Il successo può dare alla testa, anche ai populisti più scaltri.
Se poi i populisti devono questo loro successo all’uso frenetico di Twitter e Facebook è facile, sul filo del tempo reale, compiere passi falsi, errori, addirittura porcherie.
Mi riferisco alle porcherie che sempre più spesso compie Matteo Salvini.

Dice che nelle sue uscite sia affiancato da veri e propri geni della comunicazione. Uno di loro, tirato in ballo, nega, sostenendo che il Matteo fa spesso di testa sua, “gli viene spontaneo”. Penso sia vero, e la qual cosa è inquietante, sia sul piano del metodo che su quella della sostanza.

Sul metodo: va bene che di questi tempi il leader populista deve stabilire una “connessione sentimentale” diretta col suo popolo, quindi usare “social media”, ma c’è un limite a tutto. C’è un limite per chi si trova alla guida di un Paese tanto più perché questo vive un momento delicatissimo.

Sabato scorso Salvini citava De Gasperi chiosando che un vero statista pensa sul lungo periodo e non sull’immediato. Appunto! Come minimo uno “statista”, ammesso che si possa permettere il lusso della “spontaneità”, non può certo farsi prendere dall’impazienza di dire la sua su ogni cosa.

E su cosa poi? E qui siamo alla sostanza. Dopo tanto baccano contro l’Europa dei tecnocrati, dopo gli squilli di tromba sulla sovranità, dopo gli inni a Trump o a Putin e gli annunci delle internazionali sovraniste con Orban e la le Pen che ti fa il nostro? Ti spara tweet in cui si atteggia non solo ad alfiere dell’europeismo ma, udite udite!, si candida, invece di seguire la massima di “bastonare il cane mentre affoga”, a rimpiazzare Macron come paladino della Merkel. Leggere per credere.

Il “ragazzo” c’è o ci fa?
Vogliamo sperare che ci faccia. Del resto il tempo delle chiacchiere volge al termine. I negoziati con Bruxelles sono alla battute finali, per cui sapremo presto se Salvini diventerà lo Tsipras di destra (altro che patriota!), o se la sua è solo una tattica per far passare gli eurocrati come carogne (quali sono) quindi giustificare davanti agli italiani la necessità di tirare diritto anche a costo di affrontare le famigerate procedure d’infrazione.

Sia come sia speriamo che i consiglieri del Principe, e mi riferisco a Borghi ma anzitutto a Bagnai, vorranno suggerire a Salvini di darsi una calmata, che non si può parlare di tutto e poi dire il contrario. Lo facciano per il bene del Paese ed anche per il suo — Prima regola del politico serio: coerenza; Seconda: mai lanciare segnali che disorientano i propri sostenitori.

Post scriptum

In queste ore Salvini è in viaggio in Israele e, come ci si poteva attendere, è un profluvio di selfie e tweet. Uno peggio dell’altro…. Di qui mi viene in mente che ci sarebbe una terza regola, che riguarda anzitutto un vero leader di un Paese dalla lunga e tormentata storia come l’Italia che sta al centro del Mediterraneo: mai insultare l’Islam, mai inimicarsi i popoli arabi, peggio che mai atteggiarsi corifei del sionismo. Chi lo fa è un pericolo per la nazione!