«Questa Europa fa un po’ schifo, è strutturalmente liberista e antipopolare, dominata dalla Germania. Ma nell’era della globalizzazione e del potere delle multinazionali non c’è scampo per singoli paesi come l’Italia. Quindi? Quindi bisogna cambiare la Ue, puntare a un’Europa federale e democratica».
Questo il succo di un convegno svoltosi giorni addietro. Promosso da chi? dal Pd? dalla Bonino? Macché da Sinistra Italiana.

Notare chi c’era: Luciana Castellina (SI), Giulia Del Vecchio (SI, Gioventù federalista europea), Elly Schlein (Possibile), Anna Falcone (LeU), Roberta Agostini (Mdp), Tommaso Visone (Diem25), Salvatore Marra (CGIL) e Piero Soldini (Si).

Tutti d’accordo, insomma, che in Europa bisogna stare, per riformarla e farne un unico stato federale… dei popoli.

E D’Attorre? Sparito dai monitor…

E Stefano Fassina? Si è adeguato, non senza tentare di offrire una propria e francamente aleatoria versione nobile dell’europeismo.

Fateci caso, al netto delle sfumature, è la stessa musica che si suona dalle parti di Potere al Popolo, salvo la licenza poetica concessa a Giorgio Cremaschi di contraffare il prodotto, sostenendo che “Potere al Popolo è l’unica forza politica che ha in programma la rottura con l’Unione Europea”.

Che a sinistra andasse per la maggiore la distopia degli Stati Uniti d’Europa lo si sapeva da un pezzo. Colpisce la testardaggine. Non si avvedono, i “compagni che sbagliano” che coloro che in Europa comandano davvero procedono, in parallelo, verso una più forte centralizzazione autoritaria e liberista?

Che si dice a sinistra dell’inquietante NON PAPER, l’ultimo “regalino” di Schäuble? Niente.
Che si dice a sinistra del documento dei 14 ECONOMISTI FRANCO-TEDESCHI? Niente.
Che si dice a sinistra dell’accelerazione franco-tedesca verso un vero e proprio esercito europeo — ovvero del Permanent Structured Cooperation (Pesco)?
Non si dice niente.

Appunto, la sinistra del niente…

da sollevAzione