Berlusconi minimizza sostenendo che si tratta di uno squilibrato mentale; i fascisti che giustificano la mancata mattanza; quelli che lo condannano come atto criminale; Salvini e la Meloni che dicono che la colpa è dell’immigrazione e di chi la favorisce; il Saviano che rimprovera a Salvini di essere il mandante morale; l’estrema sinistra, sulla stessa scia, se la prende tuttavia anche coi “complici silenti”; Di Battista che in quanto a ignavia supera tutti quanti. Ci sarà infine qualche cretino che griderà al complotto di qualche servizio segreto per favorire il Pd nelle urne.

C’è poi chi equipara il gesto del mostro di Macerata e quelli disperati degli islamisti riconducibili all’ISIS. La similitudine sta secondo me altrove: Traini, colpendo ogni immigrato che gli è capitato a tiro ha emulato le pratiche della destra neonazista e suprematista americana.

Dopo l’americanizzazione delle sinistre, abbiamo quindi l’americanizzazione del fascismo, lo sceriffo bianco fai date. Sintomo evidente di una società spappolata, il cui tessuto si va progressivamente sfasciando, producendo un individualismo nichilista della morte.

Non c’è dubbio che questo Luca Traini, oltre ad essere un infame — come definire altrimenti chi fa il tiro al bersaglio con gente inerme e indifesa — è uno “squinternato”; uno squinternato che fa un’americanata ma con delle idee politiche fasciste, uno che per di più, solo un anno fa, era candidato della Lega di Salvini.

La qual cosa che ci dice? Ci dice che nel marasma italiano, pur tra stop and go, si va configurando una campo politico reazionario, diviso su molte questioni ma con un collante ideologico e sociale comune: la xenofobia. Ora Di Stefano si agghinda col doppio petto, ma nessuno deve dimenticare che nel 2011, a Firenze, il suo simpatizzante Gianluca Casseri sparò e uccise due ragazzi senegalesi. Ora Casa Pound è un avversario elettorale della Lega, ma non si deve scordare che nel 2015 Salvini e i “fascisti del terzo millennio” siglarono un patto politico il cui marchio di fabbrica era “basta immigrazione! prima gli italiani!”. Il patto si è rotto perché Salvini decise di allearsi con Berlusconi. Vedrete che se questa alleanza dovesse rompersi, a crisi sociale incalzante, l’anima nera della Lega riporterà in auge quel perverso sodalizio. La barbarie sociale neoliberista, non solo produce anime nere, le spinge ad assembrarsi, a fare fronte.

C’è quindi una logica sociale, oggettiva, nella follia terrorista del “lupo solitario” Luca Traini. Guai a non vederla! Guai a coloro che se gli parli della xenofobia montante fanno spallucce.

Antifascismo necessario quindi, ma quale? Ce ne sono almeno due, uno può vincere, l’altro destinato a farci perdere. Per capire quali essi siano si guardi questo breve filmato sulla mobilitazione avvenuta ieri a Genova. Una grande e combattiva manifestazione indetta per protestare contro il crimine di Macerata. Pare che quelli del Pd siano stati cacciati dal corteo. Cosa buona e giusta. Si ascoltino quindi i due manifestanti che parlano al microfono. Sono l’icastica rappresentazione dei due antifascismi di cui parlo: quello patriottico del vecchio partigiano, e quello retorico e declamatorio difeso da un giovane. Ahimé non è quello partigiano che ha l’egemonia.

Non so se faremo in tempo a fermare il mostro che la putrescente società liberista e liberale nutre nella sua pancia.

So che per impedire il parto si dovrebbe uccidere la madre che lo tiene in grembo. So che questo parto è agevolato da quelle sinistre bastarde le cui cifre identitarie sono oramai il disprezzo dello stato e della nazione, l’accoglienza a prescindere col mito suicida della “società multietnica”, il cosmopolitismo liberal-cattolico al posto dell’internazionalismo. 

So che per evitare una nuova tragedia storica occorre anzitutto rimettere ordine nei pensieri, sbarazzarsi dei fiori oramai appassiti e coltivarne di nuovi. Occorre ricostruire una nuova comunità politica dalle forti radici democratiche, rivoluzionarie e patriottiche.
Faremo in tempo?