una tesi che consegniamo al museo delle cazzate. Come se di “branchi”, di abusi e violenze sulle donne (altro che “palpeggiamenti”!) non siano piene le cronache del “civile Occidente”.

Vedremo, quando la cortina fumogena sollevata da media psicotici si sarà diradata, se c’è davvero stato un “assalto”, apparentemente premeditato, e se ci sono stati “abusi di massa”. Il fatto è che dentro la cazzata è interpolato surrettiziamente un velenoso siluro che merita di essere segnalato.

Molinari tira in ballo Allah, quindi l’Islam, mischiando i fattacci di Colonia con quanto è accaduto a…Brescia — tra l’altro utilizzando il razzistico luogo comune che se uno ha la pelle scura è di sicuro un musulmano.

Attenzione! Cosa sarebbe accaduto in quel di Brescia? Ce lo spiega il quotidiano on line Brescia Oggi. Un gruppo di lavoratori immigrati, tra cui pakistani, in sciopero da tre giorni per ottenere migliori condizioni salariali e di lavoro, avevano organizzato un presidio davanti al centro logistico “Penny Market”. La polizia interviene per rimuovere il picchetto e porta in questura alcuni dei lavoratori. In segno di solidarietà i compagni si recano sotto il commissariato e ad un certo punto alcuni gridano “Allah hu-Akbar!”. Chi ha gridato “Allah è grande” davanti alla caserma di via Dante Alighieri è stato identificato e la sua posizione è ora al vaglio della magistratura.
L’invocazione “Allah è grande” ha fatto gridare allo scandalo poiché, come ci dice il resoconto di Brescia Oggi, quello slogan sarebbe… “il marchio di fabbrica dell’estremismo islamico e dei kamikaze jihadisti”.

“Marchio di fabbrica dell’estremismo islamico e dei kamikaze jihadisti”? Questa è un’altra perla da depositare nel museo delle cazzate in compagnia di quella del Molinari. L’invocazione sulla grandezza e unicità di Dio è propria di tutti i musulmani e, a ben vedere, anche dei cristiani, visto che un santo venerato come Anselmo ci costruì sopra la sua prova ontologica.

Ferma la nostra solidarietà
ai lavoratori immigrati spremuti come limoni e privati di alcuni diritti sindacali ed umani essenziali — e fermo restando il rifiuto di considerare un musulmano un potenziale jihadista — ci poniamo una domanda talmente banale che non sfiora certi giornalisti prezzolati: com’è che è saltato in testa ad alcuni lavoratori di gridare “Allah è grande”? Azzardiamo una risposta: si vede che per loro è un grido di battaglia oltre che che una manifestazione identitaria di fede religiosa.

Tornando al Molinari.

Non risulta da nessun rapporto di polizia né dai testimoni oculari che a Colonia il “branco dei palpeggiatori” abbia gridato “Allah hu-Akbar!”. L’accostamento furbesco del Molinari ha tuttavia una precisa funzione, quella di tirar dentro a forza l’Islam. Un’operazione intellettualmente disonesta la quale, dietro ad una patina politicamente corretta, alimenta e liscia il pelo alla islamofobia conclamata che si sprigiona dalla viscere della “civile” Europa. Un’islamofobia che in diversi paesi i gruppi neofascisti stanno già portando all’incasso — vedi proprio in Germania la vicenda del gruppo neonazi PEGIDA — e che istiga la risorgente caccia all’immigrato. Ben altri e ben più pericolosi “assalti” quindi, ben altri “branchi”  in “lotta atavica per pozzi d’acqua, donne e bestiame”. Ma su questo Molinari, così come i media mainstream, tace, ubbidendo, lui sì davvero, ad impulsi indentitari che non sono meno “tribali” e “atavici” solo perché si scatenano in nome della “civiltà occidentale” e del “progresso”.

E perché non risulta che nei tafferugli della notte di San Silvestro gli hooligan maghrebini ubriachi abbiano inneggiato ad Allah? Per la semplice ragione che c’è una contraddizione in termini.

Ci vuole infatti poco a capire che per dei musulmani che si rispettino a San Silvestro non c’è proprio nulla da festeggiare (il capodanno islamico è caduto il 15 ottobre e non ci risulta che essi lo festeggino, tanto più tra i deliri dell’alcol). Ci vuole poco a capire che se sei imbottito di alcol e droga non sei un credente ma un kafir, un miscredente. E ci vuole poca immaginazione per capire, se proprio vogliamo tirare in ballo il “jihadismo”, cosa sarebbe accaduto al “branco” se quel che è accaduto a Colonia fosse stato fatto a Raqqa o Mosul.

I selvaggi avrebbero tutti preso un sacco di frustate, ovviamente tra le scandalizzate grida di protesta dei media nostrani contro l’oscurantista sharia ed il Califfato che “ci vorrebbe riportare al Medio evo”.

Ma tutto fa brodo per i nostri giornalisti-strizzatori-di-cervelli: nel Medio Evo le crociate servivano a parole per liberare i luoghi santi, oggi le crociate si autogiustificano per una causa non meno “nobile”: liberare i popoli arabi dall’oscurantismo e portar loro progresso e democrazia — e possibilmente mettere al sicuro il pozzo di petrolio.

Occorre dunque ben preparare l’opinione pubblica affinché sia pronta a mettersi un’altra volta l’elmetto ed a sacrificare i soldati per la suprema causa. A questo serve solleticare l’islamofobia (gravida di fascismo), ingigantire la portata dei tafferugli di San Silvestro e quindi associarli istericamente con la Jihad.

da sollevAzione