Era nell’aria, sin da quando il Presidente dell’Ecuador aveva annunciato che l’ambasciata in Regno Unito non avrebbe dato più protezione ad Assange.

Ieri è stato tratto in arresto, col rischio che la magistratura inglese lo consegni agli Stati Uniti, dove lo aspetta una dura e interminabile detenzione.

“Un giorno buio”, ha dichiaro Edward Snowden — a cui diciamo ancora una volta grazie. Peggio che un giorno buio.

Intanto la stampa di regime, imbeccata indovinate da chi, insiste nel tentativo disperato di sputtanarlo: “non era un hacker ma una spia”.

Assange ha contribuito a disvelare quanto brutale e guerrafondaia sia la macchina politico-militare americana. Per questo merita il rispetto e la solidarietà di tutti i patrioti  antimperialisti.

Ribadiamo quanto chiedemmo su questo blog: «mentre siamo sommersi da una martellante campagna per l’ “accoglienza”, mentre l’Italia e la Ue accettano migliaia di rifugiati (anche a chi non ne avrebbe diritto), perché non chiedere al governo di offrire lo status di rifugiato al numero uno dei perseguitati politici?»