Contenti per l’esito del terremoto elettorale del 4 marzo non esitammo ad invocare un governo M5S-Lega per porre fine alle politiche austeritarie di sudditanza verso l’euro-germania.

Dopo due mesi di manfrina (le cui responsabilità ricadono anche sulle spalle di Salvini e Di Maio) sembra che questo governo prenda vita. Non nasce sotto una buona stella ma meglio così. Vedremo se Di Maio e Salvini troveranno la quadra.

Non è detto che ci riescano. Se ce la faranno vedremo quale sarà il programma, chi il Presidente del consiglio, quale la sua compagine. Solo allora si potrà dare un giudizio.

Non meniamo il can per l’aia: il banco di prova è anzitutto la politica economica. Avranno il coraggio Di Maio e Salvini di rispettare le aspettative di cambiamento venute dalle urne e di porre fine davvero alle politiche austeritarie? Detto altrimenti: andranno in rotta di collisione coi diktat dell’Unione europea?

Nello stesso comunicato del 20 marzo scrivevamo:
«Noi dubitiamo che queste due forze abbiano il coraggio di intraprendere questa strada. Proprio per questo vanno sfidate ad assumere il ruolo che il terremoto del 4 marzo gli ha oggettivamente assegnato».

Le pressioni affinché essi chinino il capo e tradiscano il mandato popolare, in effetti, sono enormi, e fanno tremare i polsi. Le élite oligarchiche, travolte dal voto popolare, fallito il tentativo del “governo neutrale” — definizione comica —, hanno scelto di fare buon viso a cattivo gioco. Esse considerano, giustamente, la prossima legge di bilancio, la cartina di tornasole, su questo calibreranno la loro posizione. Esse sono in agguato e, ove il governo che dovesse nascere decida di disobbedire ai dettami euristi, passeranno al sabotaggio. Non consentiranno al primo “governo populista” nell’area euro di avere successo. Il contagio sarebbe letale per i poteri forti.

Se ci sarà lotta il governo “populista” ha una e una sola possibilità di non essere travolto: suscitare la più ampia mobilitazione popolare.

Dev’essere chiaro a tutti, nel caso ci sia lo scontro col sistema eurocratico, quale posto occuperà la sinistra patriottica: accanto al popolo per difendere il governo e spingerlo a resistere ad ogni costo.

Sapremo presto se, invece, M5S e Lega capitoleranno, se seguiranno l’esempio sciagurato di Tsipras. Questa sarebbe una vittoria dei poteri forti e una mazzata drammatica per il popolo lavoratore. Si avvererebbe la profezia che questo Paese non risorgerà senza toccare l’abisso.