MA ANDIAMO CON ORDINE
Cosa sono infatti i Buoni ordinari del Tesoro (BoT)? Spiega il Mef:
«Sono titoli a breve termine, ovvero con durata non superiore a un anno, privi di cedole; il rendimento infatti è dato tutto dallo scarto d’emissione».
Detto in parole semplici: chi compra un BoT presta i suoi euro allo Stato in cambio di un titolo, ma non incasserà alla scadenza alcun interesse, otterrà un guadagno solo ove il valore d’emissione sia inferiore a quello nominale — può evidentemente accadere il contrario. Ogni anno lo Stato lancia dei BoT e li mette all’asta. Per la cronaca: l’ultima asta, che c’è stata proprio ieri (BoT con scadenza al 12 giugno 2020) ha avuto una domanda per quasi 10 miliardi di euro.
Un “MiniBoT” (salvo “sorprese”, che più avanti vedremo) è un BoT come gli altri, niente di più niente di meno. Il suffisso “mini” sta ad indicare, così recita la mozione parlamentare, che con la liquidità ottenuta lo Stato non va a finanziare il debito pubblico (in essere o futuro) ma ci rimborsa le aziende che per lo Stato hanno prestato dei servizi. Come mai una misura tanto modesta, del tutto lecita e tutt’altro che eversiva (non a caso votata, salvo patetici mea culpa successivi in modo bypartisan) sta suscitando tutto questo grande casino?
Perché la posta è tutta politica, simbolico-politica: si tratta di stabilire se lo Stato italiano, privato da tempo della sua sovranità in merito alla politica monetaria ed economica, possa o no aggirare le stringenti norme che derivano dal “vincolo esterno” e dall’appartenenza all’eurozona. Lassù, ovvero dalle parti di Francoforte e Bruxelles temono che questo “aggiramento” posa diventare “raggiramento”, “imbroglio”; ovvero che questi MiniBoT possano diventare una moneta nazionale complementare all’euro.
DRAGHI HA FORMALMENTE RAGIONE, MA…
… OCCORRE BADARE AL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE
«Premesso che la legge di bilancio 2019 ha previsto un meccanismo di anticipazione di tesoreria per gli enti locali e le regioni, con il coinvolgimento di banche, intermediari finanziari, Cassa depositi e prestiti S.p.a. e le istituzioni finanziarie dell’Unione europea, volto proprio all’ulteriore smaltimento dei debiti maturati alla data del 31 dicembre 2018,impegna il Governo:a dare ulteriore seguito al processo di accelerazione del pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, come evidenziato in premessa, anche valutando di assumere iniziative per l’ampliamento delle fattispecie ammesse alla compensazione tra crediti e debiti della pubblica amministrazione, oltre che la cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio, implementando l’applicazione di tutte le misure adottate nella legge di bilancio 2019, relative anche alle anticipazioni di tesoreria, per garantire il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni ed uscire, così, dalla procedura d’infrazione che la Commissione europea ha avviato contro l’Italia sull’attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento».
«Negli ultimi giorni, probabilmente corroborata dal successo elettorale alle europee, la Lega sembra aver fatto uno scatto nel progetto mai troppo nascosto di uscita dell’Italia dall’euro (o quantomeno di minaccia dell’uscita) attraverso un “piano B” che spesso sembra essere a tutti gli effetti un “piano A” che prevede una serie di mosse che finiscono per creare le condizioni per un irreversibile sentiero di uscita dal sistema monetario unico, visto da alcuni come una gabbia che non consente al paese di crescere».
«Si tratta, in sostanza, dell’autorizzazione a procedere all’emissione di “MiniBOT”: di fatto banconote del Tesoro di piccolo taglio (in euro) sotto forma di titoli al portatore che sarebbero garantiti dalle entrate fiscali. “BoT” è l’abbreviazione di un buono del tesoro italiano, e la piccola denominazione li rende mini. I BoT convenzionali sono titoli elettronici di libri contabili, ma i mini-BoT verrebbero stampati, secondo quanto riferito, utilizzando le presse dei biglietti della lotteria statale, e i progetti sarebbero già stati selezionati».
«…di trasformare parte dei saldi di conti correnti privati in MiniBoT a pari importo *nominale* (per poter asserire di non aver fatto alcuna “patrimoniale”, che è un provvedimento a costo politico molto elevato) cercando, con la più ampia diffusione possibile, di rendere “liquido” il MiniBoT riducendo al massimo la possibilità che si svaluti rispetto al nominale e generando quindi una mossa descrivibile (populisticamente) come “a impatto zero”».
CIÒ CHE LORSIGNORI SCONGIURANO, NOI AUSPICHIAMO
E’ fin troppo noto che c’è nel Paese una massa enorme di liquidità che giace intrappolata e ristagna nella sfera bancaria, sarebbe non solo lecito ma necessario che il governo adotti ogni necessaria misura per mobilitarla. Il problema, delle due l’una, è che questa mobilitazione può avere due scopi diversi e opposti: può essere utilizzata per andare incontro all’eurocrazia, ovvero ridurre debito e deficit, oppure messa in circolazione per spezzare la spirale austeritaria, creare lavoro per dare una scossa potante al ciclo economico. E’ la seconda via che l’Unione europea non può tollerare in quanto aumenterebbe debito e deficit, ed è per impedirlo che ha preventivamente lanciato il siluro della “procedura d’infrazione”.
Vedremo nei prossimi mesi, in vista della legge di bilancio 2020, se il governo, come ci auguriamo, vorrà fare il bene del Paese, o se invece, tenterà di barcamenarsi dando una botta al cerchio e una alla botte. Se vorrà fare il bene del Paese, forte del consenso di cui gode ed anche della mozione parlamentare, tra le altre cose, emetterà i MiniBoT e aumenterà la spesa pubblica in deficit.
«Se i Minibot funzionassero, e noi siamo convinti che funzionerebbero, essi potrebbero infatti trasformarsi all’occorrenza (ad esempio di fronte ad una restrizione di liquidità della Bce per piegare il governo italiano) in una vera e propria moneta parallela, normale mezzo di pagamento nelle transazioni commerciali. Uno strumento dunque utilissimo per far uscire l’Italia dalla prigione della moneta unica. Proprio per questo, come Programma 101, vediamo con grande favore l’emissione dei Minibot: un primo passo verso la liberazione dalla gabbia eurista».
Non siamo sicuri che i “tuttosubisti” che frignano e sbraitano da ogni lato che questa dei MiniBoT sarebbe poco più di una pagliacciata si chiederanno a questo punto come mai l’eurocrazia ed i suoi vessilliferi contro i MiniBoT stanno sparando a palle incatenate. Sparano non solo perché temono questo atto sovrano di disobbedienza, lo fanno perché sanno che non sarà facile, né sul piano politico né su quello giuridico, impedire l’eventuale atto sovrano del governo giallo-verde.
NB
Marx diceva della merce che era “cosa imbrogliatissima, piena di sottigliezze metafisiche e di capricci teologici”. Ciò vale a maggior ragione per la moneta. Non è questa la sede per addentrarci nella stratosfera metafisca del denaro e delle sue variopinte forme e metamorfosi. Basti dire che anche a Francoforte sanno bene, parlando di moneta, cosa siano gli “aggregati monetari”; che cioè possono valere, come mezzi di intermediazione e di scambio, non solo le banconote che essi monopolisticamente creano dal nulla (M1 o liquidità primaria), ma pure gli strumenti finanziari della cosiddetta “liquidità secondaria” (M2 ed M3), e tra questi anche i Buoni ordinari del Tesoro, così come tutte le obbligazione statali emesse con una durata inferiore ai due anni. Leggere per credere la definizioni di moneta del SEBC (Sistema Europeo della Banche Centrali).