
Nessun organismo geopolitico può evitare il collasso se, invece di armonizzare le nazioni, ne accentua i contrasti, scavando un solco tra paesi di serie A e di serie B, tra nazioni imperialiste e nazioni a sovranità limitata. Nessun sistema economico può sopravvivere se, invece di creare eguaglianza sociale e benessere, accresce le contraddizioni, le ingiustizie ed il divario tra ricchi e poveri.
Ma qual è la giusta rotta? E’ possibile una riforma dell’Unione europea? Se questo non lo fosse è realistico sperare in uno smantellamento concordato attraverso un’intesa multilaterale? Oppure ogni popolo, riconquistata la sua piena sovranità, seguirà una sua propria strada? Ed in questo caso qual è la migliore strategia? L’uscita secca unilaterale oppure per tappe, attraverso progressive violazioni dei trattati? Ed in caso di uscita unilaterale si deve restare entro la cornice del neoliberismo (Brexit) o invece, come noi auspichiamo, farla finita con la globalizzazione ed il predominio del grande capitalismo predatorio?
Alle porte di importanti elezioni europee il forum di Roma del 13 aprile, mettendo a confronto le diverse posizioni euro-critiche, vuole essere occasione per coordinare le forze di alternativa a livello italiano ed europeo.