Come i nostri lettori sanno abbiamo espresso una ferma critica alla decisione dell’avvocato Marco Mori di candidarsi con Casa Pound. Il nostro ha risposto sulla sua pagina Facebook.

Ecco cosa ha scritto:
«Seguite il ragionamento di certi amici “sinistrati”… abbiamo lo stesso programma di Mori, che infatti invitavamo ad ogni evento. Mori però ora è con CasaPound, dunque ora è brutto e cattivo, anche se parla esattamente come prima. Noi “sinistrati” la pensiamo come CPI, ma siamo superiori intellettualmente, siamo di sinistra… volete mettere? Mori non è più degno. Dunque alla larga da certi soggetti… Che il Paese affondi piuttosto… Poi chiedetevi perché alle loro conferenze sono sempre i soliti 4 gatti settari… Divide et impera… se non l’avete ancora capito siete parte del problema. La mia porta resta sempre aperta, ma datevi una svegliata… destra e sinistra non esistono più, ora c’è solo il bene del nostro Paese e la lotta da ingaggiare è contro la finanza apolide che sta schiavizzando il mondo intero. Resto comunque convinto che molti veri uomini di sinistra il 4 marzo voteranno CasaPound».

Premetto che non conosco l’avvocato Mori, non mi azzardo quindi ad esprimere giudizi personali.
Qui la questione è tutta politica, per essere più precisi, di visione politica. 

Tuttavia lasciatemi dire che la mia sensazione è di trovarci di fronte ad un opportunista ambizioso. Due domande vengono spontanee. La prima: avrebbe accettato Mori di prestarsi a fare lo specchietto per le allodole dei “fascisti del terzo millennio” se non fosse convinto che Casa Pound potrà  superare lo sbarramento del 3%? La seconda: l’avrebbe accettata se non lo avessero candidato in posizioni di lista apicali, quindi con un’alta probabilità di ottenere lo scranno?

Nessuno mi toglie dalla testa che questo salto della quaglia, oltre ad essere determinato da una effettiva convergenza politica, è stato dettato dalla vanagloria, di qui la smania di saltare all’ultimo momento (sottolineo all’ultimo momento, cioè due mesi prima delle elezioni) sul carro che presumibilmente lo porterà in Parlamento.

Ma veniamo agli argomenti politici di Mori.
La prima mossa è un classico del politicantismo da strapazzo, quella di delegittimare l’avversario con la storiella dei “quattro gatti”. L’alibi perfetto di ogni opportunista politico. E’ come se Mori volesse dirci: se non Casa Pound ma voi della sinistra patriottica aveste il vento in poppa è con voi che sarei venuto. Quattro gatti con le idee chiare, comunque, è sempre meglio di uno con le idee confuse: non dimentichiamo che il Nostro, candidatosi sindaco alle elezioni comunali di Genova del giugno scorso, con una sua lista personale, finì per sfracellarsi contro una percentuale da prefisso telefonico. Schianto che ha accellerato il suo attuale approdo.

Seconda  mossa: non ci sono più né destra né sinistra, e noi avremmo lo stesso programma di Mori, quindi, per la proprietà transitiva, lo stesso dei “fascisti del terzo millennio”. Temo che il Nostro creda davvero a quel che scrive, ciò che dimostra il suo infantilismo politico. No caro Mori, qui non abbiamo il tuo stesso programma, tanto meno quello di Casa Pound.

Tanto per cominciare, da questa parti condanniamo senza appello il fascismo, in ogni sua forma. Il sangue che scorre nelle nostre vene è lo stesso di chi il fascismo lo combatté, quello degli Arditi del Popolo prima, quello di chi ha imbracciato il fucile nella Resistenza contro il nazifascismo poi.

Ci consideriamo eredi, non dei repubblichini, che agirono come protesi degli invasori nazisti, ma della migliore sinistra che fu, quella che diede un contributo decisivo alla scrittura della Costituzione di cui andiamo fieri, malgrado sia stata tradita e mai davvero applicata.

Siamo dei combattenti, a tutto decisi pur di difendere i nostri ideali, ma non ci appartiene il mito dell’élite eroica e guerriera che disprezza le masse e teorizza il dominio tirannico dei pochi sui molti, dei forti sui deboli.

Siamo socialisti libertari che anelano ad una comunità fondata sull’eguaglianza sociale che estenda e non calpesti i diritti politici di libertà delle persone e delle minoranze, che quindi difenderanno senza esitazione le conquiste democratiche strappate con secoli di rivoluzioni lotte popolari.

Siamo patrioti perché sappiamo che l’emancipazione di chi sta in basso è impossibile senza liberare il nostro Paese dal predominio dei poteri oligarchici mondialisti, tuttavia il nostro patriottismo è opposto al nazionalismo xenofobo, sciovinista e guarrafondaio, poiché esso è costituzionale,  repubblicano, per la fratellanza tra i popoli.

Vi sembra poco? Visto quel che scrive e data la sua scelta di campo si deve concludere che al Mori questi principi sembrino delle quisquilie ideologiche, visto che per lui “… destra e sinistra non esistono più, ora c’è solo il bene del nostro Paese”. C’è un piccolo problema caro il Nostro: di quale “bene” stiamo parlando? E di quale idea di “Paese”? Di quale “sovranità”?

Inezie le considera il Mori, come se la lotta contro l’euro abbia la miracolosa facoltà di tenere assieme il diavolo e l’acqua santa. Ma davvero Mori crede ai miracoli? Voglio dire quel che penso, e penso che Marco Mori non sia meno fascista di Casa Pound. Si presta scientemente a riproporre, mutatis mutandis, la medesima operazione cosmetica grazie alla quale Mussolini ottenne il consenso dei creduloni per salire al potere (portando l’Italia nel baratro della dittatura e nella catastrofe della guerra): camuffare il nero con una verniciata di rosso. Altro che no-euro signori miei! Questo mimetismo dalle “porte aperte” va combattuto senza pietà alcuna.

Ps
Minima morale della favola? La battaglia per il ripristino della sovranità costituzionale è una cosa troppo seria per lasciarla in mano agli avvocaticchi di provincia

 

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