Ultime dal fronte ucraino

Ci eravamo lasciati l’ultima volta parlando della possibilità di uno sfondamento ucraino nel settore di Rabotino. Questo non è successo e l’attività su quel fronte è diminuita fortemente. Potremmo dire, insomma, che la controffensiva ucraina è definitivamente fallita, soprattutto alla luce degli slogan propagandistici iniziali che parlano di chissà quali sbarchi in Crimea. La Russia si è dimostrata abile nel difendere ciò che ha preso a partire da febbraio del 2022.

Ora inizia, tuttavia, un’altra fase molto importante. L’inverno e l’autunno sono alle porte, i report ci dicono di alcune criticità già presenti a livello locale dal punto di vista meteorologico: banchi di nebbia, le prime piogge e temperature molto altalenanti. Se nelle scorse settimane si è assistito ad una precoce incursione fredda sul territorio ucraino, adesso assistiamo ad un periodo di temperature sopra la media stagionale. Inoltre, va ricordato, possiamo calcolare in questo modo l’arrivo della tanta temuta stagione cattiva sull’Ucraina: il nord si raffredda ed è sottoposto alle precipitazioni più intense due settimane prima rispetto al settore sud.

Ma cosa è successo/sta succedendo dopo il tentativo di sfondare a Rabotyne e Verbove? I tentativi, per assoluta onestà, non sono ancora terminati ma sicuramente il fronte lì è entrato in una fase letargica. Gli ucraini, come avevo già accennato, sono riusciti ad ingrandire la testa di ponte, verso ovest e Verbove, o quello che ne resta, non è sicuramente lontana. Ma va valutato il momento di arrivo delle truppe di Kiev in questa zona, ovvero a ottobre e non, come si auspicavano, già ad agosto. Il rischio che la tenuta di Rabotyne sia molto dispendiosa per l’Ucraina c’è.

Ed altrove? Altrove le cose, invece, vanno un po’ diversamente. Bakhmut è certamente teatro di violenti scontri, attacchi e contrattacchi da ambo le parte. Settore di interesse per i russi è stato nelle scorse settimane Adviivka, località che sarebbe molto importante per Mosca conquistare. Il problema? Come nel caso di Artemiovsk (ergo Bakhmut) parliamo di una parte del fronte fortificata a partire dal 2014 e che risulta di difficile conquista. Sarebbe importante per i russi prenderla poiché si trova alla “periferia” di Donetsk, dove il supporto a Putin non è mai mancato, ma la popolazione ha sperato dal febbraio del 2022 che il fronte si allontanasse dall’area urbana target del fuoco ucraino ormai da molto tempo che proprio da Adviivka parte.

L’attacco da parte dei russi non è stato risolutivo; dopo una fase di sorpresa iniziale gli ucraini hanno saputo contrattaccare e respingere l’esercito avversario. Mosca ha ovviamente guadagnato alcuni territori ma, nelle battute iniziali, si era addirittura sperato in un accerchiamento di Adviivka stessa. È notizia di queste ore che gli ucraini avrebbero spostato la 47° divisione da Rabotino a questo settore. Insomma, staremo a vedere, anche se le notizie delle ultime ore della conquista russa di Terrerikon (area a nord di Adviivka) fanno sperare bene.

Guardando invece a nord, e tralasciando momentaneamente per questo capitolo il discorso Urozhaine sul quale gli analisti non sanno ancora esprimersi (saranno una distrazione i movimenti russi in quella zona?), il settore di Kupiansk rimane certamente quello più interessante. Come avevo già scritto in privato qui i russi spingono da sempre e gli ucraini hanno dimostrato più volte di andare in difficoltà.

A cosa può portare una contro-controffensiva russa? Ci sono più elementi da analizzare. Anzitutto l’elemento meteorologico. Nel momento in cui il fronte si bloccherà per le piogge, e di sicuro si bloccherà ma per ora pare ancora di no, le operazioni avranno una scala molto ridotta. Quando si potrà ricominciare a combattere con una certa intensità e con l’utilizzo di cingolati e mezzi dipende sempre dalle condizioni atmosferiche: per poter combattere in inverno è necessario che le temperature siano basse, la neve compatta ed il tempo non sia avverso. Una dote di imprevedibilità, insomma, esiste sempre in guerra, più che mai in inverno. Può essere inizi a nevicare/gelare 2 settimane prima rispetto al solito oppure 2 settimane dopo. Può essere un inverno avaro di nevicate oppure caratterizzato da molte precipitazioni e questo non ci è dato saperlo. Nella tarda primavera del 2023 nevicò ancora intensamente ritardando le operazioni degli eserciti.

Secondariamente bisognerebbe capire cosa pensano Putin e gli alti comandi russi. L’obiettivo qual è? È rimasto la “totale denazificazione” oppure, al contrario, ci si limiterà ad operare nel Donbass e nell’area dei 4 oblast ufficialmente annessi nell’autunno del 2022? Ed infine, di quante truppe, mezzi e armi può usufruire l’esercito russo in questo momento? Sappiamo, lo accennavo anche nello scorso articolo, che sta accumulando truppe e uomini nel nord, nel settore di Kupiansk ma l’obiettivo quale può essere? La cattura della città oppure si aspetterà la prossima primavera o, ancora, servirà per rimpinguare eventuali mancanze lungo tutto il fronte? E sul fronte delle mobilitazioni? Sappiamo la difficoltà, anzitutto ucraina, di reperire uomini da mandare al fronte. Negli scorsi mesi si è parlato più volte di come Kiev spingesse perché i governi occidentali si impegnassero a rimandare indietro i cittadini ucraini nei loro territori. La Germania fu una delle prime ad opporsi a questo progetto e non se n’è più parlato.

Anche da parte russa, tuttavia, ulteriori 130000 saranno mobilitati fra ottobre e dicembre di quest’anno secondo la Tass e che, tuttavia, non potranno certo arrivare subito in prima linea avendo bisogno di addestramento necessario. Insomma, le domande sono tante e dalle enormi potenziali conseguenze per entrambi gli schieramenti.

Ciò che Mosca deve fare è poter approfittare il più possibile del contesto nel quale il nemico si trova: l’Ucraina non appare più nelle prime pagine dei nostri giornali (a dire il vero da quando la controffensiva ucraina si era arenata) e il mondo occidentale, in primis gli Usa, deve prendere decisioni altrettanto complesse.

(01 novembre 2023)