«Un consiglio quindi a certi amici “sovranisti” che sperano tanto che Matteo Salvini li imbarchi per farli entrare (in discesa) nel prossimo Parlamento: “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”. Ben altri saranno i suoi compagni… di merende, ovvero i soliti rottami politici berlusconiani».

Non abbiamo mai fatto mistero che a noi Matteo Salvini non piace. Va a suo merito che sia contro l’euro (a favore dell’Unione però, come M5S e certi altri amici di sinistra, e senza dire che occorre uscire dal neoliberismo), ma se andate sui siti dell’universo salviniano, compresa al sua pagina Facebook, è un autentica valanga di pregiudizi razzisti e sicuritari. La stragrande maggioranza dei messaggi è contro immigrati stupratori, zingari scassinatori, quindi inni a favore di chi ha sparato addosso ai delinquenti facendosi giustizia da sé.

Per dire che non è il No euro che ci dice quale sia la visione del mondo e la natura della Lega salviniana ma tutto il resto, ovvero un miscuglio di xenofobia e neoliberismo — del resto è Armando Siri il vero suggeritore di Salvini. E dato che parliamo di Armando Siri si sappia che lui è un acceso sostenitore dell’alleanza tra la Lega salviniana con Berlusconi e Forza Italia.

Alleanza che sembrava morta e che invece adesso, visto che le elezioni anticipate non ci saranno, e vista la legge elettorale (con la soglia del 40% per prendere il premio e governare), sembra rinascere dalle sue ceneri. Siri sarà contento, come saranno contenti Umberto Bossi, Maroni, Toti e la grande maggioranza dei notabili e dei parlamentari padanisti i quali, com’è noto, non sono affatto “salviniani”, e non hanno mai gradito che si sia “montato la testa” costituendo un suo personale movimento politico, “Noi con Salvini”, con tanto di tesseramento parallelo a quello della Lega.

Che tiri aria di una rinascita del blocco di centro-destra tra Forza Italia (e frattaglie varie), Lega Nord e Fratelli d’Italia ce lo confermano un po’ tutti gli analisti politici, tra cui quelli che spesso ci azzeccano (solo perché hanno le dritte dai diversi cenacoli politici).

Danno per certa l’alleanza di centro destra (da vedere se nella forma di un listone unico o di una federazione come preferirebbe Salvini) Ugo Magri su La Stampa del 15 marzo e quindi Marcello Sorgi il 21 marzo — “Primi segnali di fumo distensivi nel centro destra” —, il quale parla senza peli sulla lingua di “cambio di strategia di Salvini”. Giustamente Sorgi ci dice che le prossime elezioni amministrative potrebbero essere il banco di prova delle politiche del 2018.

Un consiglio quindi a certi amici “sovranisti” che sperano tanto che Matteo Salvini li imbarchi per farli entrare (in discesa) nel prossimo Parlamento: “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”. Ben altri saranno i suoi compagni… di merende, ovvero i soliti rottami politici berlusconiani.